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Dopo un viaggio durato quattro ore a bordo dell'elicottero, giungiamo finalmente a Cleveland. Scendo dalla navicella aereo e distendo il mio corpo che ha supplicato pietà per quasi 240 minuti.

Owen e Tom si avvicinano a noi e ci dirigiamo verso un'autovettura nera blindata, con vetri oscurati, accanto alla quale si trova un individuo elegantemente vestito con smoking nero e occhiali da sole.

Ci avviciniamo a lui e il signore annuisce in direzione di Owen e Tom.

«Richard, è passato tanto tempo tempo» esclama Owen mentre i due si abbracciano, presentandomi a lui successivamente.

«Richard Webber, è un piacere conoscerti.» pronuncia quest'ultimo.

«Amelia Shepherd, è un piacere anche per me.» replico stringendo la sua mano.

«Per favore, salite.» invita Richard aprendo la portiera.

Entro e mi siedo al centro, con Owen alla mia sinistra e Megan alla mia destra, mentre Tom si posiziona accanto al guidatore.

«Direzione Troy Meadows.» sussurra Owen, avvicinando la sua bocca al mio orecchio. Il suo respiro caldo solletica il mio lobo e metà del collo, creando una sensazione piacevole.

Mentre la mia mente vola tra le nuvole, una domanda spontanea si insinua nella mia mente.

«Megan e Tom vivranno con noi?» mi chiedo «Rimarrò sola con Owen?» Continuo a riflettere su questo pensiero.

Perché scusa vuoi rimanere sola con Owen?

Ecco, avrei preferito non pensarlo.

Ma la realtà è questa: mi piace Owen.

Mi ritrovo persino a dialogare con la mia coscienza!

Sono esausta, dopo aver trascorso circa 32 ore in macchina e 4 ore in elicottero. I miei occhi diventano sempre più pesanti, quindi decido di poggiare la testa sulla robusta spalla di Owen, che si rivela un ottimo cuscino in questo momento di stanchezza.

Infine, chiudo gli occhi, che implorano pietà da questa mattina, e mi lascio finalmente trasportare nel sonno.

——

Owen POV

Amelia dorme tranquilla, appoggiata sulla mia spalla.

«Owen.» dice Tom, rivolgendosi a me.

«Dì pure.» rispondo.

«Tu e Amelia, eh!» dice, con un'espressione maliziosa.

«Tom, sono una guardia del corpo e, come ben sai o presumibilmente dovresti sapere, è severamente vietato avere relazioni con i nostri clienti.» ribatto.

«Dai neanche tu credi alle stronzate che stai sparando» replica ridendo.

Sento Megan ridacchiare dal sedile accanto.

«Megan, smettila.» la ammonisco.

«Sai, Tom non ha del tutto torto. E da sorella, ho visto come la guardi.» interviene.

«Non la guardo in alcun modo!» esclamo ad alta voce, percependo un leggero movimento da parte di Amelia.

«Richard, potresti accelerare un po'? Non voglio trascorrere un altro secondo in macchina con questi due.» aggiungo.

Sento Tom e Megan ridere sommessamente, e sembra quasi di ritornare ai tempi in cui io e Tom avevamo 12 anni e Megan ne aveva 9.

I momenti passati sulle scale del portico di casa nostra, le gare infinite sulla Play Station, le risate, i pianti, il primo bacio di Megan, quello mio e di Tom.

Bodyguard [in revisione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora