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Owen POV

È incinta.

Cristo non può essere, nemmeno riesco ad immaginarlo.

Adesso è a casa del suo fidanzato, che strangolerei molto volentieri, e lo sta informando della questione.

Io invece da bravo bodyguard, aspetto fuori la macchina e tenendo gli occhi fissi sulla palazzina che si stanzia di fronte a me.

Oggi con me ho portato l'autista, dato che non me la sentivo di guidare per colpa de dolore che mi causa la ferita.

Dopo quasi un'ora vedo Amelia uscire di corsa dall'edificio in lacrime.

Appena la vedo in quel modo, mi avvicino a lei e appena siamo uno davanti all'altro, lei mi stringe forte a se.

La circondo con le mie braccia e lascio che pianga addosso a me.

-Lo odio.- singhiozza.

-Non vuole figli, così mi ha detto di abortire e dopo tutte le parole che mi ha gridato mi ha lasciata.- continua attaccata al tessuto della mia camicia.

Quel brutto figlio di puttana.

-Ryan portala in macchina. Quel figlio di puttana non la passerà liscia.- dico staccandola dal mio corpo.

La affido a Ryan, l'autista, e mi faccio strada dentro l'edificio.

Chiedo al portinaio, il piano della stanza di Lincoln e salgo velocemente le scale.

Busso alla porta e poco dopo mi apre quel coglione.

Subito il mio pugno si fa strada verso il suo viso e lo colpisce in pieno.

-Che cazzo fai amico?- dice premendosi il naso colante di sangue.

Lo prendo per il colletto della polo e lo sbatto al muro.

-Hai dato ultimatum? Decidi tutto tu? Eh?!- dico dandogli un altro pugno.

-Non cercarla, non chiamarla, non farti vivo e ti giuro su me stesso che se provi ad avvicinarti a lei ti uccido con le mie mani.- ringhio davanti alla sua faccia.

Lo lascio cadere e poi esco dalla stanza, tornando in auto.

Mi siedo accanto ad Amelia e dico a Ryan di partire.

-Che gli hai fatto?- mi chiede prendendomi la mano ed esaminando le nocche piene di sangue.

-Una chiacchierata.- dico guardando le sue piccole dita toccare la mia mano.

-Hai le nocche distrutte, non dirmi cazzate.- dice tirando su con il naso.

-Tu stai bene?-chiedo guardandola.

-Si, sono solo molto stanca. E oggi è pure Natale.- dice.

-Si..- dico.

Arriviamo in pochi minuti alla CIA, e dopo aver salutato tutti e fatto i rispettivi auguri di Natale, siamo rientrati all'appartamento.

-Questa sera faranno qualcosa?- mi chiede mentre si siede sul divano poco distante da me.

-Non penso... vuoi che ti porti da qualche parte?- chiedo.

Sinceramente ne ha passate tante, e permetterle di uscire qualche volta non le farebbe male.

-Dove andiamo?- mi chiede.

-Questo non lo so... oppure si.- dico mentre in mente mi sorge un'idea.

-E per il mangiare?- domanda.

-Pensi solo a quello- dico ridendo.

-Non è vero! E poi sono incinta, devo mangiare per due.- dice ridendo.

Bodyguard [in revisione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora