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Mi sveglio di soprassalto a causa della sveglia che segna le 8:30. Subito penso al comportamento strano di Owen.

Stava suonando la chitarra mentre entrambi cantavamo, poi pochi minuti dopo, si è fermato, ha poggiato la chitarra ed è salito in camera sua.

Scaccio con difficoltà i pensieri dalla mia testa e mi alzo dal letto stiracchiandomi.

Afferro rapidamente un pantalone della tuta e una maglia, poi apro la porta della mia camera, percorro il corridoio e scendo le scale.

Mi dirigo in cucina e lo vedo. È a torso nudo, indossa solo un pantaloncino da basket ed è seduto sullo sgabello di fronte al bancone.

Faccio un respiro profondo ed entro nella cucina.

«Buongiorno.» dico, dirigendomi verso la cassettiera. La apro e, indovinate un po', non trovo nulla.

Così prendo un frutto dal bancone, che fortunatamente sembra abbastanza decente.

Dopo aver dato un morso alla mela, constato che il gusto è migliore dell'aspetto.

Mi siedo accanto a lui e noto solo ora che ha il braccio sinistro pieno di tatuaggi. Dio...

«Come mai sei andato via ieri sera?» domando «Ero stanco.» risponde seccamente.

Ma cosa gli succede?!

«Owen...» inizio.

«Ero stanco, punto!» replica ad alta voce.

Bipolare del cazzo!

«Fai come preferisci. Ti aspetto qui alle 10 così andiamo al mercato.» annuncio, lasciando la mia mela sul tavolo e salendo le scale fino alla mia camera.

Apro l'armadio e prendo un jeans azzurro chiaro leggermente strappato, una camicetta bianca e l'intimo.

Vado in bagno e poggio tutto sopra un piccolo armadietto, poi comincio a spogliarmi per entrare in doccia. Apro l'acqua e subito il getto caldo mi bagna il viso.

Faccio una doccia veloce, poi esco, mi asciugo e comincio a vestirmi.

Indosso le mie star smith e prendo il phon per asciugarmi i capelli.

Dopo aver fatto ciò, metto la mia collana d'oro, un po' di mascara, poi il mio giubbotto di pelle marrone e scendo le scale.

«Owen, sono quasi le 10, ti muovi?» strillo.

Poco dopo lo vedo scendere e i miei occhi restano per qualche minuto incollati su di lui.

Indossa una camicia bianca che fascia perfettamente il suo corpo palestrato, dei jeans neri che mostrano leggermente le caviglie e dei mocassini completamente neri.

«Finito di mangiarmi con gli occhi? Andiamo su.» dice prendendo le chiavi della macchina e uscendo di casa.

Scuoto la testa e subito gli vado dietro.

Salgo in macchina e noto che prende dal cruscotto dei ray-ban neri, se li mette e poi inserisce le chiavi nel pannello facendo così partire la macchina.

«Dove dobbiamo andare?» chiede scocciato.

«Dimmi ora se farai così per tutto il giorno, perché prenderò un taxi.»

«Dove ti devo portare?» insiste e noto la rabbia nella sua voce.

«A Willowbrook.» mormoro, guardando fuori dal finestrino.

Dopo il breve viaggio, entriamo in un market per prendere qualcosa da mangiare per oggi e i giorni successivi. Recuperiamo il necessario e poi andiamo a pagare.

Bodyguard [in revisione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora