Non Capisco

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Ci concentrammo sull'anno scolastico vedendoci fuori scuola per studiare e per... passare un pò di tempo insieme, sbaciucchiandoci o cose così, niente di esagerato! Mi accorsi, però, che, andando a casa mia, dovevamo nascondere molto il fatto che stessimo insieme, ma ignorai pian piano la cosa.

Un giorno, però, Tsuki mi chiese:-Se glielo dicessimo?-

-C-Cosa?- avevo capito perfettamente, ma non me la sentivo di affrontare l'argomento.

-Dico ai tuoi genitori, se glielo dicessimo di noi...- arrossì.

Mi girai dall'altro lato:-Non... me la sento per ora- 

Lei parve accettare la cosa e non ne parlò più. Però, come l'avesse previsto, un giorno, mia madre chiese:-Come va a scuola? Hai per caso conosciuto qualche ragazzo che ti piace ultimamente?- sorrise.

Arrossii molto, capendo che l'argomento non sarebbe passato inosservato:-N-No, nessuno-, "Non un ragazzo almeno" sorrisi.

-Sei una bella ragazza, non capisco come mai nessuno ancora non se n'è accorto-

-Mamma!- strillai.

Quel giorno papà era tornato prima, quindi si unì alla discussione:-No, la mia piccola Atsu è la più carina del mondo ed è solo mia- cercò di abbracciarmi, ma mi scandai.

-Non trattarmi come una bambina- lo guardai male.

-Sì, però veramente, sei sicura che non ti piaccia nessuno, nessuno?-

Avrei voluto dirglielo, avrei voluto veramente, ma le parole non uscirono dalla mia bocca, dissi solo:-Sì, c'è qualcuno-, poi andai nella mia stanza per fuggire dalla miriade di domande che mi fecero:"E se poi non lo accettassero?" mi strinsi le gambe al corpo con questo pensiero in testa.

Passammo l'anno e arrivò l'estate, decidemmo di andare tutte insieme al mare.

-Non fate cose sconce eh- sussurrò Yoko:-A meno che non le abbiate già fatte- 

Divenni viola:-NON SO DI COSA PARLI!- le tirai una botta.

-Che succede?- chiese Izumi curiosa.

-Queste due hanno fatto cose perverse- indicò me e Tsuki.

Izumi arrossì:-Oooh...-

-Piantala sorella scema!- la rimproverò Kyoko.

-Non è vero!- strillò la mia ragazza.

Ridemmo, mentre salivamo sul pullman per andare al mare.

Fu una bella giornata: mi lanciarono un paio di volte contro Miya che arrossiva a dismisura, Yoko e Kyoko si punzecchiarono un paio di volte e Izumi ci portò dei gelati, ma, più che portarli, ce li lanciò addosso scivolando sulla sabbia.

Verso tardo pomeriggio ci avviammo, ma Tsuki mi prese da parte:-Vorrei dirlo ai tuoi genitori-

"Perché si è tanto fissata con questa storia!?", -Non ti riguarda cosa dire a loro e poi... dillo ai tuoi se proprio ci tieni-

Lei mi guardò un poco irritata:-Sai che ai miei non importa nulla di me e della mia vita, perché dovrei farglielo sapere? E tu non vuoi renderla nota?-

Sospirai:-Non è che non voglio...-

-E allora!?- 

-Te l'ho già detto! Ancora non me la sento, ok!?- mi strinsi nelle spalle, sapevo che non l'avrebbe accettata come scusa.

Sbuffò stizzita, ma smise di parlarne.

Tornammo a casa e ci salutammo con le altre, ma Miya riprese l'argomento:-Se provassi a dirglielo forse...-

-No!- sbottai:-Non voglio parlarne- 

-Ma non ti capisco...-

-Perché insisti tanto!?-

-Voglio solo sapere se a loro sta bene questa cosa, dopotutto ci tengo... non avendo dei veri e propri genitori-

Questa cosa che aveva appena rivelato mi rendeva molto felice, da una parte, ma ero comunque arrabbiata dalla sua ostinazione:-Non glielo dirò per ora- non la guardai in viso:"Ho paura della loro reazione" non riuscivo a dirglielo.

-Beh, ora vado allora- aveva la voce meno dolce del solito.

-V-Va bene- tenni la testa bassa e la alzai solo per vedere la sua schiena allontanarsi.

Ci sentimmo poco durante il resto dell'estate, dopo quella volta, e iniziò il nostro terzo anno.

-Ma... ma...- vidi il tabellone che indicava la distribuzione degli studenti nelle classi ed eravamo quasi tutte divise.

-Uh, io sto in classe con Miya- osservò Akira.

-Oddio, non la molestare!- le pregai.

-Io e Izumi siamo in quella accanto- sorrise Yoko.

-Oh, sorellina tu stai...-

-Zitta- Kyoko aveva la testa premuta sul muro:-Sono da sola-

Le misi una mano sulla spalla:-Anche io non ho nessuno che conosco in classe... ma va beh, ci vedremo nella ricreazione- sospirai, poi mi girai a guardare Miya. Lei aveva attorno un paio di ragazze che piagnucolavano per il fatto che non fossero in classe sua, mi guardò di striscio, poi si diresse nella nuova classe.

"Mi sta ignorando?" sperai che stessi sbagliando, ma con l'andare avanti della giornata mi accorsi che era così, o almeno, riuscivo a parlarle, ma non mi mostrava il solito affetto.

-Che hai!?- le chiesi ad un tratto:-Sei strana-

Mi guardò un attimo, poi borbottò:-È arrivato mio padre, tutto qui...-

"Oh...", -Mi dispiace, c-cioè, non è così male, no?- non sapevo bene cosa dirle.

Sospirò con rabbia:-È da un mese che è arrivato e non me lo aveva detto, sta in un hotel- abbassò lo sguardo e mi parve vederla riflettere su qualcosa, ma scosse la testa:-È meglio che vada-

-No, aspetta! Tsuki!- la chiamai, ma lei se ne andò.

"Io non... capisco" sentii salirmi le lacrime:"È colpa mia? Sono stata troppo egoista?" mi trattenni dal piangere e tornai in classe, un poco scossa.

Mi mancavano le sue labbra morbide e i suoi abbracci caldi e sicuri.

She's different for meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora