Tornerò

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Poche ore dopo arrivò il padre di Miya, il giorno seguente la madre.
Erano sconvolti, non si aspettavano nulla del genere per la loro figlia. Litigarono molto senza arrivare a compromessi.

La signora Tsukiyama pareva una donna seria e precisa, sia sul lavoro che nella vita, aveva i capelli di Miya, ma più corti. Nonostante tutto, era la più distrutta dei due. Il suo giapponese era piuttosto forzato, ma incolpò più volte il marito, dell'accaduto, in entrambe le lingue.

I due arrivavano la mattina e se ne andavano la sera. Io cercavo di far visita a Miya quando loro non c'erano, perché mi metteva a disagio incontrarli e da una parte era colpa loro di ciò che era successo, ma un giorno incrociai la madre.

Stavo per aprire la porta, ma lei esclamò:-Who are you!? -

Trattenni la rabbia:-Una sua amica-

-Oh, non sapevo che lei avesse... A friend- sorrise triste.

Strinsi i pugni e la guardai in viso:-In realtà non sono un'amica, ero con lei quando è successo, sono la sua ragazza- aprii la porta, entrai e la chiusi alle mie spalle. Mi avvicinai al lettino:-Scusa amore, ho dovuto dirglielo- le accarezzai i capelli:-Se lo accettano bene, altrimenti non importa... Starò con te comunque-

Il padre lo vidi, piano piano, di meno, aveva un aspetto trasandato e indolente, era proprio come lo aveva descritto lei. Conobbi anche lui un giorno, ma disse solo:-Sei la sua ragazza giusto? -

Annuii seria.

-Brava, stalle accanto allora- sorrise appena e andò via.

"Tranquilla, ci sono stata solo io per lei fino ad ora, quindi penso di non  aver bisogno di farmelo dire da te".

Venirono a trovarla anche le mie amiche, preoccupate, sapendo dell'accaduto, e mi aiutarono a tirarmi su.

La scuola mi permise di fare qualche assenza i primi giorni, poi dovetti tornarci.
Per Miya fecimo una petizione per farla promuovere, nonostante non potesse frequentare la scuola. Riuscimmo nel nostro obiettivo e i bastardi che l'avevano ridotta così furono mandati in carcere, perché testimoniai ogni cosa e, inoltre, trovarono la mazza con cui l'avevano colpita.

Ogni giorno, dopo scuola, andavo a trovarla e le portavo dei fiori, la coccolavo e le raccontavo della mia giornata. Pregai in ogni momento che lei si svegliasse.
Festeggiai il nostro anniversario portandole un regalo che avrebbe aperto al suo risveglio. Anche per il compleanno, tutti le fecero dei regali. A qualsiasi festa le portavamo qualcosa, sapendo quanto ne sarebbe stata felice.

Nonostante tutto, mi mancava averla accanto a me e i ricordi di quel giorno mi martellavano la testa ogni notte.
Piansi spesso, ma non accanto a lei, non volevo mi sentisse triste.

Mancavano due mesi al mio diploma e andai, come sempre, da Miya per parlarle un pò. Arrivai e la vidi che si muoveva, mi batté forte il cuore:-Dottore! Deve venire a vedere! - corsi da lei.

-Nh... - aprì gli occhi e cercò di alzare la schiena, ma il medico la bloccò:-Tsukiyama, devi fare con calma, sai dove sei? -

-I-In ospedale..? - batté gli occhi, poi si tenne la testa:-Mi fa male tutto-

Mi avvicinai a lei:-M-Miya-, "Ti prego, fa che non si è dimenticata di me".

Mi guardò e sorrise un poco:-Atsu... -

La abbracciai.

-Hey ferma, si è appena svegliata! Dobbiamo fare dei controlli- esclamò il medico.

La lasciai:-S-Scusate... Mi sei mancata- fui scossa dai singhiozzi:-Ti amo-

-Anche io- anche a lei scesero le lacrime:-Mi dispiace... -

-D-Di cosa? - mi si spezzò il cuore a vederla così.

-N-Non lo so... Non mi ricordo bene, so solo che ti ho trattato male- pianse.

Io sorrisi tra le lacrime:"Miya... Sei tornata"

Mi tornò l'allegria e da quel giorno lei seguì una riabilitazione, ma si riprese in fretta senza danni, era un miracolo. L'unica cosa fu che ci mise qualche tempo per ricordarsi dell'incidente, ma per il resto stava bene.
Non le venne permesso di tornare a scuola, ma, appena le raccontammo  della petizione, ne fu felicissima.

-Grazie ragazze! - ci sorrise, aprendo anche i regali.

I genitori si scusarono di tutto e riallacciarono i rapporti. Finalmente erano uniti.

Continuai ad andare all'ospedale, dopo scuola, per vederla, volevo stare con lei e recuperare il tempo perso durante il coma, probabilmente mi sentivo in colpa per averla abbandonata.

Ci diplomammo, ma, il giorno dopo, mi trovai un messaggio da parte sua nella segreteria. Diceva che non era riuscita a convincere sua madre e stava andando in aereoporto.

-Oh no... - mi dissi e corsi verso il luogo di cui mi aveva mandato la posizione:"Maledetta, non te ne andrai di nuovo!".
Raggiunsi l'aereoporto poco prima che se ne andasse:-Hey! - urlai:-Almeno prima di scappare... Salutami- avevo il fiatone e trattenni le lacrime.

Miya disse alla madre di aspettarla e mi si avvicinò:-M-Mi dispiace, io le avevo detto che non volevo, ma lei ha insistito e dice che vuole stare insieme come una vera famiglia, d'ora in poi, quindi... - anche lei stava per piangere probabilmente.

-Shh, va bene- sorrisi, anche se dentro ero distrutta:-Voglio che tu... Sia felice- piansi:-In qualche modo f-farò-

Mi strinse:-No, tu non vuoi che vada-

-Già, perché dovrei volerlo!? P-Però, ci tengo veramente a te e se tu sarai felice così, allora... - mi asciugai le lacrime:-Mi va bene se non ci rivedremo mai più- abbassai la testa.

-Non dirlo più! - mi scosse, ormai, anche lei, pangendo:-È ovvio che ci rivedremo, tornerò, te lo prometto! E se non accadrà hai tutto il diritto di venirmi a cercare e picchiarmi di brutto- rise un poco.

Risi anche io:-Ok-

Mi diede un ultimo bacio, quel bacio parve durare in eterno e rappresentò tutto quello che avevamo passato dal nostro primo incontro.

Ci staccammo controvoglia:-Ci vediamo allora- sorrise.

-Ciao- ricambiai il sorriso:-Miya, ti amo-

-Anche io Atsu-






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