Capitolo VIII

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In alto Alice Paciock

Ore 9:30, Sala Grande

Cloe Johnson probabilmente era l'unica del castello a definire Hogwarts un posto monotono. Per lei era sempre la stessa routine: sveglia, colazione, lezioni, pausa pranzo, ancora lezioni, cena e poi a letto e il susseguirsi di queste azioni rincominciava il giorno successivo.

Non apprezzava la magia di quel posto, magari perché non aveva nessuno con cui condividerla. Non perché non avesse amici, sia chiaro, ma non considerava loro come dei compagni di vita, diciamo.

Poteva essere scambiata per uno dei fantasmi del castello, nessuno la vedeva per i corridoi, durante le lezioni era sempre rintanata nel suo angolino a scarabocchiare sulla pergamena, passava la maggior parte del tempo in camera sua, circondata unicamente dalle sue compagne di dormitorio. Loro parevano essere le uniche a comprenderla e avevano imparato ad interpretare i suoi silenzi e le sue stranezze.

Sembrava sempre pacata e mai in ansia e quel giorno non era diverso dagli altri.
Solo due ragazzi erano seduti ai propri tavoli intenti a consumare le propria colazione.

Cloe era tranquilla come se saltare due ore di lezione non fosse un problema per lei.
A qualche metro da lei, un ragazzo dagli occhi smeraldini che pareva volesse mangiarsi anche il tavolo dei Serpeverde, pur di sbrigarsi.
Ovviamente non poteva essere altri che Albus Potter.

La differenza tra i due ragazzi era quasi impressionante e alquanto comica.
La Johnson non aveva mai degnato di uno sguardo il secondogenito dei Potter, fino a quel momento lo conosceva solo per la fama che aveva tra le ragazze.
Quando però lo vide chinato sul suo piatto, colmo di brioches, uova, bacon, torta alla melassa e cioccoli giganti, mentre riempiva continuamente il suo bicchiere con il succo di zucca, capì il perché della sua nomea.

Era sempre stata attratta dagli occhi chiari, ma rimase veramente stupita nel vedere la purezza in quel verde, avevano un non-so-che di sincero e vero.
Fu proprio quello il motivo per cui decise di alzarsi e dirigersi verso di lui.

-Ciao, piacere sono Cloe Johnson- disse la ragazza, presentandosi e porgendogli la mano.

-Mh? Ah piacere mio, Albus Severus Potter-

-Allora tu come mai non sei a lezione?- chiese Cloe, sedendosi davanti a lui.

-Cercavo in ogni modo di saltare Difesa contro le Arti Oscure- ammise il ragazzo.

-Problemi con la materia?-
La mora si era sempre sentita portata verso quella disciplina e magari avrebbe potuto aiutare Potter, di conseguenza avrebbe potuto passare del tempo con lui e sarebbe potuto succedere qualcosa tra i due.

Cloe già si immaginava sul letto del Serpeverde mentre provava a spiegargli alcuni incantesimi e si sa, una cosa tira l'altra.
Ma tutti i film mentali della Tassorosso furono immediatamente stroncati da Albus.

-No affatto, anzi è la mia materia preferita però non mi convince il professore. Ha un modo di fare strano e mi è sembrato che avesse voluto mettere contro Reece e Alice appositamente per suscitare le reazioni di noi altri-

Naturalmente Cloe non aveva visto la scena con i propri occhi, dato che quella lezione era riservata ai Grifondoro e ai Serpeverde, però le voci al castello correvano veloci e, soprattutto grazie a Lauren e il suo giornale, era aggiornata su ciò che succedeva.

-Poi insomma, la Mc impiega sempre tanto tempo per presentare qualcuno; invece con lui no, tutto il contrario. A mio avviso non sarebbe neanche dovuto essere lui il professore, ha vent'anni e non penso sappia molto in più di noi-  continuò Al imperterrito, aveva molti sospetti ma aveva quindici anni e doveva ancora imparare che, prima di dire tutto ciò che si pensa, bisognerebbe fidarsi dell'altra persona.

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