Capitolo XVI

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In alto Timothee Lambert
Lettura consigliata con l'ascolto di "We are young" di Fun ft. Janelle Monáe

Ore 6:09, Dormitorio femminile Grifondoro

Il risveglio dopo una notte passata a ballare, bere e cantare non era mai dei migliori, soprattutto quando il mal di testa premeva forte sulle tempie, ma quel ventiquattro novembre per Rose Weasley fu peggio di ogni prospettiva.

Aprì gli occhi, abituati al buio o alle luci colorate ad intermittenza della sera prima, a causa dei raggi del sole che filtravano e ricadevano prepotentemente sul suo volto stanco. Fu costretta a richiuderli di scatto, soffocando uno sbadiglio nel morbido cuscino.

Mugolò qualcosa privo di ogni significato e cercò a tentoni la sua bacchetta di legno di sequoia e si tranquillizzò quando la trovò posata sul comodino accanto al letto. Non si ricordava neppure dove l'avesse lasciata la sera prima; ma, in un modo o nell'altro, riusciva sempre a tornare dalla sua proprietaria, come se agisse sola.

Successivamente, dopo essere riuscita a reggere il confronto con i raggi del sole, chiamò  a gran voce il nome di Dominique, ma non ottenne alcuna di risposta. La loro camera non era mai stata più in disordine di così: sul pavimento giacevano ancora gli abiti scartati e a Rose non era sfuggito che il vestito grigio con il microfono di Emily era finito direttamente nel cestino.

Il dormitorio ospitava più persone del dovuto: Roxanne ed Emily dormivano abbracciate nel letto della riccia , poiché quello dell'altra Grifondoro era occupato da Timothee che sfiorava la mano di Frank, il quale sonnecchiava per terra. Alice divideva il proprio letto con Helene, che aveva preferito dormire con lei piuttosto che con Albus.

Quest'ultimo, dal canto suo, si era appropriato del letto di Rose, rilegandole un piccolo spazio in cui faticava ad entrare. Per ultima, Lily aveva occupato il posto di Dominique ed era stata l'ultima a rientrare in camera, visibilmente ubriaca. Si erano uditi i suoi conati di vomito fino a notte fonda, ma erano tutti troppo stanchi e spossati per andare ad aiutarla.

Non si ricordava neppure del perchè tutti loro si erano addormentati in camera sua e tantomeno rammentava come fosse finita la festa, ma c'era una cosa che ricordava alla perfezione: Scorpius Malfoy.

Una sensazione di ansia e senso di colpa si insinuò dentro di lei, mandandola totalmente nel panico. Fece qualche respiro profondo, tentando inutilmente di calmarsi. Non era accaduto nulla di irreparabile, giusto? Non aveva fatto nulla di cui si era pentita, non è vero? E allora perché non riusciva a togliersi di dosso quello strano senso di angoscia?

Si alzò in punta di piedi, tentando di non svegliare tutti con la sua scarsa grazia e il suo discutibile equilibrio. Afferrò la sua bacchetta ed uscì dal dormitorio, diretta verso gli Spogliatoi di Quidditch, l'unico luogo in cui Scorpius sarebbe mai potuto trovarsi.

Camminava nervosamente per i corridoi di Hogwarts, cercando di essere il più silenziosa possibile. Indossava ancora il pigiama con le renne e se la McGranitt l'avesse trovata lì a bighellonare in giro, per di più diretta ad un incontro segreto con il più attraente delle Serpi, l'avrebbe messa in punizione e probabilmente anche sollevata dal suo incarico di Prefetto. Se poi zio Neville fosse venuto a saperlo, non avrebbe potuto fare a meno di mettere al corrente sua madre.

Non aveva avuto neppure il tempo di fermarsi nei Sotterranei per recuperare il Mantello dell'Invisibilità di Albus, aveva decisamente il terrore che qualche professore la scoprisse. Doveva tirare Scorpius Malfoy fuori di lì ed anche in fretta.

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