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Il telefono squillava e già da un po'. Non che ne fosse effettivamente consapevole, ma dentro di sé percepiva che quella non era la prima telefonata di quella mattina: aveva come la sensazione che qualcuno stesse molestando il loro telefono di casa da un pezzo.

Si diede la possibilità di schiarirsi la mente, lo stretto necessario per comprendere quello che stava succedendo per davvero: sentì il calore sulla schiena trasmessole dal corpo di Leonardo e il peso sul petto del volto di Damiano. Era incastrata, come spesso accadeva la mattina, ma questo stava anche a significare che non erano ancora le ore sette, altrimenti la sveglia li avrebbe già rintronati con il suo fastidioso trillare e il suo letto sarebbe stato meno caldo di come era effettivamente in quel momento.

Si lasciò scivolare verso i piedi del letto, riuscendo a liberarsi dalla stretta all'interno della quale aveva dormito in modo serafico per tutta la notte: si concesse uno sguardo al profilo di Damiano, ancora catturato dai suoi stessi sogni beati, nonostante il telefono cercasse in ogni modo di richiamare la loro attenzione; spostò lo sguardo sull'altro uomo, accarezzando con gli occhi la figura di Leonardo, speculare a quella dell'altro suo compagno.

Era certa che quest'ultimo non stesse affatto dormendo perché, a differenza del primo, il suo era un sonno mai troppo profondo – un'abitudine acquisita e necessaria a causa del suo lavoro: ne era così sicura che, se il telefono avesse smesso di squillare per un secondo, gli sarebbe saltata addosso cercando di svelare il suo inganno.
Peccato che, chiunque fosse a importunarli, sembrava anche essere intenzionato a non cedere nelle sue ossessive molestie.

Aurora decise di rispondere al telefono. 
-Pronto?-
-Bambina! Finalmente! Stavo seriamente cominciando a preoccuparmi!- Aurora sobbalzò nell'udire la voce squillante del padre giungerle dall'altro capo del telefono.
-Papà! Cristo! Che ore saranno? Cosa diavolo è successo?-
-In che senso, cara? Sono le... le... oh!-

Aurora sospirò sommessamente: non aveva idea in quale parte del mondo si trovasse suo padre in quel momento, ma fu assolutamente certa che si fosse dimenticato di calcolare il fuso orario tra lì, dove lui stava, e la loro città natia, dove Aurora era stata strappata violentemente dal suo letto.

-Perdonami, bambina. Credo di non aver tenuto conto che da te saranno le... le cinque e mezza?-
-Non ne ho idea, papà. Non ho ancora guardato l'orologio: spero per te che siano almeno le sette meno un quarto!- Aurora fece un rapido calcolo mentale e si rese conto che, se davvero erano soltanto le cinque e mezza come il padre ipotizzava, probabilmente Leonardo stava dormendo sul serio e molto profondamente; dopotutto sapeva benissimo che, quella notte, l'uomo si sarebbe trattenuto in ospedale a causa di alcune e improvvise emergenze, che di molto cozzavano con la continua scarsità di personale di cui soffriva la struttura e, difatti, Leonardo aveva anticipato ai suoi compagni che, probabilmente, non sarebbe riuscito a rincasare prima delle tre, prolungando di diverse ore la conclusione del proprio turno di lavoro.

-Mi dispiace cara, sul serio. Sono molto eccitato da alcune novità e non vedevo l'ora di aggiornarti, ma magari ti richiamo più tardi...-
-Non ci provare!- tuonò Aurora, interrompendolo: - Ormai sono sveglia, quindi sputa il rospo!-
-Okay, tesoro. Allora, il punto è questo: sono riuscito a ritagliarmi un po' di tempo per i prossimi mesi, nel senso che il lavoro delle ultime settimane è andato talmente bene che potrò prendermi un lungo periodo di pausa. Di conseguenza, avevo pensato di tornare in patria e dedicarmi un po' alla mia bambina e alla mia famiglia. Magari potremmo passare le festività natalizie tutti insieme, proprio come facevamo una volta!-

Aurora si lasciò tramortire dal tono festante del padre, approfittandone per cercare di tradurre e trarre il vero senso delle sue parole:

-suo padre aveva appena concluso una missione particolarmente rischiosa in chissà quale parte del mondo, rischiando la sua vita, senza degnarsi di avvisare la sua bambina per non farla preoccupare. La missione era riuscita splendidamente, quindi avrebbe avuto diritto a un periodo di licenza lungo;

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