Aurora trasse un lungo sospiro uscendo dalla doccia; si frizionò per bene i capelli con un asciugamano; si guardò allo specchio: il suo riflesso le rivelò già ciò che la donna aveva chiaramente percepito dentro di sé.
Gli occhi sembravano più luminosi, così come appariva anche la sua pelle chiarissima. Scrutandosi con attenzione poteva notare la comparsa di piccole rughe di espressione intorno agli occhi e le labbra. Si passò una mano sul collo, accarezzandosi delicatamente dal mento sino al solco tra le clavicole: sembrava che tutti gli aghi che aveva sentito scenderle in gola il giorno della discussione con suo padre fossero spariti. Si sforzò di sorridere al proprio riflesso: dapprima titubante, notando, tuttavia, che quelle piccole rughe che era spuntate ad appesantirle i lineamenti si stendessero sulla pelle, seguendo la curva delle labbra che andavano ad arcuarsi sempre più, restintuendole un'espressione serena e gioiosa.
Aveva vinto la sua piccola, grande battaglia.Era consapevole che ci sarebbe voluto ancora del tempo per tornare con la mente a quel giorno e non percepire più quella dolorosa fitta al cuore: si sarebbe dovuta abituare a un'esistenza senza la presenza di suo padre. Avrebbe potuto continuare a immaginarselo in viaggio per il mondo, impiegato in una delle sue tante missioni, sperando che qualcuno in Cielo tenesse gli occhi puntati su di lui, continuando a proteggerlo, augurandosi che lo avrebbe fatto con la stessa devozione, con lo stesso amore che aveva impiegato lei per lui in tutti quegli anni.
Non credeva che avrebbe mai potuto smettere di volergli bene, tuttavia era consapevole di doversi rassegnare alla decisione dell'altro.In verità, si sentiva rinata, come se le avessero tranciato di netto quel cordone ombelicale ormai putrido che le aveva risucchiato la vita negli ultimi giorni. E anni: era consapevole che il rapporto con suo padre si era ormai sgretolato da tempo; non accettando quella verità si era persa dentro un tunnel senza uscita, costringendosi a vagare nel buio, eppure, alla fine, lo comprese. L'affetto che la legava a lui non si sarebbe esaurito, nemmeno di fronte la sua nuova consapevolezza di quanto distanti fossero divenuti nel corso degli anni. Riportò alla memoria i pochi secondi di imbarazzo precedenti al loro pranzo, durante il loro incontro dopo troppi mesi lontani l'uno dall'altra. Credeva che fosse stato triste guardare negli occhi quell'uomo, così fisicamente simile a lei, e riconoscerlo a stento.
Il tempo che da quel momento in poi avrebbero vissuto lontani glielo avrebbe reso ancora più estraneo? Non poteva saperlo, ma sentiva dentro di sé che anche quello era parte della vita: le sarebbe bastato spostare leggermente lo sguardo per trovare l'uscita dal tunnel della solitudine, lasciandosi accogliere dall'abbraccio dell'amore che nutrivano per lei Damiano e Leonardo.
Sospirò nuovamente: loro sarebbero rimasti al suo fianco, sarebbero diventati la sua nuova famiglia e, in cuor suo, era certa che tutto quello sarebbe stato possibile soltanto conservando gelosamente il ricordo dolce dell'amore di suo padre. Lui le aveva insegnato a essere paziente, ad amare senza mai aspettarsi nulla in cambio, così come a lasciare libero l'altro di vivere la propria vita lontano da sé: perché non era necessario soffocarsi di attenzioni e presenza fisica quando si era legati da sentimenti tanto forti e veri.Per anni era stato a quel modo anche per loro e nessuno, si convinse, avrebbe mai potuto avere nulla da rimproverarle se avesse continuato a nutrire quei sentimenti anche nei confronti di un uomo che l'aveva rifiutata tanto aspramente. Lui aveva deciso per sé e Aurora fece altrettanto: lei non si sarebbe mai privata dell'amore nei confronti di suo padre. Lo avrebbe custodito gelosamente, nascosto, se necessario.
E avrebbe amato ancora e ancora, a discapito di ogni pregiudizio, i compagni con cui aveva scelto di costruirsi la sua nuova famiglia.Uscì dal bagno con ancora i capelli umidi e iniziò a sentire strani rumori provenire dalla cucina: si avvicinò e, restando nascosta, captò chiaramente il suono dolce di risatine sommesse.
La giovane si sporse oltre lo stipite della porta della stanza dalla quale provenivano quei rumori che tanto l'avevano incuriosita: vide Damiano seduto sul ripiano di marmo della cucina, le braccia abbandonate intorno alle spalle di Leonardo mentre quello stava in piedi tra le gambe del compagno.
Erano intenti a coccolarsi, sfiorandosi le punte dei nasi, sorridendo con estrema dolcezza, di quella tipica, unica e irriproducibile che contraddistingue le persone che si amano davvero.
Le mani di Leonardo si muovevano sinuose sul corpo del suo amante, toccando con gentilezza i suoi fianchi, per poi scivolare caute, con piccoli tocchi, lunga la curva del sedere di Damiano. Poggiò, in fine, le mani sul ripiano di marmo, allargando le palme sulla superficie, sporgendosi verso il suo compagno, sfiorandogli le labbra con le proprie in un fugace bacio.
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INVISIBILI
RomanceAurora, Damiano e Leonardo si amano: ciò che li lega è un sentimento forte, vero, passionale, sincero, ma relegato al loro piccolo mondo. Sono INVISIBILI e non potrebbe essere diversamente: tutti e tre vivono di paure e incertezze, anche quando si...