L'appartamento di Aurora, Damiano e Leonardo non era molto grande: era pure vero che nei due corridoi che si dipartivano dall'ingresso si aprivano diverse porte, eppure le stanze che Roberto fu in grado di intravedere, ficcanasando, cercando di non farsi beccare dai padroni di casa, erano abbastanza piccole, piene di cose; come se lo spazio non fosse mai a sufficienza per accogliere le vite di tre persone contemporaneamente.
Nel fare il suo ingresso in quella che era la casa condivisa da sua figlia e i suoi due compagni, l'uomo provò un disagio sempre maggiore, misto a una certa rabbia: nonostante cercasse di mitigare il suo astio nei confronti di quella situazione, per lui continuava a rimanere qualcosa di inaccettabile; era un concetto che ancora non gli andava giù, gli rimaneva bloccato tra le meningi come se la sua mente si rifiutasse di dargli la giusta forma e il giusto spazio nella realtà.
Continuava a ripetersi quelle parole come se fossero una stupida lista della spesa, svuotandole di ogni vero significato e ponendole in una posizione tale da non rischiare di farle rimanere troppo a lungo sulla punta della lingua: gli risultavano così acide e indigeste da causargli continui conati di vomito. Riusciva a dissimulare bene quella situazione, abituato da sempre a un certo regime di sentimenti: mai aveva potuto concedersi debolezze - a eccezione di Aurora -, perciò gli risultava abbastanza facile continuare a provare odio per quanto stava accadendo, ma apparire del tutto rilassato e distaccato da ciò che lo circondava.Dentro di lui i pensieri entravano e uscivano continuamente dalla zona di comfort, come si trovassero in piena guerra tra loro stessi: era tutto senza senso, ma proprio quando credeva di essere riuscito a rinchiuderli dentro una specie di baule - lì, in fondo alla sua ragione - quelli tornavano subito indietro con la voglia di ottenere il giusto riconoscimento, mentre lui continuava a respingerli, nella speranza di ottenere quella stessa ragione di cui era già sicuro di avere ottenuto il benestare dal buon senso. Quelli che si trovavano dalla parte del torto restavano gli abitanti di quella casa.
Irrigidì la mandibola e prese a respirare molto lentamente, cercando di calmarsi per riuscire ad affrontare l'incontro con sua figlia con apparente serenità.
Cominciò a guardarsi intorno, a studiare il luogo in cui si trovava così come quando, durante le sue missioni, velocemente cercava di costruirsi una mappa del luogo per evitare ogni sorta di pericolo.
Anche il soggiorno, che sarebbe dovuta essere la stanza principale della casa, era abbastanza piccolo e confusionario, strapieno di cose disposte qua e là senza un apparente senso: le pareti erano cariche di cornici, appese così vicine le une alle altre da coprire buona parte delle mura, lasciando visive soltanto sottili linee di colore bianco. Dentro ognuna di esse erano state racchiuse delle fotografie ma, a un primo sguardo, Roberto comprese subito che si trattava di frammentarie immagini di una vita privata che lui si rifiutava di conoscere: per tale motivo evitò di indugiare con lo sguardo su di loro, evitando di cogliere il significato di quelle fotografie.La televisione era accesa: il volume era ridotto al minimo e l'uomo non riconobbe quale fosse il film che gli abitanti della casa stavano vedendo prima del suo arrivo; riuscì a capire che si trattava di qualcosa che aveva a che fare con l'animazione per bambini, ma nulla di più.
Nell'angolo di sinistra, in fondo alla stanza, si trovava una scrivania, circondata da due grandi librerie sature di volumi e piccoli portafografie sparsi in quasi ogni ripiano. Anche in quel caso, decise di ignorarne il contenuto.Spostò lo sguardo sui divani posti davanti la televisione e sul basso tavolino, notando che gli angoli di legno di quello erano stati fasciati da delle strane imbottiture. Aggrottò la fronte, rendendosi conto che la maggior parte dei mobili presenti nella stanza - ognuno di quelli che potesse vantare almeno un spigolo - erano stati rattoppati allo stesso modo.
Giocattoli per bambini erano sparsi un po' ovunque e l'uomo deglutì un paio di volte, domandandosi cosa diavolo ci facesse tanta roba come quella nella casa di quei tre; nonostante fosse proprio quello il motivo per cui si trovava lì.
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INVISIBILI
RomanceAurora, Damiano e Leonardo si amano: ciò che li lega è un sentimento forte, vero, passionale, sincero, ma relegato al loro piccolo mondo. Sono INVISIBILI e non potrebbe essere diversamente: tutti e tre vivono di paure e incertezze, anche quando si...