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La pancia di Aurora incominciò a crescere molto lentamente: la giovane divenne presto totalmente dipendente dai suoi compagni, impossibilitata com'era a compiere il minimo sforzo e obbligata a un riposo forzato e quasi continuo, che la infastidiva non poco, dato che era abituata a tutt'altra routine giornaliera.
I suoi ritmi divennero presto lenti, saturi di noia: passava le sue giornate tra letto e divano, tra video di cuccioli di animali che vedeva sul suo cellulare, in riproduzione quasi no-stop quando stava a letto, e cartoni animati di ogni genere quando si trovava appollaita sul divano, in compagnia della televisione.

Damiano aveva incominciato ad avere qualche grattacapo a lavoro, soprattutto quando - dopo l'episodio in cui Aurora era svenuta nell'ufficio del loro capo - Erica aveva incominciato a ipotizzare l'esistenza di una possibile relazione sentimentale tra i due: aveva preso a guardare con sospetto Damiano e, come se non bastasse, la gravidanza di Aurora l'aveva già convinta a ritirare la sua proposta di promozione nei confronti della giovane che sì, dato che aveva deciso di diventare mamma, in automatico non avrebbe più potuto coprire il ruolo di socia del loro studio - dopotutto, per Erica, le due cose si escludevano a vicenda.
Aurora non aveva preso molto bene la notizia, ma aveva deciso di rimandare ogni tipo di azione legale al termine della sua complicata gravidanza.

Leonardo, ancora una volta, si confermò il più entusiasta dei tre: li tormentava continuamente con idee per la stanzetta del bambino; con acquisti prematuri di ogni genere di cose che spaziavano tra tutine colorate, giocattoli e pezzi di arredamento per la cameretta. Nel giro di poco tempo si trovarono sommersi da peluche, tutine per neonato, pannolini, biberon e ciucciotti: bastava che l'uomo posasse di sfuggita lo sguardo su di una vetrina di un qualsiasi negozio che vendeva articoli per neonati e subito la sua attenzione veniva catturata da almeno una cosa. Aveva già incellofanato quasi tutta la casa, mettendola in sicurezza, facendo sparire tutto ciò che poteva esistere al mondo di pericoloso per un bambino piccolo, imbottendo ogni spigolo, sostituendo ogni elemento della tappezzeria con tessuti ipoallergenici e di puro cotone; finanche facendo sparire ogni genere di film porno che possedevano; spostando le posate nei cassetti più alti del mobile della cucina; mettendo al sicuro tutti gli attrezzi che possedevano una lama con un minimo di filo all'interno di una cassetta di metallo, con tanto di serratura.

Prese a tormentare Aurora con infinite sessioni fotografiche: non esisteva angolazione della pancia della giovane che non fosse stata fotografata dal medico che, ogni giorno, con la scusa di un millimetro in più, era anche capace di ripetere le esatte foto del giorno prima, adducendo al fatto che il bambino, durante quelle ventiquattr'ore scarse che trascorrevano tra uno scatto e l'altro, fosse cresciuto.
Nessuno dei suoi due compagni si sarebbe aspettato una tale follia pre-genitoriale da parte del loro terzo e stavano lì a osservarlo basiti... e totalmente rapiti: Leonardo, con quel suo genuino entusiasmo, era riuscito a fare breccia nei loro cuori e presto, sia Damiano che Aurora, iniziarono a sentirsi proprio come due novelli genitori, affascinati dalla strabiliante voglia di vita di un figlio. In quel caso si trattava di Leonardo, ma era incredibilmente magico stare lì a fissarlo mentre si illuminava come una lampadina al led, di una luce sfavillante, come se la gioia lo accendesse dall'interno.

Non che i loro impulsi erotici nei confronti del loro compagno si fossero smorzarti: neanche di fronte la più stupida romanticheria sarebbero stati in grado di farlo. Il loro amore era fatto sì, di anima e mente, ma anche di corpo e la passione continuava come a incendiare loro il sangue nelle vene al minimo tocco. Eppure, si sentivano come se stessero facendo esperienza su di lui, e ciò li stava aiutando a rendersi due persone molto più sicure rispetto a come lo erano state all'inizio di quella gravidanza.

Aurora si lasciò cadere sul divano con un sospiro e incominciò a fare zapping alla TV.
Damiano le si accoccolò al fianco, poggiando la testa sulla sua spalla e prese ad accarezzarle delicatamente la pancia da sotto il maglione che indossava. Il suo tocco era leggero, privo di ogni malizia: gli piaceva sentire sulla propria pelle il calore della pancia di Aurora, come se tramite quello potesse, in qualche modo, sentire anche il calore del bambino, la sua stessa presenza. Un po' come se gli venisse data la possibilità di abbracciarlo. Era qualcosa che lo commuoveva: i suoi compagni non avevano idea dei dubbi che si portava ancora dentro, tuttavia il giovane non poteva fare a meno di ammettere di sentire prepotentemente che qualcosa stava cambiando.

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