Usciti dal ristorantino, Aurora sentì di essersi lasciata alle spalle non solo un ottimo pranzo e piacevoli chiacchiere, ma anche tutta la tranquillità che era riuscita a mettere insieme sino a quel momento. Il nervosismo che sembrava averla abbandonata quando suo padre era saltato fuori con il suo genuino entusiasmo di genitore, di colpo era tornato opprimendo la sua mente, rafforzando la presa del suo mal di
testa e solleticandone un nuovo e inaspettato senso di nausea.-Papà...-
-Sì, amore?-
-Dovrei parlarti di una cosa, ti va se facciamo due passi?-
-Certo tesoro mio, è successo qualcosa di grave?-
-Nulla- si affrettò a dire Aurora: -Sto bene, è solo che... ho qualcosa da dirti-
-Hai un fidanzatino?- le domandò il padre sorpreso e Aurora si sentì arrossire sino alle punte delle orecchie: "Un fidanzatino?!" pensò, "Come può pensare a una cosa del genere quando ho già lasciato i trenta da un pezzo?"
Rimase alquanto allibita. Non era più una bambina, anche se l'uomo poteva benissimo continuare a vederla in quel modo, si stupì del fatto che potesse ridimensionare anche gli aspetti della sua vita, come se anche quelli fossero da potersi considerare infantili.Più che un fidanzatino, il problema di Aurora consisteva nella presenza all'interno della sua quotidianità dei suoi due compagni ma, soprattutto, di quali fossero le parole più opportune da utilizzare, per rivelare della loro esistenza a suo padre. A un tratto, incominciò a sentirsi sempre meno sicura riguardo la decisione che aveva preso: la paura prese a farle accelerare i battiti del cuore, rendendole i respiri brevi e tremuli.
-Forse...- iniziò col dire la ragazza, rispondendo all'insinuazione di suo padre con una mezza verità, cercando di non sconvolgerlo di colpo.
-Nel senso che vi state frequentando?-
-Non credi che io sia troppo grande per un... fidanzatino, papà? Non ho più dodici anni- sbottò, senza riuscire a trattenersi.
-Cosa vorresti dire, bambina? A dodici anni giocavi con le bambole, me lo ricordo bene. Non avevi proprio testa per i ragazzi, eri ancora troppo piccola-Aurora non riuscì a impedirsi di stringere la propria mano intorno al braccio del padre, serrando la presa con una forza decisamente eccessiva. L'uomo sembrò rimanere impassibile: forse non aveva percepito la tensione della figlia? Oppure si stava limitando a ignorarla?
Avevano iniziato a camminare a braccetto già da un po', ma a quelle parole la giovane non riuscì a impedirsi di agire con una certa rabbia, nonostante tutti i suoi buoni propositi.Suo padre non poteva neanche
ricordarsi di come erano stati i dodici anni di sua figlia; non era lì con lei e, in quel periodo, le fu lontano parecchio, sino al compimento dei suoi quindici anni: periodo in cui rientrò in patria per un paio di settimane, prima di sparire di nuovo.
Aurora non ebbe il coraggio di accusarlo di nulla, non se la sentiva proprio di rinfacciargli la sua assenza durante la sua prima cotta – che l'aveva travolta nei confronti di un ragazzino di qualche anno più grande di lei, quando aveva tredici anni.
Non se la sentì di fargli presente che, già a quattordici anni, si era legata a un ragazzo per più di un paio di mesi all'interno di una relazione stabile; a diciassette non era più vergine e a ventuno teneva in piedi la sua prima relazione poliamorosa con altre tre persone.Non gli rinfacciò la fine della sua relazione con i suoi primi amori di cui, in parte, si sentiva in colpa proprio perché allora, a causa di particolari complicazioni all'interno del suo rapporto con il padre, non si era accorta di ciò che stava succedendo a un palmo dal suo naso, finendo per vedersi sgretolare quell'amore davanti agli occhi, senza trovarsi in grado di fare alcunché per tentare di salvarlo; non gli rinfacciò neanche la sua assenza nel momento in cui lei aveva avuto più bisogno di lui.
Però, lo sapeva e lo sentiva: suo padre si era perso troppo di lei e, solo per un
momento, pensò, ancora una volta, che forse non era proprio il caso di renderlo partecipe di tutta la sua vita.
C'erano troppe cose di lei che lui ignorava ma, allo stesso tempo, Aurora comprese ch'era giunto il momento di tirare fuori tutto, magari senza essere troppo melodrammatica, ma un passetto alla volta: incominciando proprio da ciò che era davvero importante per lei in quel momento della sua esistenza.

STAI LEGGENDO
INVISIBILI
RomansAurora, Damiano e Leonardo si amano: ciò che li lega è un sentimento forte, vero, passionale, sincero, ma relegato al loro piccolo mondo. Sono INVISIBILI e non potrebbe essere diversamente: tutti e tre vivono di paure e incertezze, anche quando si...