Damiano rincasò sentendosi leggermente rincuorato dagli acquisti che aveva fatto: aveva partecipato a un colloquio di lavoro, l'ennesimo, e anche quello non era andato a buon fine. La sua testardaggine nel rispondere alla domanda "È sposato?" con la realtà della sua relazione sentimentale finiva sempre per suscitare strane reazioni: i tizi dall'altra parte della scrivania lo guardavano – nei migliori dei casi – basiti; in alternativa si chiudevano dietro strani mutismi professionali, subito dopo accampando scuse assurde e liquidandolo con frasi ambigue e mirate a offenderlo – dopotutto, erano sempre avvocati, sapevano come dire ciò che non potevano dire apertamente.
Per sua fortuna, nel corso degli anni, era riuscito a mettere da parte abbastanza denaro per mantenersi per circa un anno – continuando a seguire il suo tenore di vita –, quasi due se avesse limitato le spese, senza togliere nulla alla sua famiglia e al bambino in arrivo.
Ma stare con le mani in mano non era da lui: aveva lavorato sempre, pure mentre frequentava l'università e quel riposo forzato lo stava snervando.
Sperava di essere fortunato tanto quanto Leonardo e di trovare qualcuno più interessato alle sue capacità lavorative che alla sua situazione sentimentale; anche perché, non vedeva come quella potesse essere vista come ago della bilancia durante le sue arringhe in tribunale.Abbandonò i pacchetti sotto l'albero di Natale, rimanendo qualche altro secondo in silenzio e in solitudine, ammirando la magia di tutte quelle lucine colorate che gli accarezzavano la pelle e i vestiti.
Leonardo entrò in soggiorno, trovando il suo compagno avvolto da quel velo di magia e rimase incantato nell'osservare i riflessi delle luminarie tra i suoi capelli neri, dentro gli occhi chiari, e di come quelle sembrassero accarezzargli il contorno delle labbra. Sorrise, sentendo il petto riempirsi di dolcezza e gli si fece vicino: Damiano si accorse della sua presenza, ma rimase immobile e in attesa.Leonardo giunse alle sue spalle e gli cinse la vita in un abbraccio, lasciando che poggiasse la schiena contro il suo petto: prese a baciargli delicatamente il collo, seguendo la linea immaginaria che lo condusse presto sulle sue labbra. Fu un bacio delicato e pieno di comprensione: le labbra si sfiorarono appena, prima che Leonardo esigesse qualcosa di più profondo, premendo quasi con forza contro la sua bocca. Damiano cedette presto all'insistenza dell'altro, accogliendo la sua lingua nella bocca e si lasciarono andare a una danza sensuale, quasi sorniona, alla fine della quale si trovarono a sorridere e sfiorarsi le punte dei nasi, mentre Damiano si girava tra le braccia di Leonardo, finendo per ricambiare il suo abbraccio.
-Com'è andata?- gli chiese il suo amante e Damiano sospirò, poggiando il capo su una sua spalla.
-Niente- disse e sentì le braccia dell'altro stringerlo maggiormente a sé.
-Potreste... magari una volta che sarà nato il bambino, potreste anche aprire uno studio tutto vostro- propose Leonardo dopo qualche secondo di silenzio.
Damiano sollevò il viso verso di lui.
-Io e Rory?- l'altro annuì e l'avvocato si trovò ad aggrottare la fronte. -E se dovesse andare male?- gli chiese.
-Se dovesse andare bene? Perché pensi sempre al peggio, Momo? Dopotutto, avete già una carriera alle spalle, clienti che vi conoscono, pezzi grossi che vogliono essere affiancati solo da voi in tribunale. Avete intascato molte più vittorie che sconfitte, perché dovrebbe andare male?-Damiano stette a riflettere per un po' su quelle parole, alla fine, un sorriso curvò le sue labbra, ma la sua risposta venne interrotta dal padre di Aurora che rincasò proprio in quel momento.
Roberto entrò in casa con fare entusiasta: vide i due compagni della figlia abbracciati davanti l'albero di Natale e sorrise a entrambi, salutandoli con il cenno di una mano.
-Buon Natale!- esclamò e i due giovani risero, sciogliendosi dal loro abbraccio, per poi rimanere mano nella mano.-Mancano ancora diverse ore- gli fece presente Damiano, mentre Roberto si toglieva il giaccone e lo abbandonava su di una poltrona. Leonardo lo raccolse e fece segno al compagno di dargli anche il suo, che ancora indossava: il giovane lo sfilò e glielo porse, così che Leonardo potesse riporli entrambi nell'armadietto dell'ingresso.
Tornò poco dopo mentre Roberto si recava in cucina per mettersi a prepare la cena.
-Ti serve una mano?- gli domandò Damiano e Roberto annuì, invitandolo ad affiancarlo.
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INVISIBILI
RomanceAurora, Damiano e Leonardo si amano: ciò che li lega è un sentimento forte, vero, passionale, sincero, ma relegato al loro piccolo mondo. Sono INVISIBILI e non potrebbe essere diversamente: tutti e tre vivono di paure e incertezze, anche quando si...