10° Capitolo: La dichiarazione

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Quando mi buttai sul letto e mi addormentai subito non pensai che avrei sognato anche lui. Xander però era nella mia testa. Aveva deciso di allontanarsi e per me andava bene così. Ero scovolta, erano successe troppe cose. Dopo quello che mi disse John l'altro giorno rimasi chiusa in camera per due giorni, perdendo altri giorni di scuola, ma questo era il mio ultimo pensiero.

Era sabato è non c'era scuola e siccome Xander si era trasferito a casa nostra lo avrei di sicuro incontrato. Questo era quello che mi preoccupava di più. In questi due giorni avevo riflettuto molto, avevo capito che dovevo allontanarlo da me. L'amore che provavo per lui era sempre più forte, sembrava che meno lo vedevo e più la voglia di averlo mio aumentasse.

Ma dopo le rivelazioni dell'altro giorno volevo tenerlo lontano da me. Avevo sempre saputo di avere qualcosa di diverso dagli altri, non solo per il segno, che per fortuna aveva smesso di bruciare. John aveva fatto una foto con il mio cellulare che guardavo così ogni giorno. Era un triangolo, con dentro due ali. Due protuberanze andavano ad estendersi una verso destra e una verso sinistra, come due corna. Era strano, ma ci avevo fatto l'abitudine.

La mia paura era di far del male a Xander. John aveva detto che avevo dei poteri, che dipendeva da noi stessi se usarli nel bene o nel male. E se avessi litigato con xander e senza controllarmi lo avessi ferito? No, questa sarebbe stato intollerabile, mi sarei uccisa se gli avessi fatto del male. Lui doveva starmi lomtano e io da lui. 

Mi alzai dal letto e mi feci una doccia veloce. Asciugai i capelli perchè fuori faceva freddo, l'inverso si avvicinava e non volevo prendermi un raffreddore. Infilai dei pantaloni neri e un maglionciono rosso lungo, le calze e scesi sotto in cucina. La fama si faceva sentire.

Jerome stava lavando la cucina. Appena mi vide sembrò piuttosto sopreso, ma mi parve quasi di vedere un sorriso sulle sue labbra. "Vuole qualcosa da mangiare, signorina?" mi chiese ducatamente. "Si, grazie. Ho molta fame." Ed era vero, in questi due giorni ero rimasta chiusa in camera e John con rispetto mi aveva lasciato stare per farmi pensare, mentre Xander bussava insistentemente per sapere se stavo bene.

Jerome mi preparò delle uove, con bacon, una porzione di inslata di pollo e un succo d'arancia. Avevo una gran fame e divorai subito tutto. bevvi tutto d'un fiato l'aranciata. Era fresca ed era buonissima. Una vera pace per i miei sensi. Stavo per sparecchiare quando arrivò jerome e fece al posto mio mettendosi a lavare meticolosamente. 

Volevo dargli una mano, volevo distrarmi ed evitare di incontrare Xander in giro per casa. "Posso darti una mano, Jerome" chiesi speranzosa. Lui mi guardò per un attimo e poi scoppio a ridere. Io rimasi sbalordita, era la prima volta che vedevo jerome ridere e cominciai a ridere anche io. "Se le fa piacere, certo" mi sorrise ma riprese poi il suo tono autoritario. La mia dea interiore fece una capriola e comincia a lavare i piatti.

Passai così il pomeriggio, lavando piatti, pentole, ridendo alle battute di Jerome. Aveva un bell'umorismo dovevo ammetterlo. Quando uscì dalla cucina mi diressi in sala e vidi xander seduto sul divano, aveva l'aria assorta. I capelli in disordine sul viso. Avrei tanto voluto andare li e spostarglieli io, ma mi trattenni mordendomi il labbro.

Decisi di andare lo stesso verso di lui. Non potevo continuare ad ingorarlo, non sarebbe stato giusto e non sapevo per quando avrei sopportato questa cosa. Mi avvicinai a lui, che sembrava non avermi notato. Quando gli toccai la spalla sobbalzò e quando mi vide sorrise. Mi mancavano quei sorrisi, così liberi e spensierati. 

"Devo parlarti" disse guardandomi negli occhi "Anche io" sussurai. Scoppiammo a ridere. Mi mancavano quei momenti di spensieratezza, ma avrei dovuto imparare a farne a meno. "Comincia tu" gli dissi.

"Bene..ascolta Kassandra, io ho pensato molto in questi giorni. Mi manchi, mi mancano le nostre risate, mi manca il tuo profumo, mi manca stare con te, mi manchi tu" disse tutto d'un fiato.

Kassandra - La figlia del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora