MARTINA
Sono nella mia stanza da ormai due ore, e continuo a rigirarmi nel letto come una trottola. Le parole di Mechi un po' mi hanno colpito e vedere Jorge in quello stato non è sicuramente un piacere, anzi, vederlo spezzato in quel modo mi ha fatto sentire come se avessi appena ricevuto un pugno nello stomaco. Ci abbiamo messo un po' a convincerlo a seguirci. Fran ha dovuto chiamare Mechi perché non si voleva schiodare da li. Non so come, ad un certo punto ho perso la pazienza e gli ho detto chiaro e tondo che doveva seguirci senza fare tante storie e magicamente ci ha seguito. Chissà cosa passa per la testa di quel ragazzo, chissà quali sono le sue paure. Non so nemmeno perché me lo chiedo. Solo che vederlo in quel modo mi ha fatto uno strano effetto, mi ha turbato l'anima. Ho questa strana sensazione sulla mia pelle quando gli sono vicino, quando avverto la sua presenza intorno a me, che mi fa venire i brividi, che mi lascia senza respiro. Per di più mi sono dimenticata di rispondere a Mike, che è di nuovo arrabbiato con me. Ho la testa talmente affollata dai pensieri che proprio il mio corpo non vuole cedere al sonno, non vuole nemmeno provarci. In questo momento lui è nel nostro salottino, che giace sul divano, ubriaco, svenuto, non saprei dire. Penso a Mechi, a come gestisce sempre tutto, è davvero tosta quella ragazza, che farebbe di tutto per il fratello, che lo aiuterebbe anche se non se lo meriterebbe. Credo che se Jorge abbia ancora quel poco di umanità sia solo grazie a lei, a quello che Mechi rappresenta per lui, praticamente tutto. E' a lei che si aggrappa, è lei che non vuole deludere, è lei che lo tiene in piedi e lui lo sa benissimo. Un rumore strano mi spaventa. Mi alzo di scatto a sedere sul letto mentre noto la maniglia della mia stanza abbassarsi e lentamente aprirsi. << Jorge >> dico io e lui fa capolino nella stanza richiudendo la porta dietro di se. Ho l'istinto di coprirmi con il lenzuolo come per ripararmi, << Che ci fai qui? >> domando. Nel buio i suoi occhi incrociano i miei e riesco a percepire l'intensità con cui mi osserva. << Non è divertente >> borbotto quando non dice una parola, un leggero sorriso sbuca sul suo volto e si avvicina al mio letto. << Sei ubriaco... stammi alla larga >> lo minaccio io ma si siede comunque sul bordo del letto accanto a me, e ancora mi osserva. Il fiato inizia a mancarmi, il cuore mi batte all'impazzata, vorrei urlare ma è come se non riuscissi, come se il mio corpo fosse bloccato da quello sguardo che continua a guardarmi. << Jorge esci dalla mia stanza >> dico con un filo di voce, << Non ti farei mai del male >> dice poi avvertendo la mia paura, sembra ancora un po' alticcio, ma anche serio da morire. La sua mano finisce lentamente sul mio viso, il calore di quel contatto mi pervade, mi accarezza piano la guancia, osserva ogni minimo particolare del mio viso, come se volesse inciderlo nella sua testa. Mi rendo conto che non sto respirando, lui accenna un piccolo sorriso e io sono estremamente confusa. << Jorge... >> inizio a dire, ma le sue labbra finiscono sulle mie, senza che me ne rendessi conto, una cosa totalmente inaspettata. Dentro di me è come se l'adrenalina avesse preso il sopravvento, riesco a sentire, a percepire ogni singola parte del mio corpo, sento il sangue scorrermi nelle vene, il cuore battere, la sua pelle contro la mia. Qualche secondo dopo lo spingo via, lo guardo scioccata e senza parole. Anche lui sembra incredulo. << Vai via >> gli dico << Subito >> borbotto guardando in basso. Non ricevo risposta, lui non si muove, sembra pietrificato. << Non è un gioco Jorge... vattene... io non sono una di quelle, per me certe cose contano >>, i suoi occhi si puntano nei miei. Sembra tornato in se, come se il gelo lo avesse invaso di nuovo, come se la sua anima fosse sparita ed eppure in quel brevissimo istante mi è sembrato di sentirla, che si insinuava sotto la pelle. Lui silenziosamente si alza e se ne va, come se niente fosse accaduto. Ritorno sola nella mia stanza, sconvolta e con ancora più pensieri in testa che non mi danno pace. Mi lascio andare sul letto, coprendomi fin sopra la testa con le coperte. Decido dentro di me di dimenticarmene, di far finta che questo non sia mai accaduto, come se fosse stato un sogno e niente più. Eppure non riesco a togliermi dalla testa ciò che è successo. Dovrei raccontarlo a Mechi, ma non ne sono sicura, perché in realtà non so nemmeno io cosa sia successo. Non so bene come interpretare tutto ciò. Era ubriaco? Voleva prendermi in giro? Spaventarmi? Non sapeva cosa stava facendo? Domande a cui non credo avrò mai risposta. Uno stupido bacio durato forse dieci secondi, che non si e spinto oltre, devo dimenticarlo. E dopo mille giri nel letto, all'alba mi addormento, il mio corpo mi abbandona dalla stanchezza e i miei occhi si chiudono lasciando spazio ai sogni. E' stata la notte più strana della mi vita.
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Anime Perdute
Teen FictionQuesta storia parla di un gruppo di ragazzi che frequentano l'università. Ognuno di loro porta dentro di sé dei demoni, delle ferite che spesso incidono sul loro modo di vivere la vita. Le loro storie si intrecceranno. Troveranno nuovi modi per affr...