Capitolo 14

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MARTINA

Non ho raccontato a Mechi cosa è successo, non ne sono in grado, non nemmeno come spiegarglielo, non so nemmeno che effetto mi ha fatto. Mi ha lasciato talmente stordita e confusa che non riesco a pensare lucidamente a ciò che è successo, per poter capire quel gesto, quel leggero tocco ha messo tutto in discussione dentro di me. Quel bacio sapeva di disperazione, di salvezza, come se ne avesse talmente bisogno da non poterne fare a meno, ma forse sono solo delle mie stupide sensazioni. Il problema è come se avesse lasciato un'impronta malinconica dentro di me. Come se mi fossi presa un po' del suo dolore. E sembra tutto così assurdo. Sto anche tardando ad incontrarmi con Mike, perché ho paura che potrebbe capire che qualcosa non va, che io non so se sono pronta a stare ancora con lui e non so se lo sarò mai, perché non è quello che realmente voglio... sinceramente non so nemmeno cosa voglio. Vorrei potermi dimenticare di tutti questi stupidi problemi, di questi inutili pensieri che non mi permettono di concentrarmi, ma ogni volta che cerco di distrarmi riaffiorano dentro di me, vengono a galla come se non potessi annegarli sul fondo. << Sei sempre così pensierosa? >> mi chiede la ragazza dai capelli rossi. Io, Cande e Mechi abbiamo deciso di andare a pranzo insieme, << No... sono solo un po' presa dal compito che mi ha dato il professore, devo trovare un idea per scattare delle foto, devono rappresentare l'infinto >> alzo gl'occhi al cielo, << Cioè? >> chiede lei confusa con la faccia buffa che mi fa sorridere, << Cioè immortalare l'infinito dove lo vediamo, dove secondo noi risiede >>, << E' inutile che provi a spiegarglielo, lei è un genio della musica... sul resto beh... >> fa la spiritosa Mechi, << Ehi! >> la rimprovera Cande e insieme ci mettiamo a ridere. Qualcuno attira la nostra attenzione, << Buongiorno fanciulle >> ci sorride Ruggero, uno degli amici di Jorge. Mi innervosisco un po', potrebbe sapere cosa è successo, potrebbe lanciarmi qualche battutina imbarazzante, ma mi rilasso appena noto che sembra non saper nulla. << Ruggero... >> gli sorride Mechi << Strano che non sei con mio fratello >> borbotta poi lei, meglio così penso invece io dentro di me. << E' appena andato a lezione, sembrava entusiasta per un lavoro... non so bene però di cosa si tratta >> le spiega lui e poi il suo sguardo si ferma su Cande e rimane a guardarla per qualche istante. << Tu sei? >> chiede poi molto incuriosito, << Candelaria... piacere >> allunga la mano lei spavalda, non sembra in soggezione o imbarazzata dallo sguardo che le riserva il ragazzo dai capelli ricci. << Il piacere è tutto mio credimi >> gli sorride poi lui, lei lascia la stretta e ricambia il sorriso, sostenendo il suo sguardo, quello imbarazzato ora è lui. Dopo qualche secondo di uno strano silenzio Mechi si schiarisce la voce, << Noi andiamo, salutami il mio caro fratellone quando lo vedi >> dice mentre afferra il braccio di Cande e la trascina via, sorpassiamo Ruggero che ci segue con lo sguardo << Sarà fatto >> dice voltandosi del tutto, fissandoci finché non svoltiamo in un altro lungo corridoio. << Gli piaccio >> dice sicura di se Cande, << Si, si è notato >> ribatte Mechi, << Comunque stai attenta >> la avverto io, << No non devi Ruggero è un bravo ragazzo... fidati >> mi corregge lei guardando Cande, << Sono confusa >> brontola poi la rossa scrutandoci per le nostre diverse opinioni. Dopo pranzo saluto le due ragazze e mi affretto ad andare a lezione, devo andare nell'ala est dell'edificio, quindi mi tocca uscire e attraversare il giardino che c'è tra le due sezioni separate. Mentre cammino il mio pensiero va ancora a quella notte, ma qualcosa subito mi distrae. Nascosti in uno dei vicoli, che gli studenti usano come scorciatoie, ci sono Lex e Alba che discutono, lui gli rivolge parole davvero poco carine, lei sembra quasi spaventata e delusa dalle parole del ragazzo. << Sei solo una stronza, ti avevo detto di non parlare con quello sfigato e ti trovo al bar che ridi con lui >> le punta un dito contro lui, << Segue il mio corso, non stavamo facendo nulla, nemmeno mi piace, non puoi accusarmi solo perché lo conosco >> ribatte immediatamente lei, << Sei solo una troia invece, pensi di fregarmi, non sai contro chi ti stai mettendo... non permetterti di prendermi in giro altrimenti me la paghi >> la minaccia e poi sparisce, incazzato se ne va lasciandola sola. Una lacrima le sfiora il viso e quindi decido di avvicinarmi per sapere se le serve aiuto, se sta bene. << Tutto ok? >> le chiedo io quando oramai le sono vicino, lei alza lo sguardo su di me e cambia espressione appena mi vede, da affranta e triste diventa fredda e distante, quasi innervosita dalla mia presenza, << Sto benissimo grazie >> risponde, << Non mi sembra >> decido di insistere, perché sinceramente quel che ho visto un po' mi ha preoccupato, << Sto benissimo ti ho detto... non impicciarti fatti gli affaracci tuoi >> tuona come un lampo, poi mi volta le spalle e se ne va. Rimango a guardarla, dispiaciuta per lei.

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