Capitolo 31

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MARTINA

Mi sveglio di soprassalto nel mio letto dopo aver sognato ancora una volta Jorge. Mi rendo conto di avere il fiatone, di respirare a fatica. Ancora quell'immagine di lui avvinghiato a Roxie mi tormenta nel sonno, è ormai due notti che non faccio altro che sognare quell'immagine che mi ha colpito l'anima. Mi alzo nel bel mezzo della notte, esco dalla mia stanza e mi dirigo verso la nostra piccola dispensa per prendere una bottiglietta d'acqua, ho la gola secca, lo stomaco vuoto e il cuore che trema. Mi metto a sedere sul divano, non ho voglia di richiudere gl'occhi, non ho voglia di riaddormentarmi e rivedere ancora Jorge che bacia quella ragazza. Afferro la mia borsa e tiro fuori il faldone dove tengo tutte le foto con i loro relativi negativi, inizio farle scorrere finché non arrivo a quelle scattate a lui, alla mia prima festa, quel giorno che era seduto nel giardino dell'università. Il suo viso catturato dalla mia macchina fotografica. Una a una le sfilo e le osservo catturando ogni minimo dettaglio di quel volto. Le sfioro come se lui potesse captare il mio tocco da qui. Quello sguardo vuoto e cupo, quei occhi che nascondono un mondo, un mondo difficile, ma pieno di emozioni, anche se lui non se ne rende conto. Affoga tutti i suoi sentimenti anche se li prova, non riesce a capire che li sta vivendo, non se ne rende conto ma è così, perché io nei suoi occhi ho visto altro, ci ho visto un infinità di amore, di paura, di voglia di vivere. Deve solo imparare a godersi la felicità quando gli arriva, deve imparare a lasciarsi andare alle emozioni senza aver timore, ma per lui non è facile, lo so dopo quello che mi ha raccontato, dopo quello che mi ha detto ho iniziato a capire perché si comporta così, solo che mi fa male, mi fa male quando perde il controllo e non ragiona più, quando si butta nelle braccia di un'altra invece di affrontare i suoi veri sentimenti, perché io lo so cosa prova per me, anche se lui non lo ammetterà mai e io non posso vivere così, non posso farmi distruggere da lui, incapace di dirmi e di dimostrarmi ciò che prova, nella mia vita ho bisogno di una persona che non abbia paura ad esprimere ciò che sente per me, che me lo dimostri e non che si chiuda in se stesso anche se capisco perché lo fa, non credo di essere disposta a vivere in quel modo. << Buongiorno >> sento la voce di Mechi dire, apro gl'occhi e mi rendo conto di essermi addormentata sul divano, ho ancora il faldone sulle gambe e appena vedo che ore sono mi alzo di scatto, è davvero tardi, ho lezione fra un quarto d'ora e devo ancora prepararmi. << Sei per caso in ritardo? >> chiede lei quando mi vede correre di qua e di là come un razzo, << Secondo te? >> le chiedo in modo sarcastico, lei sorride e io mi fiondo fuori dalla porta senza nemmeno guardarla, << Tini hai lasci... >> dice ma non la sento terminare la frase sono troppo dì fretta per ascoltarla. Lodo mi guarda male quando arrivo di corsa, per fortuna stanno entrando tutti ora, << Hai fatto le ore piccole? >> mi chiede scrutandomi, << Mi sono svegliata dieci minuti fa... non ho sentito la sveglia >> le rispondo io, << Si vede >> mi guarda male Diego e io ricambio lo sguardo << Grazie per avermelo fatto notare >> ribatto e insieme scoppiamo a ridere. Durante la lezione noto che ogni tanto Diego sorride a Lodo e lei fa altrettanto, siamo fuori all'aria aperta, stiamo facendo una lezione sulla luce naturale e appena la bruna si allontana un po' da Diego mi avvicino a lei per saperne di più. << Allora... mi racconti quello che sta succedendo? >> le chiedo divertita, << Che intendi? >> fa la finta tonta lei, << Dai Lodo non fare la dura, racconta! >> insisto io, << Ok però non dirlo a nessuno e non è niente di ufficiale >> borbotta senza farsi sentire da nessuno, io la fisso con insistenza voglio che parli, ma ci mette un po', << Diego mi ha chiesto di uscire e non da amici... insomma stiamo vedendo se potrebbe funzionare prima di rovinare la nostra amicizia >> spiega lei e un gridolino mi esce dalla bocca che lei subito mi tappa << Non urlare così >> mi dice prima di lasciarmi andare, << Ok ok! >> le sorrido << Sono davvero contenta per voi, soprattutto per te >>, << Perché per me? >> domanda lei, << Perché ho sempre pensato che tu fossi innamorata di lui, non ero sicura di lui, ma credo lo nascondesse >> lei mi guarda confusa dopo che le ho spiegato come la penso, << Davvero lo pensavi? >> chiede scioccata, << Certo Lodo, il modo in cui lo guardavi >> ammicco io, lei arrossisce << Non dire queste cose mi metti in imbarazzo >> brontola, << Siete così carini >> faccio la sdolcinata io e il mio stomaco si svuota appena penso che anche io vorrei sentirmi così, imbarazzata, con le farfalle nello stomaco e gl'occhi piani di amore, ma la mia situazione è molto più complicata di così. La giornata passa lenta e spesso e volentieri i miei pensieri volano a lui. Mentre sto tornando nel mio alloggio mi sento strana, ho una sensazione addosso che non so nemmeno spiegare, ma che capisco appena vedo Jorge appoggiato al muro vicino alla porta del mio alloggio e il mio cuore manca un battito.

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