Capitolo 19

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MARTINA

Cammino per i corridoi con Lodo al mio seguito, è silenziosa e pensierosa, troppo ultimamente. Vorrei tanto sapere cosa le passa per la testa, scoprire cosa la turba così tanto. << Stai bene? >> le chiedo io, lei alza solo il capo per guardarmi e tarda a rispondermi, << Si >> borbotta poi leggermente. Non so bene cosa le prenda, ma mi dispiace vederla così. Anche io ultimamente dentro di me, mi sento strana. Penso ancora al messaggio che Mike mi ha mandato ieri sera. Ci sono rimasta molto male, mi ha praticamente detto che non mi riconosce più, che sono distante, che fuggo da lui, ma non è proprio così, c'è molto altro dietro a tutto questo. << Hai per caso litigato con Diego? >> le domando, << No, non ci ho litigato >> abbassa lo sguardo lei. Qualcosa mi sfugge, << Dovrebbe solo crescere un po' invece di fare sempre lo stupido >> brontola poi, << Che ha fatto? >> sono curiosa, << Ah.... Niente >> cerca di sviare il discorso lei << Lodo >> la richiamo io per farle capire che me lo può dire. Si incupisce leggermente << E' che è il classico maschio della sua età >> sputa fuori << E non capisce niente, sembra che viva su un altro pianeta, insomma sono stufa di sentirlo parlare di serate, di feste e di ragazze >> fa un gran sospiro. Riesco a percepire il suo fastidio da qui. Ho la sensazione che lei sia innamorata di Diego, ma che abbia paura, una grande paura ad ammetterlo, anche a se stessa. Decido di non infierire troppo, non mi sembra il caso di mettermi in mezzo, siccome mi sono resa conto che Diego mi dà certe attenzioni, forse se lui lo sapesse sarebbe diverso... è davvero così idiota da non comprendere che la sua più grande amica abbia una cotta per lui? Quando ritorno nel mio alloggio è ormai sera, Mechi rimarrà da Fran questa notte quindi ho l'alloggio tutto per me. Un suono mi avverte che mi è arrivato un messaggio, un lungo messaggio direi, da parte di Mike. Mi sta incolpando di averlo fatto aspettare per niente, di essere insensibile, di non essere più la Tini che lui ha conosciuto. Si dice deluso da me e questo mi fa male, mi fa tanto male, perché lui non merita questo da parte mia, dopo tutto quello che ha fatto, ma purtroppo non posso andare contro le mie sensazioni, al mio cuore. Stare con lui in questo momento sarebbe come prenderlo in giro. Queste parole mi toccano nel profondo, mi fanno sentire a pezzi. Apro il piccolo frigorifero che abbiamo nel nostro alloggio, per prendere qualcosa di fresco, noto una bottiglia di vino bianco, deve essere di Mechi. La osservo per qualche secondo prima di afferrarla e stapparla. Mi verso un bicchiere, pensando che forse potrebbe calmarmi, so di non essere perfetta, ma non credo nemmeno di meritarmi tutte quelle parole che Mike mi ha scritto, gli avevo parlato chiaro prima di partire per l'Europa eppure lui mi sta dicendo che l'ho ingannato, è stato lui a volermi aspettare, io non gli ho chiesto proprio nulla. Tutto questo mi innervosisce. Verso un altro bicchiere perché il primo non sembra aver funzionato e poi un altro, e un altro ancora, finché non mi verso l'ultimo bicchiere per finire definitivamente la bottiglia. Penso a Mike, a Zane, a Andrew, a Diego e anche a Jorge e mi metto a ridere come una stupida, da sola, non so nemmeno il perché. Mi sdraio sul divano e delle stupide risatine continuano ad uscire dalla mia bocca. Sento la porta aprirsi e alzo solo il capo, riconosco Jorge che mi guarda confuso, << Ciao Jorge >> dico e mi metto a ridere. << Dov'è Mechi? >> chiede lui, << Dal suo bellissimo ragazzo Fran >> sbiascico e mi metto ancora a ridere. Jorge si avvicina a me e mi guarda dall'alto, << Sei per caso ubriaca? >> chiede serio, << Nooooo, ma che dici, sto benissimo >> cerco di essere seria, ma ancora una volta scoppio a ridere, << Ok, forse è meglio se ti metti a letto >> cerca di aiutarmi lui << Hai bisogno di una bella dormita e domani mattina ti pentirai di esserti scolata una bottiglia di vino >> indica la bottiglia appoggiata sul tavolo, la guardo anche io e rido ancora. Si abbassa e cerca di prendermi in braccio per tirarmi su, ma io mi agito. << Non toccarmi, voglio stare qui >> brontolo come una bambina, << Martina... è meglio se ti metti a letto >> spiega calmo lui, << Ma io non ci voglio andare, non se il mio padrone >> dico alzandomi di scatto e la testa inizia a girare. Perdo l'equilibrio e Jorge mi afferra al volo, stringendomi tra le sue braccia, << No, non sono il tuo padrone, ma devi andare a letto >> dice in modo serio mentre mi tiene stretta per non farmi perdere ancora l'equilibrio. Rimango a fissargli gl'occhi verdi come due smeraldi e le labbra rosee. Forse è il vino a parlare, ma come può essere così bello. Lui mi scruta per cercare di capirmi, per capire cosa mi passa per la testa, mentre in silenzio lo scruto attentamente. Mi viene d'istinto, o forse è il vino, gli accarezzo piano il volto e quel contatto mi svuota lo stomaco, mi fa mancare l'aria nei polmoni. << Martina non fare così >> deglutisce piano lui, mi rendo conto del fatto che mi piace pure il modo in cui pronuncia il mio nome, << Non è semplice per me controllarmi, cerca di capire >> sembra anche lui senza fiato, rimango con gl'occhi puntati nei suoi e dentro invece di vederci il vuoto, ci vedo un mondo, ci vedo lui, che ha bisogno di tutto l'amore del mondo, e senza pensarci appoggio le mie labbra sulle sue.

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