Capitolo 25

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MARTINA

<< Sputa il rospo >> dico a Mechi mentre mi guarda, in attesa di dirmi qualcosa, << Mia madre da una festa da noi e mi ha detto di invitarti... devi assolutamente venire >> mi guarda con occhi supplichevoli, << Non so Mechi, dopo tutto quello che è successo con Jorge non credo sia il caso >> borbotto, << Lo so, ma io penso che dovresti venirci lo stesso, vedrai ti divertirai, mi ha chiesto espressamente di te, è il suo compleanno e non voglio deluderla >> cerca di convincermi lei in tutti i modi, << Ci penso >> brontolo, << Non puoi pensarci devo darle conferma, la festa è domani >> mi scruta attentamente per vedere la mia reazione, << Me lo dici solo ora? >> chiedo io << Non ho nemmeno tempo per comprarmi un vestito >> le faccio notare, << Allora è un sì! Ci vieni! >> urla entusiasta lei, << Non è proprio quello che ho detto >> ribatto io guardandola in malo modo, << Dai Tini ti pregooooo! Per il vestito ci penso io, ne ho già trovato uno adatto a te >>, << Non voglio che tu mi faccia questo genere di piaceri >>, << Troppo tardi me lo sono già fatto consegnare >> mi guarda con uno sguardo colpevole, << Ma se non sapevi nemmeno se ti avrei risposto di si? >> dico quasi scioccata, << Sapevo che ti avrei convinta >> fa un enorme sorriso lei e si dirige verso il bagno per farsi una doccia, << Prima o poi me la pagherai! >> farfuglio io quando scompare dietro la porta. E' quasi una settimana che non vedo e non ho più notizie di Jorge, ed è meglio così, non so bene come reagirei, anche se continua a girarmi nella testa. Andrew si sta riprendendo, ha solo un leggero livido sotto l'occhio destro ormai, mi sono scusata tantissimo con lui per il comportamento di Jorge, ma lui mi ha detto di non preoccuparmi, che sa che non è colpa mia. << Sei pazza? >> le chiedo quando indosso il vestito che mi ha dato, è ormai sabato sera e noi dobbiamo prepararci per la festa. << Tini sei perfetta, sapevo che ti sarebbe andato a pennello >>, << E' troppo Mechi >> le faccio notare. Indosso un vestito nero, che mi lascia la schiena scoperta incorniciata da decorazioni d'argento. << Non è troppo... è adatto a te >> brontola lei mentre si specchia nel suo vestito color oro elegante ma comunque sbarazzino come lei. Sbuffo infilandomi i sandali neri dal tacco sottile, arrendendomi a questo vestito, l'unico che ho per l'occasione. Non potevo certo presentarmi a casa loro in jeans e camicetta. Quando arriviamo noto che la casa è enorme, Fran da gentiluomo ci apre le portiere dell'auto per farci scendere, vestito di tutto punto con un completo blu scuro e camicia bianca. Il giardino circostante alla casa gigantesca è allestito con tendoni e tavoli da buffet, dove la gente già spizzica cibo qua e là mentre sorseggia calici di vino. Un piccolo palco ospita dei musicisti, una donna meravigliosa con un arpa, un giovane con il violino e un signore seduto al piano forte. << Siete arrivati finalmente >> la voce della madre di Mechi ci raggiunge, quando mi volto la vedo raggiante in un completo azzurro che le mette in risalto gl'occhi, Mechi l'abbraccia subito seguita da Fran e le fanno gli auguri. << Sono contentissima che tu sia qui Martina >> mi fa un sorriso splendido e genuino lei, << Grazie mille per l'invito e tantissimi auguri >> ribatto io alle sue parole. Un uomo dall'aria galante e gentile, con i capelli brizzolati e ben messo si avvicina a noi, << Caro >> gli sorride la donna << Ti presento Martina, è la compagna di alloggio di Mechi >> mi indica lei gentilmente, l'uomo allunga la mano che io stringo << Piacere sono Maxwell >>, << Piacere mio >> sorrido piano un po' in soggezione, << Sei veramente splendida >> si complimenta lui con me e mi fa sorridere. Mechi inizia a raccontare tutto di me a suo padre, di come ho viaggiato e delle mie stupende foto. L'uomo sembra colpito e inizia a complimentarsi per la mia tenacia, per le mie decisioni e per la mia intelligenza. << Ecco Jorge >> sento dire ad un certo punto dall'uomo vestito di grigio perla. D'un tratto davanti a me compare Jorge, indossa un completo nero, con camicia in tinta, non sembra nemmeno lui, anche se comunque si percepisce la sua parte oscura quella che lo contraddistingue sempre e comunque. << Noi andiamo a prendere qualcosa da mangiare, siamo affamate >> mi trascina via Mechi capendo il mio disagio, lasciando Fran con Jorge e la sua famiglia. Iniziamo a servirci del cibo e bevo un calice di vino squisito mentre mi guardo in giro. C'è un sacco di gente, tutti vestiti in modo elegante, c'è chi mangia, chi chiacchiera amichevolmente, chi si perde nelle strane sculture sparse per il giardino, chi si mette ad ascoltare i musicisti e qualcuno che ogni tanto si mette a danzare. Non ho mai fatto parte di questo ambiente, in questo posto e in questa situazione mi sento un po' fuori luogo. Mechi va in bagno lasciandomi sola, facendomi giurare di non muovermi dal punto in cui mi ha lasciato. << Ti stai divertendo cara? >> mi chiede ad un tratto una voce, quando mi volto trovo due occhi azzurri guardarmi, << Si, molto è una bellissima festa e ha una casa favolosa >> le rispondo io in modo educato, << Chiederò a Mechi o a Jorge di mostrarti gli interni se desideri >> mi fa un gran sorriso lei << E sei sempre la benvenuta >>, << Grazie >> ribatto in imbarazzo. << Non vorrei essere invadente... ma è successo qualcosa con Jorge? Noto che vi evitate >> mi scruta lei dolcemente, << Suo figlio ha un carattere complicato >> rispondo solamente, lei fa una risatina << Lo so benissimo, non è facile da gestire. Tutto quello che ha passato l'ha portato a chiudersi in se stesso, già da quando era piccolo era così, non faceva avvicinare nessuno, era solitario e sempre arrabbiato, ci ho messo molto a farmi accettare da lui, all'inizio non ne voleva sapere proprio. Quando i servizi sociali me lo affidarono era pelle e ossa, non parlava e sembrava vuoto >>. Mentre mi racconta queste cose mi viene la pelle d'oca, pensare ad un Jorge bambino, impaurito e indifeso che non si fida più di niente e di nessuno, << E' stato difficile, purtroppo certe cose sono difficili da superare, soprattutto quando le affronti di persona, cosa può fare un bambino davanti alla crudeltà umana se non rimanerne traumatizzato >> lei si avvicina piano a me, come se volesse dirmi un segreto << Lui ha bisogno di qualcuno che non si arrende, che davanti al suo modo di essere non fugga, solo così si rende conto di quanto sono importanti le persone intorno a lui e inizia a dare amore, quell'amore che gli è stato tolto... io non mi sono arresa >> fa un piccolo sorriso e poi si allontana come se niente fosse.

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