Capitolo 29

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MARTINA

La mattina vola velocemente, la trascorro in compagnia di Lodo e Diego che si comportano in modo strano, prima stavano sempre a ridere, ora sembrano quasi imbarazzati quando semplicemente si guardano, sinceramente non ci sto capendo più niente di tutta questa faccenda, ma non mi voglio impicciare troppo, è meglio che le cose seguano il loro corso, come il destino ha deciso, e forse anche io dovrei pensare prendere ciò che arriva, senza farmi troppe domande o troppi pensieri. << Quindi questa sera esci con Andrew >> mi guarda scioccata Lodo, << Già, non è la prima volta che ci esco >> le faccio notare, << Lo so, ma questo sembra più un appuntamento serio, capisci... >> mi guarda lei, << Si forse è così, l'altra volta non l'ho preso come un vero e proprio appuntamento, questa volta invece credo che lo sia a tutti gli effetti >>, << Spero per te che vada tutto alla grande >> mi sorride lei, << Spero davvero che faccia sul serio con te >> mi dice poi Diego, << Anche tu non ti fidi di lui? >> chiedo, << Non saprei, non ho mai sentito molto parlare di lui perché non conosciamo le stesse persone, ma non so non mi sembra un tipo affidabile, magari mi sbaglio >> fa spallucce, << Anche tu non sembri tanto affidabile >> ribatte la mora a quello che è il suo migliore amico, << Ma lo sono però >> si impunta lui, << Non saprei sai >> risponde lei sarcastica e Diego si mette a ridacchiare, noto un rossore leggero sulle sue guance. << Ora vado nel mio alloggio a studiare altrimenti questa sera ho la testa da un'altra parte >> borbotto io prima di andarmene, << Buon appuntamento Tini >> mi augura Lodo e io mi volto a guardarli, << Forse un appuntamento farebbe bene anche a voi due >> entrambi cambiano espressione e si ammutoliscono, sono veramente buffi, io alzo la mano e poi me ne vado ridacchiando per la loro reazione. Verso sera mi preparo per la serata, << Non credi di esagerare, insomma esci con Andrew >> mi guarda Mechi mentre mi tiro un po', << Devo pur fare colpo non trovi >> le faccio un sorriso sarcastico io, << Non so... per me è troppo per lui >> incrocia le braccia al petto e si appoggia allo stipite della porta << Tu sei troppo per lui >> si corregge poi, << Mechi non iniziare, ti ho detto che non cambio idea >> cerco di farle capire, uscirò con Andrew e così sarà, devo farlo, ho bisogno di farlo. << Qualcosa mi puzza e quando me lo sento dentro è perché è vero >> si ostina lei, << Appena scoprirai di cosa si tratta me lo dirai, per ora esco con lui >> e chiudo qui la discussione. Quando me lo ritrovo davanti è davvero elegante, porta un paio di Jeans, una camicia bianca con il colletto un po' aperto e una giacca scura. I capelli sistemati con il gel e un enorme mazzo di fiori in mano, << Per te >> mi sorride lui, io mi imbarazzo e porto i fiori nell'alloggio dove Mechi ci guarda malissimo, con uno sguardo le dico di smetterla, le ho fatto promettere di stare zitta e di non dire una parola. Brontola un leggero << Divertitevi >> quando usciamo. << Alla tua amica non piaccio molto >> nota Andrew, mentre siamo in macchina, << E' solo un po' diffidente >> faccio spallucce io, << Beh se guardiamo chi è il fratello non ci vuole molto a capirne il motivo >> si spinge un po' troppo oltre con le parole. << Preferirei non parlare di questo >> concludo io e lui acconsente con il capo. Rimango scioccata quando mi trovo ai piedi di un enorme palazzo e saliamo all'ultimo piano dove è situato un ristorante di lusso, << Non dovevi esagerare così >> dico io quando mi accomodo al tavolo, << Per te questo e altro >> dice in modo talmente serio che quasi ci credo, anche se dentro di me rimane sempre quel piccolo dubbio. Lui mi piace, mi sta simpatico, ma non sento dentro di me quella cosa che scattava quando ero con Jorge e poi non riesco a fidarmi al cento per cento, però in qualche modo devo uscire da quel tunnel in cui mi sono cacciata e questo è un buon modo per farlo, per distrarmi, per sentirmi apprezzata in qualche modo. Parliamo tanto, ci raccontiamo le nostre vite, lui ha fatto una vita agiata, i suoi genitori sono due avvocati importanti di New York, anche se da quello che racconta si è sempre dato da fare, insomma non è il classico figlio di papà. Mi racconta di come è entrato a far parte della confraternita e del parchè per lui è così importante. La serata scorre e i minuti passano senza che io me ne renda conto, mentre racconta di lui, mentre mi perdo nelle sue parole, senza traumi, senza tragedie, senza litigi. E' talmente tutto tranquillo che quasi mi manca urlare e arrabbiarmi, come facevo con Jorge, che a proposito ogni tanto mi compare nella testa il suo volto durante la serata. Lo faccio entrare nell'alloggio quando torniamo, Mechi non c'è, gli offro una birra che c'è nel piccolo frigorifero che abbiamo a disposizione e ci accomodiamo sul divano. << Quando torna la tua coinquilina? >> chiede lui, << Non saprei, dovrebbe essere da suo fratello o almeno così ha detto >> spiego io. Lui mi sorride e si avvicina piano, << Sai che sei davvero bella >> ammicca lui e mi sfiora piano il viso, io mi imbarazzo, non so che dire e dalla bocca mi esce un flebile << Grazie >> appena percettibile. Mi manca il fiato quando lui si avvicina ancora e mi fissa negl'occhi come se aspettasse una mia reazione, ma non mi muovo, rimango ferma come una statua e la sua bocca è sulla mia. All'inizio è un bacio leggero, ma poi lui inizia a diventare più frenetico, più animalesco, come se il suo fine fosse andare oltre. Ci interrompe la porta che si spalanca, Mechi ci guarda e sembra arrabbiata più che mai, dietro di lei Fran e Jorge, che mi guarda quasi disgustato. << Stai lontano da lei >> lo minaccia poi Mechi.

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