Capitolo 33

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MARTINA

Mi sveglio veramente confusa, ho la mente annebbiata, non ricordo bene cosa sia successo, l'ultimo ricordo che ho è che ero alla festa ed ho incontrato Zane. Mi volto nel letto e mi sembra di riconoscerlo, mi sembra di riconoscere questa stanza, è quella di Jorge. Non so come ci sono finita qui, non so nemmeno perché sono qui. Quando riesco a mettere a fuoco per bene ciò che mi circonda, guardo la sveglia e sono ormai le undici di mattina, per quanto ho dormito? Eppure mi sento così stanca. Scendo piano dal letto e senza far troppo rumore inizio a guardarmi in giro, c'è molto silenzio. Appena entro nel salotto lo vedo. Sta dormendo sul divano, sembra un ragazzino con tutti i capelli scompigliati, ma nel suo volto, anche se sta dormendo, si nota che è agitato e preoccupato. << Si è addormentato poco più di mezz'ora fa >> sento dire e dallo spavento mi volto. Dietro di me c'è la madre di Jorge, che ha in mano un vassoio, << Ti stavo preparando qualcosa per quando ti saresti svegliata... come ti senti cara? >> chiede gentilmente, appoggia il vassoio sul tavolo in salotto e si avvicina a me, << Non dovresti stare in piedi >> dice scrutandomi, mi appoggia una mano sulla fronte, << Mi sento confusa e con la testa davvero pesante... Cosa è successo? >> chiedo io dopo che ho spiegato come mi sento, << Ti hanno dato dell'ecstasy Martina, credo che l'abbiano fatto per gioco, per vendicarsi di qualcosa >>. La guardo stranita, che cazzo è successo? Deve essere stato quello stronzo di Zane, come ha potuto? Mi manca l'aria, << Calmati... non è successo nulla, per fortuna Jorge ti ha portata qui e mi ha chiamato >> mi accarezza il volto, io guardo Jorge e lei volta il capo e fa lo stesso. Come sempre è arrivato lui a salvarmi, come sempre lui c'è per me. << Sono riuscita a convincerlo a dormire, ha fatto tutta la notte avanti e indietro davanti al letto e credo di non averlo mai visto piangere così... nemmeno quando era piccolo >> dice soprappensiero credo stia immaginando Jorge da piccolo, di quel bambino distrutto troppo presto. Non riesco proprio immaginarmi Jorge che piange... figuriamoci per me. Eppure ho i brividi in tutto il corpo. Sua madre mi fa sedere sulla poltrona e mi costringe a mangiare qualcosa per poi darmi un antidolorifico per il mal di testa che mi affligge, mentre io continuo a guardarlo, non riesco a fare altro. << Sai... >> inizia a parlare lei e sembra estremamente seria << Credo che tu abbia in qualche modo cambiato la vita di mio figlio, non so cosa tu abbia fatto, ma credo che tu sia speciale. Jorge non è mai stato sentimentale, ma ho percepito piano piano il suo cambiamento e ieri sera ne ho avuto la conferma, ti guardava come se tu fossi la ragione della sua vita, perderti l'avrebbe letteralmente ucciso, lo vedevo nei suoi occhi, lo percepivo nell'aria, non lo riconoscevo nemmeno, era in preda al panico... per te >> mi fa un piccolo sorriso lei, talmente sincero da toccarmi il cuore. << Suo figlio mi ha detto il contrario in realtà... >> ripensando a quando è venuto nell'alloggio per gettarmi fango addosso, quando mi ha detto che io non l'avrei mai potuto aiutare, che ero una delle tante e niente di più. << Mio figlio dice tante cose... ma dentro ne prova altre >> mi scruta lei attentamente come se volesse farmi capire qualcosa, si alza dalla sedia e raccoglie le stoviglie usate per la colazione e inizia a sistemarle in silenzio, mentre io rimango li sulla poltrona a guardarlo ancora, mentre dorme e mi faccio cullare dal suo respiro lento e leggero. << Bene io posso andare >> mi sorride la donna che mi ha salvato la vita, dopo che mi ha controllato un'ultima volta, << Dove? >> chiedo io, << Fra un'ora devo essere all'ospedale, puoi dire a mio figlio di chiamarmi quando si sveglia... o quando a tempo >> mi sorride lei << Spero di vederti presto Martina >> dice con sincerità prima di sparire e lasciarmi li, non so bene cosa fare. Vado in camera e prendo la mia borsa e cerco il telefono. Torno in salotto e faccio scorrere la rubrica per chiamare Mechi ma non risponde. L'ansia inizia a invadere il mio corpo mentre nella mia testa inizio a realizzare cosa realmente è successo, poteva finire male, davvero male. Mi manca l'aria nei polmoni. Jorge si muove sul divano e pochi secondi dopo lentamente apre gl'occhi, appena mi vede si alza di scatto, << Sei sveglia >> dice ma poi nota qualcosa che non va, non respiro, mi manca l'aria, che diavolo mi sta succedendo? << Martina >> mi chiama ma quando non rispondo con uno scatto veloce mi è vicino, appoggia le sue mani sulle mie spalle e mi guarda, << Ehi... è tutto apposto >> dice, ma io sono nel panico, poco dopo mi trovo avvolta nelle sue braccia, una mano che mi accarezza il capo, << E' tutto ok Martina, respira, nessuno ti farà del male... sei qui al sicuro >> cerca di farmi calmare, ma semplicemente quell'abbraccio mi ha fatto ricominciare a respirare, l'aria invade i miei polmoni e piano riesco a calmarmi.

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