Capitolo 22

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MARTINA

Apro lentamente gl'occhi. Mi trovo avvolta tra due braccia che mi stringono, come se non volessero lasciarmi andare. Cosa mi è saltato in mente? Venire qui e lasciami andare in questo modo. Sento il suo profumo addosso e penso che non andrà mai via dalla mia pelle, come le cose che mi fa provare che mi rimarranno dentro per tutta la vita, il modo in cui mi fa sentire... ma è sbagliato perché non siamo due persone compatibili, viviamo la vita in modo diverso, vogliamo cose completamente diverse. Si muove leggermente nel letto, lo sento respirare piano, accoccolarsi a me affondando il volto nell'incavo del mio collo. Mentirei se dicessi che non mi piace questa sensazione, mentirei se dicessi che non vorrei più riprovarla e invece vorrei sempre sentirmi così, in questo modo. Vorrei rimanere qui per sempre e fermare il tempo. Vorrei non perdere mai questa sensazione. Afferro il mio telefono appoggiato sul tavolino davanti a me, senza muovermi troppo, noto un sacco di chiamare da Mechi, che sicuramente sarà preoccupata, penserà che sono sparita chissà dove, sarebbe anche capace di pensare che io sia stata rapita dagli alieni. Riappoggio piano il cellulare e con delicatezza, mentre ancora mi stringe, mi volto. Rimango lì a guardarlo mentre ancora beato dorme. Mi piace guardarlo e non solo perché è bello, ma anche perché in qualche modo è come se riuscissi a comprenderlo meglio, vederlo così rilassato, vederlo in qualche strano modo felice, mi fa capire che dentro di lui c'è un mondo completamente da scoprire e che tiene nascosto, ma io non sono in grado di essere quella persona che scopre le sue meraviglie. Ho bisogno di qualcuno che mi ami contro tutti e tutto, ho bisogno di un amore forte e in qualche modo folle. Jorge è troppo complicato, è altalenante e io ho bisogno di pace, di serenità nella mia vita, altrimenti non riesco a vivere bene. Emette un piccolo lamento e si muove di poco prima di aprire gl'occhi verdi che si scontrano immediatamente con i miei. Sembra quasi spesato, come se stesse cercando di capire cosa è successo, di capire se è reale, poi sorride. Un sorriso che mi spezza il fiato in gola. << Buongiorno >> borbotta lui che ha ancora le braccia avvolte a me e mi stringe un ancora un po', baciandomi piano le labbra. Dopo quel piccolo contatto mi allontano << Che fai? >> chiedo io, sono nervosa e non so perché anche in imbarazzo. Lui mi guarda stranito, << Ti bacio >> risponde semplicemente. Io distolgo lo sguardo e scendo dal letto, mi infilo la prima maglietta che trovo e poi cerco invano i miei vestiti, che probabilmente sono sparsi in giro per la stanza, ma anche per la casa. << Martina >> mi richiama lui in modo delicato, ma non lo ascolto, mentre sembro una disperata in cerca dei miei vestiti. Sento una mano afferrare il mio braccio, quando mi volto lo trovo seduto sul bordo del letto che mi guarda, << Ehi >> mi dice << Si può sapere che ti prende? >>. Io non so cosa dire, deglutisco << E' stato un altro sbaglio... non dovevo venire qui >>. Lui si acciglia, come se non capisse. << Abbiamo passato una notte insieme, una notte fantastica tra l'altro, e ora te ne vai per un bacio? >> chiede lui confuso, << Non è per il bacio, è per tutto... non capisci che così ci facciamo solo del male a vicenda, che non funzionerà mai, che finirà malissimo e a me non va, non voglio starci male, lo sai anche tu che io e te siamo troppo diversi... non so nemmeno perché è successo tutto questo >> farnetico io senza fermarmi, senza prendere fiato, << E' successo perché lo volevamo >> risponde lui << E si siamo diversi, vogliamo cose diverse ma... >>, << Non c'è nessun ma, è così e basta >> faccio spallucce io. Lui punta i suoi occhi su di me, non so a cosa stia pensando, mi osserva, sembra quasi non respiri. << Mi dispiace >> borbotto io e esco dalla camera. Lo sento seguirmi, mentre in corridoio raccolgo la mia maglia e dal divano afferro la mia giacca. << Aspetta Martina >> dice << Non puoi andartene così >>, << Devo >> mi volto di scatto verso di lui << Non capisci in cosa ci stiamo cacciando? Non può andare bene, non andrà mai bene, io e te siamo troppo diversi, dobbiamo farcene una ragione >>, << Pensi che io non sappia che ti farei del male, non ti sto chiedendo di rimanere per tutta la vita se non vuoi, ma oggi rimani con me, per un giorno possiamo anche fingere che tutto il resto non esista, perché so benissimo anche io che non potremo mai costruire niente insieme, io non ne sono capace, io non so amare, quindi so che devo lasciarti andare, perché con me non saresti felice... so tutte queste cose, ma oggi, oggi voglio che niente di questo esista, come se ci fossimo solo noi due, come se tutto il resto non contasse >>, sembra quasi una supplica, mi sta praticamente dicendo che non sarà mai in grado di amarmi, che non potrà mai essere ciò che desidero, che mi lascerà andare, ma è come se stesse esprimendo un desiderio, cioè fingere che tutto ciò che c'è di sbagliato non esista. Vuole sentirsi felice per un solo giorno. Lo fisso, non so bene cosa rispondere, non credo riuscirei a passare una giornata intera con lui e poi dimenticarmene, ma dentro di me desidero restare, anche se non posso, anche se non devo. << Allora? >> chiede impaziente << Rimani con me >> bisbiglia poi e mi accarezza il volto e vorrei tanto lasciarmi coccolare da lui. La porta si spalanca e Mechi fa capolino nel suo appartamento come un fulmine, << Jorge non trovo Tin... >> si blocca lei appena incrocia i miei occhi, << Cosa diavolo sta succedendo qui? >>

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