Capitolo 24

323 20 5
                                    

MARTINA

Non so più come gestire la cosa, non so più cosa pensare, devo solo togliermi dalla testa Jorge, devo smetterla di credere che un giorno tutto si sistemerà, che io e lui potremmo avere una relazione normale, perché non è così. Lui non sa amare e soprattutto non sa farsi amare. Io non posso stare dietro a lui, non posso perdere tutto questo tempo per una cosa che non durerà mai nel tempo, ma che avrà vita breve appena capirà che vuole altro. Anche se dentro di me c'è una parte che vorrebbe stargli vicino, che vorrebbe aiutarlo, che vorrebbe che lui sia felice. Purtroppo non è così semplice, anzi forse è la persona più complicata che io abbia mai incontrato. Sono sdraiata nel mio letto, dopo una giornata estenuante, le lezioni sono state lunghe e pensanti e ho solo voglia di rilassarmi, di stare sola con i miei pensieri, che vanno sempre su di lui, su quello che tra di noi è accaduto. Devo smetterla di finire sempre così, questa cosa di volerci in qualche modo deve davvero finire, ma non so come fare, perché finisce sempre nello stesso modo, cerco di stargli lontano, di non cadere in qual vortice, ma ogni volta che lui si trova davanti a me mi stravolge, mi fa cadere quella barriera che voglio che ci sia tra noi, mi perdo nel suo mondo. L'arrivo di un messaggio fa vibrare il mio telefono, lo afferro e ci trovo l'ennesimo messaggio di Andrew che mi chiede di uscire. Riappoggio il mio telefono sul comodino senza nemmeno rispondere, ho la mente troppo occupate per pensare a queste cose. Devo solo trovare un modo per dimenticarmi in qualche modo di lui, di quelle strane sensazioni che mi pervadono ogni volta. Come posso fare? Sbuffo mentre mi giro nel letto e il mio telefono vibra ancora per l'arrivo di un altro messaggio. E' ancora Andrew che insiste sul vedermi. Poi un idea mi balena nella testa e se... se uscissi con lui per dimenticare in qualche modo Jorge, potrebbe funzionare come chiodo scaccia chiodo, potrebbe farmi dimenticare di quel ragazzo turbolento e complicato che mi invade i pensieri, che non mi fa ragionare lucidamente. "Ok... ci vediamo domani sera!" invio. << Sei per caso pazza? >> mi domanda Mechi il giorno seguente quando le racconto di aver accettato l'invito di Andrew, << No non lo sono, esco con un ragazzo come fanno tutte mi pare >> le rispondo io, << Si ma è Andrew... non so quanto tu possa fidarti di lui... >> inizia a dire, << Non posso fidarmi di lui, ma insiste parecchio... che gli interesso almeno un po' è sicuro >> faccio spallucce io. Lei continua a guardarmi, << Che c'è? >> le chiedo io, << Non lo fai per Jorge vero? >> chiede quasi spaventata, << No, non lo faccio per lui >> mento io << Non c'entra nulla, sto benissimo e con tuo fratello, ripeto, è stato un errore che non si ripeterà mai più >>. Non so come mi riesca così bene essere seria mentre mento non solo a lei, ma anche a me stessa, perché è già successo ancora e lei ne è all'oscuro. << Ok, voglio solo che tu sia felice >> mi sorride piano << Ora vado Cande sta impazzendo a quanto pare Ruggero le sta facendo una corte spietata, ma lei non vuole cedere subito, vuole farsi desiderare >> spiega e io ridacchio pensando alla rossa che attua il suo piano di indifferenza, la saluto quando se ne va e raccolgo le mie cose per andare a lezione. Quando ormai è sera inizio a prepararmi per il mio appuntamento, << Sei sicura? >> chiede ancora Mechi, << Si lo sono >> affermo io per la milionesima volta, non capisco perché sia così preoccupata. Qualcuno bussa alla porta e quando vado ad aprire mi trovo davanti Andrew che ammaliato mi guarda, << Sei splendida >> borbotta semplicemente lui, << Grazie >> borbotto io imbarazzata, si mi sono messa un po' in tiro per questa specie di appuntamento, non volevo fare brutte figure. << Trattala bene... altrimenti te le vedi con me >> lo minaccia Mechi, << Tranquilla la tratterò benissimo >> la rassicura lui e finalmente usciamo dal mio alloggio che stava diventando un interrogatorio da parte della mia coinquilina. Mi porta al ristorante, mi compra dei fiori e parliamo per tutta la sera come se ci conoscessimo da sempre. Mi racconta un sacco di cose su di lui, mi fa ridere e mi fa strano come in qualche modo sembra capirmi. Rimane affascinato quando gli parlo del mio viaggio in Europa. Mi rendo conto che sono le due di notte quando mi riaccompagna sulla porta del mio alloggio. << E' stata una serata bellissima Martina >> mi sorride lui gentilmente, << Si, sono stata davvero bene >> ammetto io, sono stupita di come sia riuscito a farmi passare una serata tranquilla, senza problemi, paranoie o ansie. Mi bacia leggermente il dorso della mano come un gentiluomo, << Dovremmo rifarlo >> sorride, << Già, dovremo rifarlo >> ripeto come un pappagallo, << Allora ci sentiamo presto, buonanotte Martina >> mi fa un sorriso e poi se ne va. Pensavo che avrebbe voluto un bacio, come ogni ragazzo che se lo aspetta dopo una serata del genere e invece no è stato delicato, non mi ha sforzato per niente. << Martina svegliati >> sento qualcuno scuotermi mentre mi rigiro nel letto, << Martina per favore alzati >>. Brontolo mentre sono ancora assonnata, << Che hai da urlare Mechi? >> la rimprovero io sollevandomi con le braccia. Quando metto a fuoco il suo viso la vedo turbata, << Stai bene? >> le chiedo ma non mi dà risposta, sembra frastornata, << Mechi che hai? >> dico ormai in preda al panico. << Jorge... vedi Jorge... >> non riesce a parlare, << Jorge cosa? >> insisto, << Ha preso a pugni Andrew >>.

Anime PerduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora