Capitolo 28

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MARTINA

Sono passati ormai lunghissimi giorni da quando Jorge è arrivato nel nostro alloggio per dirmi quelle cose e ogni volta che ci penso mi manca l'aria nei polmoni, non so perché, ma tutto questo mi ha toccato nel profondo, mi ha lasciato un segno indelebile dentro di me, è stata come una pugnalata la cuore. Io che pensavo, nel profondo, di poterlo aiutare, che forse sarebbe stato in grado di amare se stesso e forse in un tempo lontano anche me. Ma in realtà non è così, Jorge è complicato e lo resterà per sempre e io non voglio sicuramente passare la mia vita a rincorrerlo, ad aggiustare ogni suo delirio, a tirarlo fuori dall'oscurità. Ho bisogno di un po' di felicità. Per lui ho lasciato perdere Mike che ormai non mi scrive nemmeno più, come se fossimo estranei, come se non fossimo mai esistiti come coppia. Mia madre non è sicuramente contenta di tutto ciò, anzi continua a rimproverarmi e insiste sul fatto che io abbia un altro ragazzo, ma che non voglio dirglielo. << Ciao Martina >> mi saluta Andrew avvicinandosi a me, mi fa un gran sorriso, << Ehi >> ribatto solo io metto via il mio telefono mentre sono seduta ad un tavolo in mensa. In questi giorni ci siamo sentiti, sa che ho litigato con Jorge, ormai penso lo sappiano tutti. Quando mi è vicino mi lascia un leggero bacio sulla nuca e poi mi si mette seduto difronte, ordina velocemente un caffè e poi tutte le sue attenzioni sono rivolte a me. << Allora tutto apposto? >> cerca di informarsi lui, << Si, è tutto ok >> borbotto io, << So che sei ancora triste per quello che è successo con Jorge, ma devi passarci sopra lui è un coglione e tu sei fantastica... e meriti tutto l'amore di questo mondo >> dice dolcemente, io mi imbarazzo a quelle parole, << Non abbatterti per lui, tu sei la ragazza più meravigliosa che io abbia mai conosciuto e non meriti tutto questo, meriti qualcuno che ti voglia davvero, che ti stia sempre accanto e che sia la tua spalla appoggiandoti nelle tue scelte >>. Effettivamente è così, mi merito una persona che per me ci sia sempre, che mi sostenga, che mi veda perfetta anche se non lo sono per niente. << Grazie Andrew, sei davvero gentile >> ribatto io alle sue parole, mentre lui lancia uno di quei sorrisi che ti lasciano senza fiato. << Sei bellissima >> borbotta lui un po' imbarazzato e appoggia la sua mano sulla mia accarezzandola piano, << Forse dovremmo ricominciare da dove ci eravamo lasciati... potremmo uscire a cena... che ne dici? Io, te, una bottiglia di vino >> lo dice in un modo così semplice che quasi mi lascia senza fiato, forse dovrei, per togliermi dalla testa il ragazzo dannato che mi ha rapito il cuore in qualche modo. << Si dovremmo >> accetto io senza pensarci troppo, non posso restare in balia degli eventi, devo agire per uscire da questa situazione, devo fare qualcosa per dimenticarmene. Lui salterebbe dalla gioia se potesse, lo vedo dal suo sguardo. Beve il suo caffè con un sorriso stampato in faccia per tutto il tempo, mentre parliamo di tantissime cose, dove gli racconto delle lezioni e delle mie foto. Dopo pranzo corro nel parcheggio ad aspettare Quinn. Appena scende dall'auto mi corre incontro con in spalla il suo zainetto e mi salta in braccio. Saluto il compagno di mia madre e ci mettiamo d'accordo sull'orario in cui passa a prenderla. << Mi sei mancata >> borbotta mentre entriamo nell'alloggio e va a sedersi sul divano. << Anche tu piccola peste >> le sorrido io e pochi secondi dopo Mechi fa capolino nell'alloggio. << Hai i capelli rosa! >> la guarda Quinn ammaliata dalla mia coinquilina. << Tu devi essere la piccola sorellina di Tini >> le sorride come un angelo lei, << Si mi chiamo Quinn >> fa tutta l'altezzosa lei e le stringe la mano come una signorina, << Piacere di conoscerti >> le regge il gioco Mechi, mentre mia sorella continua a fissargli i capelli. << Quando sarai grande potrai farteli anche tu >> le dico io e lei batte le mani entusiasta. << Cosa hai intenzione di fare oggi? >> mi chiede poi Mechi, << Porto Quinn a mangiare un gelato e poi volevo farle fare un giro a Central Park >> le spiego, << Ok, io vado da Jorge >> dice, ma poi si rende conto di quello che ha detto, da quel giorno cerca di nominarlo il meno possibile, ma capisco che lui è suo fratello non può far finta che non esista solo perché ci sono io. << JORGE >> esclama poi Quinn << Viene anche lui? >> si alza dal divano Quinn. Mechi mi guarda stranita e io ricambio il suo sguardo, << No, Jorge non viene >> le rispondo io con poco entusiasmo, << Ah >> fa una faccia triste lei << Peccato, volevo mi disegnasse i tatuaggi >> si rimette seduta, << Te li disegno io più tardi >> cerca di rassicurarla Mechi e mia sorella le fa un gran sorriso. Mentre io e Quinn attraversiamo il campus, seduti fuori da una caffetteria noto Cande e Ruggero a ridere insieme, anche loro mi notano e Cande alza subito la mano per attirare la mia attenzione, << Tini >> mi chiama e io mi avvicino a loro con Quinn che presento subito. << Quindi voi due? >> chiedo io cercando di capire cosa sta succedendo, << Non proprio >> commenta Cande, << Ma ci stiamo lavorando >> sorride Ruggero che fa sorridere a sua volta Cande che lo guarda con una luce strana negl'occhi. << Sono molto contenta per voi >> dico sinceramente e dentro di me una sensazione di malinconia prede il sopravvento per non farmi notare con la scusa di portare Quinn a spasso mi allontano da loro e dalle loro vibrazioni positive, da quel senso di benessere e amore che io non ho.

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