Capitolo primo: Maya

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CAPITOLO 1: MAYA

Era sera finalmente.

Il sonno aveva abbracciato il clan delle Fenici dove vivevo.

I territori del clan erano molto ampi ma niente a confronto di quelli dei regni che ci circondavano: il Regno Dei Demoni ad est e il Regno dei Firion ad ovest.

La regione delle fenici è ricca di montagne e verdi vallate che distanziano i tre villaggi principali governati tutti da un consiglio che adopera ancora usanze antiche, vecchie di decenni, nonostante la nostra cultura si sia evoluta al pari di quella umana. Il Gran Consiglio delle Fenici Maestre, decide le leggi, le ronde nei villaggi e si intrufola anche nelle vite private dei cittadini imponendo regole anche in fatto di amore. Decisamente non fa per me. Il mio villaggio, situato su una delle rupi delle montagne a confine con il Regno dei Demoni, è abbastanza grande, fornito di oggetti tecnologici ma con poche aree verdi all'interno e, a circondarlo, vi è una recinzione con tanto di cancello e guardie a sorvegliarla. Magari questo tipo di "protezione" è per via del fatto che le fenici sono poco prolifere e di conseguenza ci sono pochissime nascite, il Gran Consiglio non ha mai visto di buon occhio le unioni miste con altri popoli quindi preferisce tenere i villaggi isolati ma se anche fosse questa la motivazione, non sarebbe giusto tenerci in gabbia.

E' così che vedo gli abitanti del villaggio e me compresa, in gabbia.

Anche a casa mia, quella sera, regnava un silenzio spettrale interrotto ogni tanto dai brontolii di mio padre che russava in camera da letto. Dovevo essere silenziosa il più possibile per lasciare la camera che condividevo con la mia impeccabile sorella senza svegliarla e filarmela il prima possibile. Non avevo una direzione come obbiettivo ma avevo gran fretta di lasciarmi alle spalle tutte quelle regole e il clan che mi soffocavano. Certi giorni, in alcuni momenti, avrei voluto cominciare a gridare come una pazza. Ovviamente, l'etica e la ragione avevano avuto la meglio sull'istinto. Soltanto io so quanto avevo rimpianto di appartenere a quel clan e quante volte volevo fuggire ma non ne avevo avuto mai il coraggio, fino a qualche giorno fa che avevo raggiunto il massimo livello di saturazione. Nei due giorni successivi alla mia scelta definitiva di scappare da quel mondo stretto e opprimente, la maggior parte del tempo l'avevo trascorsa in camera mia studiando i minimi dettagli della fuga e adesso che era il momento di agire non mi sarei di certo tirata indietro: ero pronta a vivere.

Purtroppo la mia famiglia era comandata dal clan e condivideva le stesse opinioni quindi, dovevo ricominciare senza loro. Lasciarli sarebbe stato triste ma dovevo andare per la mia strada. Separarmi soprattutto da mia sorella Alexis non era certo facile, fin da piccole eravamo molto legate ma lei avrebbe sposato un nostro simile aderendo alla vita che le avevano imposto, io no.

Era la decisione giusta voltare pagina e tagliare i ponti e ogni minuto che passava accresceva la mia convinzione.

Aprii la porta della mia camera quel tanto che bastava per passare e per fortuna non cigolò. Buon segno. Controllai che nelle vicinanze non vi fosse nessuno e cominciai a scendere la scala che portava al piano inferiore. Presi dall'attaccapanni accanto alla porta d'ingresso la mantella nera fornita di cappuccio per ripararmi il viso quel tratto di strada che separava casa mia dalla recinzione di delimitazione del territorio del clan. Dopo averla indossata, uscii di casa stando attenta a non fare rumore e mi avventurai nella ventosa notte.

Cercai di raggiungere la recinzione il più velocemente possibile, prendendo le vie secondarie per evitare la ronda serale. Avevo il cuore che batteva freneticamente e la paura di non riuscire nell'impresa mi divorava ma continuai.

In prossimità del cancello di recinzione, mi guardai attorno e per mia fortuna non vi era nessuna guardia che sorvegliava l'entrata. Era un occasione da cogliere al volo. Trattenni il respiro mentre giungevo in prossimità del cancello ferrato.

Va tutto bene, va tutto bene, va tutto bene..

"Maya.." disse una voce familiare e chiusi gli occhi inspirando profondamente e rimanendo immobile, poi mi girai e un soffio di vento freddo mi sollevò il cappuccio della mantella facendomi saettare attorno al viso i capelli lunghi viola.

A pochi passi da me stava con le braccia incrociate al petto Alexis.

Il vento freddo le colpiva gli occhi costringendola a tenerli semichiusi e il naso le si era arrossato come una ciliegia. Un mantello lungo fino alle caviglie la copriva, sotto probabilmente indossava il pigiama.

"Perché sei qui?" le domandai duramente; avrebbe potuto prendersi un malanno venendomi a cercare. "Non tornerò a casa se sei venuta a convincermi."

Mi guardò seria poi scosse il capo. "Non era mia intenzione sorellina.." mi rispose con un sorriso.

"Cosa?! Stai dicendo che non vuoi più trattenermi?" chiesi stupita. Alexis fece cenno ancora di no e i suoi capelli neri come opali oscillarono. "Allora perché sei qui?" le domandai poi.

"Per salutarti.. Sarà triste non averti più qui." mi rispose sinceramente. I suoi occhi verdi simili al colore incontaminato della natura mi fecero capire che era sincera. Mi venne ad abbracciare e sommessamente pianse lacrime calde.

"Ti voglio bene Maya, abbi cura di te stessa."

"Ne avrò." risposi stringendola più forte. "Vai a casa adesso e vivi la tua vita."

Mia sorella si staccò dall'abbraccio asciugandosi una lacrimuccia e annuì. Le sorrisi. Poi si allontanò di qualche passo. "Vai e sii felice." disse a bassa voce, quasi sussurrando.

Mi avviai verso la recinzione dopo aver salutato Alexis, inspirai chiudendo gli occhi e varcai la soglia.

Ero fuori. Il clan e tutto ciò che lo riguardava apparteneva al mio passato era il momento di essere libera.

Il calore invase le mie mani e sapevo che ero pronta. Le parole di mia sorella mi echeggiavano nella testa.

Andrò via e sarò felice.

Ishna-sulle Ali Rosso FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora