capitolo 11 ~ α∂∂ισ ιтαℓу, αѕρeттα¢ι иу!

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Appena mi sveglio trovo l'inaspettato...

I miei genitori che mi cantano 'tanti auguri' come quando ero piccola... devo dire che sono sorpresa!

Mi avvicinano la torta per spegnere le candeline che, riesco a spegnere dopo tanto impegno.

Mi passano un bigliettino e si siedono entrambi sul letto.

Sul bigliettino leggo:

'Cara Mia,

Sappiamo di essere stati duri con te, ma lo sai che ti vogliamo bene. Sei la nostra unica figlia e, come farebbero tutti i normali genitori, vogliamo proteggerti. Si, ora dirai che noi non siamo normali... ed hai ragione. Non siamo normali perché ti abbiamo fatta prostituire per i nostri piaceri. Non siamo normali perché ti abbiamo nascosto molte cose. Non siamo normali perché non ti abbiamo dato la famiglia che meritavi. Siamo due falliti, ma due falliti che ti vogliono bene e ci tengono a te proprio perché sei la nostra unica ricchezza. Potevamo restare ricchi, e invece ti abbiamo portato alla povertà assoluta.

Non volevamo, davvero. Ci dispiace molto ed é per questo che non vogliamo che tu parta. Non vogliamo perderti. Ma se é questo quello che vuoi, non non possiamo negartelo. Primo, perché ormai sei maggiorenne. Secondo, perché te lo dobbiamo. Certo, ci farà male, ma se tu sarai felice, lo saremo anche noi. Noi resteremo qui, e qualunque cosa tu voglia fare, noi ci saremo e ti appoggeremo sempre. Ti chiedo solo di tenerci aggiornati su tutto. Non vogliamo perderti, già é molto difficile staccarci da te.

Passa un buon compleanno figliola, tanti auguri

-mamma e papà"

Alzo gli occhi per trovare il viso di mia madre rigato dalle lacrime e, senza accorgermene, sento di star assumendo la sua stessa espressione. Piangiamo e, tra le lacrime, ci abbracciamo.

Non sono del tutto sicura di voler partire.

Però lo farò, soprattutto per aiutare i miei genitori. Spero mi capiscano.

Già, avevo detto che non li avrei più mantenuti e che non sarei mai tornata... Ma ero arrabbiata, nient'altro. Non ero seria.

Scendo dal letto e li saluto con un bacio per poi dirigermi al bagno per fare pipì.

É mezzogiorno e mamma ci chiama che é pronto in tavola. Le avevo chiesto io di anticipare il pranzo dal momento che tra poco ho l'aereo.

Ci sediamo e mangiamo in silenzio.

A rompere il silenzio é papà che, senza pensarci sopra, chiede:

"Quando hai intenzione di tornare.... uhm... qui... cioé, intendo, quando hai intenzione di tornare a farci visita magari, dal momento che ti trasferisci definitivamente...?"

Capisco subito ciò che intende nonostante i suoi tentativi di essere più chiaro.

"Uhm beh, avevo intenzione di non tornare. Ma, penso che per pasqua potremmo tornare... oppure potete venire voi a farci visita, solo per pochi giorni. Potrete visitare New York... é molto bella!"

Cerco di convincerli invano.

"Uhm beh, si potrebbe fare... ma a pasqua é meglio se torni tu!" Mamma cerca di reindirizzarmi.

"Ovviamente." Rispondo un po' seccata.

Finiamo di mangiare il pasto e torno di sopra a preparare le mie cose.

Alle 3 p.m. scendo con i bagagli e i biglietti. I miei genitori si sono genilmente offerti di accompagnarmi all'aeroporto, dove incontrerò le mie amiche.

Ci affrettiamo in auto subito dopo essere uscita finalmente e definitivamente di casa dopo le mie ripetute dimenticanze.

Ammetto che questa casa mi mancherà.

Ho tanti ricordi qui...

In macchina c'é un silenzio tombale.

Mio padre guida, io sto al suo lato e mamma sta dietro. É raro che mamma mi faccia sedere davanti, ma per oggi me lo permette. Probabilmente perché non succederà mai più...

Accendo lo stereo e inizio a canticchiare due strofe della mia canzone preferita: Animals dei Maroon5. É il loro nuovo singolo e lo amo. In realtà adoro tutte le loro canzoni, tipo "MAPS", "one more night", "daylight" o "moves like jagger" con Christina Aguilera. Quanto adoro questa band.

Segue "Underwater", l'altra mia canzone preferita; quasta però é di Mika.

Eh già, vado pazza per i maroon5 e per Mika, ma anche per i Modà, Rihanna, Beyoncé e Shakira. Ci sono altri cantanti che adoro, ma sono meno importanti.

Arriviamo e subito noto il mio gruppo di amiche.

Prendo i bagagli e ci dirigiamo verso di loro.

Tra poco parto.

Sono agitata ma cerco di non dare nell'occhio. Non voglio farlo vedere a nessuno, men che meno ai miei genitori.

Ci dirigiamo verso il check-in con i passaporti in mano.

Li mostro e, la sbarra si apre in modo da farmi passare. Prima di passare però, saluto i miei che, sembrano frustrati. Lo sono anche io e mi scappa qualche lacrima, spero che i miei non lo abbiano notato.

Gli assicuro che gli manderò molti soldi presto e che ci terremo in contatto e mi dileguo dall'abbraccio.

Passiamo i bagagli sul nastro mentre noi passiamo tra i metal detektore.

Tutto ok fino ad ora sembra facile.

Troviamo il nostro aereo e Ci saliamo. 30 minuti alla partenza.

Ne passano solo 15 quando partiamo... strano! Avrò calcolato male il tempo...

Spengo il telefono prima di avvisare i miei che stiamo partendo e spicchiamo il volo.

Appena l'hostess parla all'altoparlante, ci accorgiamo che questo non é il nostro aereo....

E adesso?!

Che facciamo?!

La ragazza non ha detto New York, bensì ha detto...

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