capitolo 14 ~ ℓσѕт ιη ¢σиƒυѕιση ℓιкє αη ιℓℓυѕισи.

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Non avrei dovuto chiederlo. Non so che mi é successo, non capisco. Ho dato voce ai miei pensieri senza volerlo.

Luna si abbassa e raccoglie velocemente e raccoglie la forchetta rimasta per terra di Anne.

Harry mi sta ancora fissando, mentre la madre sta guardando il piatto. Cerco di cambiare discorso dicendo che il cibo comunque é delizioso, ma Harry non mi distoglie lo sguardo da dosso. Anne é riuscita a lasciar perdere la mia domanda impertinente ed ha risposto cortesemente alla mia afferazione.

Dovrei chiedere scusa, lo so, ma se lo facessi loro direbbero 'non importa' per educazione e mi scaverei una fossa ancora più profonda di quello che già é.

Finiamo la cena in silenzio ed evito di dar voce alle mie curiosità.

Quando ci alziamo da tavola mi offro ad aiutare Anne a sparecchiare e a lavare i piatti.

"Non ce n'é bisogno, davvero, sarai stanca e poi sei un'ospite."

La sento stravolta, forse ancora sconvolta per la mia domanda indecente, ma non ha perso la dolcezza nella sua voce.

"Oh, no, non lo dica nemmeno. Non ci vuole niente a sparecchiare o mettere i piatti nella lavastoviglie. É il minimo che possa fare."

Mi riferisco soprattutto a prima, non solo al fatto che ci ha ospitato. Spero lo abbia capito.

Noto dal suo sguardo che lo ha capito. Ha abbassato lo sguardo sul piatto come prima e non esito ad alzarmi da tavola e portarmi dietro il piatto sporco in cui ho mangiato con le posate che ho usato.

"Scusi sognora Cox, dove trovo la spazzatura dell'umido?"

Anne si alza per venire verso di me, ma Harry la precede e le fa segno di restare dove era. Chiude la porta dietro di sé e rimaniamo soli in cucina.

"Uhm, Harry, sai dove si trova l'immondizia?"

Mi prende il piatto di mano e lo poggia sul tavolo.

Non capisco se é arrabbiato, se é calmo, se vuole aiutarmi o attaccarmi.

"Mia sei una fottutta troia."

A quelle parole mi si sbarrarono gli occhi e mi si fermò il cuore.

Odio essere chiamata così ora che ho smesso di esserlo.

"Io non volevo essere impertinente, ero solo curiosa." Rispondo fredda. Non doveva chiamarmi così.

"Non ti rendi conto di quello che hai appena fatto?! L'hai fatta piangere. Due volte, oltre tutto. Non solo é stata gentile con te, sei pure un'ingrata!"

Cerco di trattenermi, lo faccio per Anne. Dovrà scusarmi, ma ha un figlio cafone.

"Senti, io non sapevo ci fosse qualcosa di brutto dietro. La mia era una semplice domanda. Non é normale per me andare a mangiare da altri e vedere un posto in più!"

Dopo aver sentito quelle parole, Harry si avvicina a me pericolosamente, facendomi indietreggiare, ma il muro mi ferma e lui coglie l'occasione per prendermi il polso e stringerlo.

"Harry mi fai male." Resto calma.

"Non farà mai tanto male quanto quello che ci hai fatto."

Stringe ancora di più.

"Harry lasciami."

Stavolta mi afferra il collo con l'altra mano e non capisco cosa faccia più male.

"Harry così mi strozzi..." riesco a dire.

"Se potessi ti ammazzerei pure, ma purtroppo ci sono le tue amiche.

Non farti mai trovare da sola, né in casa, né da nessuna parte. Ci siamo intesi?" Vuole fare il duro, ma non mi conosce.

"Non mi fai paura. Non ho paura di quello che potresti farmi. Vuoi uccidermi? Fallo. Ma prima pensa a quanto sei immaturo. Per proteggere tua madre dai sentimenti finiresti in galera. Sei patetico."

Mi guarda per qualche secondo per poi lasciarmi.

Sento Anne singhiozzare e, appena Harry apre la porta, corre ad abbracciarmi. Non ne capisco il motivo, ma ricambio l'abbraccio.

Harry esce e va in camera sua, chiudendosi in camera.

"Pensavo ti avrebbe uccisa" dice tra le lacrime.

Sono un pochino confusa dalla sua affermazione, ma mi rendo conto di quello che sarebbe potuto succedere se non avessi reagito.

"Mi perdoni signora, la mia domanda é stata inopportuna, non so perché l'ho posta"

Mi zittisce e si stacca dall'abbraccio.

"Ti prego chiamami Anne. Dammi del tu. E non scusarti. Non potevi saperlo, e avevi tutto il diritto di porgere la domanda. Non é da tutti i giorni essere ospiti da persone che aggiungono sempre un posto in più a tavola.

Perdona Harry. Come avrai potuto capire, la nostra storia é complicata, e gli sono rimasta solo io, perciò per istinto tende a difendermi sempre. Però é troppo ossessionato. Se sapesse che tutte le sere piango in silenzio, so che si ucciderebbe. Perciò lo faccio in silenzio.

Prima per esempio, piangevo dentro, perché se solo mi fosse scappata una lacrima, ti avrebbe uccisa e non sarebbe stato giusto. Pomeriggio é uscito perché si preoccupava dato che non tornavo. É troppo premuroso, davvero troppo. Ho provato con la psicologa, ma non ne vuole saperne. Perdonalo Mia, ha solo bisogno di aiuto."

"Non c'é nulla di cui devi scusarti, Anne, davvero, quella che deve chiedere scusa qui sono io. É carino da parte di Harry comportarsi in questo modo nei tuoi confronti. Ma potrebbe davvero arrivare a fare qualche cavolata e va fermato. Come ho detto a lui, potrebbe rischiare la galera e quindi perderti."

Questa donna nasconde tanti segreti. Troppi.

"Ha bisogno di aiuto e sono disperata. Quasi tutte le sere beve e si ubriaca. Ho ancora i segni sullo stipite dei suoi pugni. Io non ce la faccio Mia"

Inizia a piangere.

La abbraccio.

"Ti aiuterò io Anne. Prometto che farò tutto il possibile per aiutarvi. Ma dovrete lasciarmelo fare."

Piange più forte ed Harry si presenta alla porta con i pugni serrati, pronto per uccidermi.

"Non ti é bastato quello che già hai fatto?! Continui?!"

Posso dire che é più incazzato di prima.

"Harry lasciala stare. Non sto piangendo per colpa sua. Quando la finirai di essere così prevenuto?! La devi finire. Questo potrà portarti guai in futuro."

Lascio la cucina per lasciarli da soli, ma vemgo bloccata dalla mano di Anne.

"Grazie Mia"

Mi sorride, di un sorriso sincero e magnifico.

"Di nulla Anne. E grazie per la cena, era fantastica." Dico e mi dirigo verso i piatti.

Inizio a lavarli a mano e,una volta finito, li asciugo.

"Grazie ancora per tutto. Si é fatto tardi, noi andiamo..."

Mi dirigo verso le mie amiche che sono crollate sul loro divano subito dopo aver mangiato la frutta. Spero non si siano accorte di niente.

Le sveglio e salutano Anne ed Harry,mentre io abbraccio Anne ricordandole della mia promessa e lancio un'occhiata ad Harry.

Prima, quando voleva picchiarmi, sembrava stupito dalla mia reazione. Immagino che nessuno abbia mai ribattuto su niente quando si trattava di lui. Beh, a questo punto, io sono 'nessuno'.

Ci dirigiamo verso la porta e le mie amiche si fiondano nelle rispettive camere, ma mentre io faccio per entrare, vengo bloccatata una grande mano.

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