𝟕

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"Roggie, ti vedo distratto" Disse Brian.
"Si, Darling, è la quarta volta che sbagli"
"Rog, va tutto bene?" Chiese preoccupato John.
"Sto bene. Cazzo. Sto bene. Lasciatemi in pace. Cazzo!"
"Nervoso, oggi"
"Zitto tu" Ringhió verso il manager.
"Adesso calma. Riproviamo" Disse Brian, calmo come al solito.
"Dai, Roger, insomma, se sei così stanco, devi ringraziare la ragazza che ti sei portato ieri. O alla tua amatissima bottiglia di vodka" Rise Paul.
"Zitto, prima che finisca il lavoro di ieri" Disse, minacciando di alzarsi.
"Tenete a bada la troietta"
Roger non ci vide di più dalla rabbia. Si alzó. Ma si ritrovó bloccato al muro di nuovo, da Brian.
Stavolta, seppe come reagire.
Una volta calmatosi, il riccio si scosto da davanti a lui, che per prima cosa gli diede uno schiaffo, poi si sedette di nuovo alla batteria.
"Ringrazia che Brian esista" Ringhió e strinze talmente forte le bacchette che sentì le proprie unghie nella carne. Sbaglió ancora, ancora e ancora. Esasperato, Freddie interruppe le prove. Di nuovo soli, il batterista e il chitarrista, si misero a parlare.
Brian era infuriato per la violenza di Roger, per lo schiaffo. Per i suoi modi, insomma.
"Roger, devi smettere di essere così violento" Disse, calmo. Era una sua dote: mostrarsi sempre calmo.
"Scusa per lo schiaffo" Disse con un sorriso tirato.
"No"
"Che...?"
"Non sei sincero. Queste non sono scuse"
"Oh, ma andiamo!" Si lamentò.
"Roger, devi essere più calmo"
"Sei insopportabile"
"Io? Insopportabile, io? Roger, non se ne può più di come ti comporti. Non se ne può più di ció che fai"
Digrignó i denti e, nervoso com'era, diede un pugno nella bocca dello stomaco del suo migliore amico.
Poi uscì dalla sala prove, a passo svelto. In quel momento, non gli importava di cosa aveva fatto. Era nervoso. Aveva sempre più paura di Brian. Paura di Brian. Che cosa strana. Eppure era così. Non faceva che pensare a quelle maledettissime, stramaledettissime labbra. Lo aveva sognato. Solo che, stavolta, Brian lo prendeva e lo attirava a sé. Il momento era stato fantastico. Il suo migliore amico e lui erano soli, parlavano, poi a un certo punto aveva sentito delle mani sui fianchi. Le sue mani. Brian lo aveva attirato a sè, si era piegato, data la differenza notevole di altezza e lo aveva baciato. Un vero bacio, delicato e morbido, ma allo stesso tempo appassionato. Gli aveva dischiuso le labbra e intanto giocherellava con una sua ciocca bionda ribelle, portandogliela dietro l'orecchio.
Ma quello era un sogno. Roger si era svegliato esausto, sentendosi uno schifo, solo per avere avuto una fantasia così dannatamente fervida.

𝖡𝖾𝗌𝗍 𝖿𝗋𝗂𝖾𝗇𝖽𝗌? «𝗠𝗮𝘆𝗹𝗼𝗿»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora