𝟐𝟑

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Brian si alzó dal proprio letto e scese le scale.
"Brian, brutto coglione che non sei altro, io ti uccido! Hai distrutto il nostro batterista! Non fa altro che piangere e basta! Dobbiamo provare! Abbiamo un cazzo di concerto! Quindi dobbiamo provare! Io ti uccido lentamente!" Lo aggredì Freddie quando il riccio entró in cucina a fare colazione.
"Brian, seriamente, sono due giorni che Rog non esce dalla stanza. Almeno... Almeno parlagli" Disse Deaky, timidamente.
"A che pro? È già successo e ve lo ho già detto, lo farei stare solo peggio. E non possiamo forzarlo a suonare. Sapete, che la batteria è la sua vita. Se non vuole suonare, sta male davvero tanto e quindi non lo possiamo forzare a fare qualcosa che non vuole"
"Brian, Tesoro, abbiamo un fottutissimo concerto tra tre cazzo giorni! E Roger è una cazzo di ragazzina piangente che ciondola depressa senza uscire dalla sua cazzo di stanza nemmeno per mangiare! E senza il batterista, non possiamo fare proprio un cazzo di niente! Ci serve la batteria, ci serve il coro e il suo falsetto, ok? Dobbiamo fare qualcosa, altrimenti siamo fottuti!"
Si sentirono dei timidi passi allontanarsi, scendere le scale e poi sentirono la batteria di Roger suonare, dalla stanza di sotto. Erano confusi, all'inizio, ma poi realizzarono e scesero di sotto anche loro, solo che la porta della cantina dove tenevano gli strumenti per suonare indisturbati, era chiusa a chiave dall'interno.
"Beh, almeno adesso la biondina non ciondola più depressa" Commentó Freddie sottovoce.
"Ehm... Ragazzi, io non credo sia una buona idea stare qui. Magari vuole stare solo. Si sentirebbe oppresso, no? Diamogli spazio" Disse Deaky, timido come al solito.
"Deaky, Amore, noi dobbiamo provare. Cosa non comprendi?" Disse Freddie, guardando male il bassista, che puntó lo sguardo sugli occhi gentili di Brian, che adesso erano tristi e preoccupati per Roger.
"Brian, tu peró, per lo meno sparisci. E non parlargli" Disse il più piccolo dei tre. "Non vorrei che stesse peggio di come sta. Ed è effettivamente colpa tua"
"Brian, io ti detesto. Scegli sempre i cazzo di momenti più opportuni per lasciarlo!" Disse Freddie, ancora arrabbiato, ma cercando di controllare il tono di voce, perché se Roger lo avesse sentito sarebbe stata la fine.
"Ho capito. Ciao" Brian si allontanó dalla porta, salì le scale e poco dopo Roger uscì dalla stanza, non più chiusa a chiave, col volto imperlato di sudore e gli occhi lucidi e un po' arrossati, ma non piangeva, il che era un bene per lui. Magari era riuscito a smettere di pensare. Forse la batteria in quel momento gli faceva bene.
"Ragazzi, mi piacerebbe restare solo. So che dobbiamo provare, peró. Beh, allora... iniziamo? Quando volete voi"
"Rog, non sei costretto a..." Cercó di dire Deaky.
"La band viene prima di tutto" Disse Roger, interrompendo l'amico. "Non è certo il fatto che ci siamo lasciati a distruggere la band, no? E poi, vi devo ricordare che abbiamo il concerto? Pensavo che Freddie lo sapesse, da come lo sta urlando" Disse, cercando di esibire un sorriso. Ma niente da fare.
"Andiamo a chiamare Brian" Disse Deaky, portando via Freddie per un braccio.
Roger si fece trovare seduto dietro alla sua batteria, ma stava piangendo.
Quindi alzó la testa, si asciugó rapidamente le lacrime e disse a tutti: "Andiamo? Sto bene. Suoniamo" Era nervoso. Ed era una cosa piuttosto ovvia.
"Certo, Darling. Andiamo" Fece Freddie, sentendosi un po' in colpa. Magari dovevano provare prima a parlare con il biondo, a tirarlo un po' su e poi avrebbero provato. Ma Roger non lasció il tempo a nessuno di dirgli nulla.
Il batterista non diede segno di distrazione. Non fece neanche un errore. Fu perfetto, come se ció che provava lo tenesse lontano da sé, mentre suonava. Dava la priorità alla batteria ed i suoi compagni lo apprezzarono molto, soprattutto perché significava che andava avanti, anche se quel pensiero lo tennero per sé. Non volevano distrarre il biondo. Forse era riuscito a concentrarsi, finalmente. Forse lottava per non deconcentrarsi, magari per la band o per sé stesso. Di sicuro, peró, il biondo non stava bene e cercava di non farlo pesare alla band, dato che il concerto era vicinissimo. La band veniva prima di tutto. Si ripeteva questo, Roger.
Il primo ad uscire appena finirono, fu Brian.
Anche nei giorni seguenti, il batterista diede del suo meglio, sia per non dare segni di tristezza, sia per la batteria.
Il giorno del concerto, si impegnó al massimo, si sforzó oltre ogni limite, perché sapeva che se avesse ceduto lì, sarebbe stato davanti a troppe persone. Gli altri, che lo volesse o no, lo avevano già visto piangere, quindi anche se fosse scoppiato in lacrime a casa loro, non sarebbe successo un dramma.
Come al solito, dopo il concerto, Roger si sentì male.
Deaky e Freddie lo aiutarono a sedersi, gli fecero portare sua la solita maschera per l'ossigeno e dopo mezz'ora, andarono via. Tutto come al solito. Tranne che stavolta non era Brian a sorreggere teneramente il batterista, ma Freddie e Deaky. Brian stava lontano da Roger. Stava lontano da lui, per lo meno ad un metro di distanza. E Roger non lo sopportava. Lo voleva accanto a sé, voleva che fosse lui a sostenerlo, come al solito. Ma Brian faceva di tutto per non stare a meno di un metro. Tutto quello che Roger desiderava era avere Brian vicino a lui. E tutto ciò che non poteva avere, era avere Brian vicino a lui. Era una tortura. «Tu non lo meriti» Si ricordó. Non meritava Brian, questo era vero. Ma non desiderava altro. Non era forse una cosa orrenda, l'ironia della sorte?

𝖡𝖾𝗌𝗍 𝖿𝗋𝗂𝖾𝗇𝖽𝗌? «𝗠𝗮𝘆𝗹𝗼𝗿»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora