𝟐𝟐

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Il biondo, vestito per uscire, si diresse verso la porta dell'appartamento che i Queen condividevano da ormai molto tempo.
Il suo fidanzato, seduto sul divano a leggere insieme a Deaky, si giró e lo vide e in meno di tre secondi fu dietro di lui.
"Roggie, dove vai?" Chiese il più grande, mettendogli le mani sui fianchi da dietro e posando le labbra sul suo collo, lasciandogli un sensuale bacio sulla pelle chiara.
"Esco" Rispose il batterista. Brian gli bació di nuovo il collo, di poco più giù, rispetto al primo bacio e trattenendosi con le labbra premute sulla pelle leggermente più a lungo.
"E dove vai?" Chiese ancora il più grande.
"Vado solo a bere qualcosa" Disse il più basso dei due, un po' volendo restare lì, abbandonandosi ai baci dell'altro. Ma gli andava troppo di uscire e bere qualcosa da solo, al bar, come faceva prima.
"Roger" Disse Brian, come sgridandolo.
"Tranquillo, Bri, so controllarmi, amore" Disse lui. Insomma, era un adulto! Sapeva imporsi dei limiti! Non era mica scemo, lui!
"E tutte le volte che tornavi a casa ubriaco?" Chiese il riccio, baciandolo ancora sul collo.
"Quelle volte non mi volevo controllare affatto. Volevo solo ubriacarmi e basta" Rispose il biondo, non trattenendo un ansimo, per un ennesimo bacio sul collo, dato, peró, in un punto che per lui era molto sensibile. Il suo fidanzato sapeva benissimo dove andare. Lo conosceva bene, conosceva i suoi punti deboli, i suoi punti più sensibili. Era l'unico che sapesse esattamente cosa fare per farlo letteralmente impazzire.
"Roger, se torni ubriaco, ti giuro che tra noi sarà finita. E sono serio" Disse Brian in tono serio, togliendo improvvisamente le mani dai suoi fianchi e facendo un passo all'indietro.
Il biondo si giró, si avvicinó all'altro e lo fece abbassare, tramite il colletto della maglia, per baciarlo. E gli diede un bacio lungo, tenero e molto appassionato. Poi si staccó, mantenendo la presa sul colletto e disse:
"Tranquillo. So controllarmi, se voglio controllarmi, amore mio. Bevo qualcosa e torno, non dopo l'una, promesso, Bri. Voglio solo un po' di tempo da solo. Dopotutto, è da una settimana che... Non siamo stati mai da soli, ma tutto il tempo insieme" Disse il biondo sottovoce nell'orecchio del riccio e toccó un'altra volta le labbra del più alto con le proprie, passando la lingua in mezzo a quelle dell'altro, così da stuzzicarle un po'.
"T-ti sei stancato?" Si preoccupó il fidanzato. "Sai, vero, che puoi dirmelo, se non ti va di fare..." Disse, sottovoce.
"Brian, no. Non mi stancherei mai di farlo insieme, di te o di noi" Lo interruppe il biondo.
"Vieni qui" Il riccio gli diede un altro bacio e lo strinse, circondandogli la vita con le braccia.
"Magari, dopo, restiamo solo noi due" Disse il batterista con le labbra accostate al suo orecchio e gli sorrise molto maliziosamente.
"Va bene, Roggie. Ma torna presto e non bere troppo. Non mi piace vedere il mio Riccioli d'oro stare male, perció sono così preoccupato quando esci. Non mi va di vederti vomitare, perché io per te vorrei solo gioia, sorrisi e piacere. E lo sai" Disse Brian e il più basso gli posó una mano sulla guancia, accarezzandogli con il pollice e i due si scambiarono un ultimo bacio dolcissimo. Poi il biondo uscì dalla porta di casa, sotto gli stupendi occhi color nocciola-verde, un po' preoccupati, del suo fidanzato, che tornó a sedersi accanto a Deaky, che aveva cercato di non farsi notare, mentre i due innamorati avevano il loro momento di tenerezza.
Il chitarrista sperava davvero tanto che il suo Roggie si controllasse, che tornasse presto e quasi sobrio. Amava vedere Roger sorridere e stare bene. Non voleva che si causasse del male da solo.

Roger arrivó al bar, si sedette, salutó il barista e ordinó. Una birra. Ma non era abbastanza. Lui poteva scolarsi anche cinque bicchieri di vodka e restava lucidissimo. Quindi e ordinó un'altra.
Solo che poi si accorse di aver esagerato. Oltre alla birra che aveva ordinato, il biondo aveva chiesto un bicchiere di vodka e poi un altro e un altro ancora.
Era arrivato a bere due bottiglie di birra e cinque bicchieri di vodka in meno di un'ora.
Pagó e tornó a casa, sperando di non sentirsi male, per Brian. Purtroppo per lui, peró, poco dopo essere entrato in casa, era dovuto correre in bagno a vomitare, già sotto gli effetti dell'alcol.
E Brian era sulla porta del bagno, appoggiato ad uno stipite, con le braccia conserte, a guardarlo con uno sguardo di fuoco, mentre era inginocchiato per terra, a reggere i capelli biondi dietro la testa con una mano e con l'altra era appoggiato a terra.
"Roger Meddows-Taylor" Disse il più grande, infuriato. "Tu mi avevi promesso che..."
"Brian, ti prego..." Lo interruppe con un fil di voce.
"No, Roger. Bo. Tu mi avevi promesso che non avresti bevuto fino a stare male. E invece si! E invece lo hai fatto!" Anche Brian non gli lasció finire la frase. Era incazzato nero, sconvolto, ma soprattutto deluso.
"Brian..." Disse il batterista in tono implorante.
"È finita, Roger. Basta" Disse Brian, in tono duro ed autoritario. Poi si giró e se ne andó via, a passo svelto, chiudendosi in stanza.
"Brian..." Chiamó, sperando che ritornasse. Pianse. Pianse, visto che era ormai solo. Pianse, mentre ogni tanto veniva scosso dai conati di vomito che gli stringevano lo stomaco.
Quando capì di non dover più vomitare, finalmente, si fece forza, si alzó, lavó i denti, bevve un po' per togliersi dalla bocca lo schifoso sapore del vomito e si andó a stendere sul proprio letto, debole. Ma non riuscì a dormire. Pianse ancora, silenziosamente. Con Brian era finita. Ancora. E stavolta, temeva Roger, era finita sul serio. Il chitarrista era tutto per lui. Roger lo amava. Il biondo non avrebbe mai voluto ferirlo. Avrebbe voluto scomparire dalla faccia della terra, scomparire perché aveva tradito, in un certo qual modo, il suo amato BRI. Aveva tradito la sua fiducia. Non era così che sarebbe dovuta andare. Doveva bere una birra e tornare a casa. O addirittura restare a casa, con Brian, con il suo Brian. A quell'ora, sarebbe stato ancora tra le braccia amorevoli del riccio, con le sue labbra morbide e dolci, premute contro le proprie. E invece no. E invece aveva fatto l'ennesima cazzata. Era riuscito a perdere Brian, facendo ancora il coglione. Quanto poteva odiarsi in quel momento? Quanto poteva farsi schifo, detestarsi, volersi morto? Se lo meritava, di essere lì a piangere. In quel preciso istante, il ragazzo realizzó una cosa, che mai si sarebbe aspettato di realizzare. Non ci aveva mai pensato in vita sua: Lui Brian non se lo meritava. Quello stupendo ragazzo dai capelli ricci, con gli occhi nocciola, Roger non se lo meritava. Brian era troppo per lui, che invece era uno schifo, un essere inutile che forse neanche meritava di vivere.
A cosa serviva che lui vivesse, esattamente? A niente. Proprio a niente. La sua vita era inutile, se non per disgustare gli altri. Ecco quello che Roger faceva dalla mattina alla sera: deludere e disgustare gli altri.

𝖡𝖾𝗌𝗍 𝖿𝗋𝗂𝖾𝗇𝖽𝗌? «𝗠𝗮𝘆𝗹𝗼𝗿»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora