𝟏𝟐

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"Parla, Roger. Forma una frase di senso compiuto"
Si costrinze a parlare. "Tu mi piaci. In quel senso, si. E anche molto. Io mi odio per questo. Ma è così"
Brian sgranó gli occhi.
Si alzó lentamente dalla sedia e Roger temette che Brian se ne sarebbe andato.
Invece l'amico si sedette sul letto, poi si stese accanto a lui e delicatamente si posó la testa bionda di Roger sul petto.
Roger si lasció cullare per qualche secondo dal respiro di Brian che gli faceva alzare e abbassare il petto.
Il chitarrista inizió a giocherellare con i capelli del suo migliore amico, accarezzandogli delicatamente la testa.
"Sai, Riccioli d'oro, non avrei mai pensato di sentirti dire una cosa del genere. Neanche nei miei sogni più sfrenati" Disse, ridacchiando il castano.
Roger, peró, era diffidente. "Che intendi?"
"Roggie, smetti di allontanarti da me" Disse Brian.
"Ho la sensazione che tu ti tenga lontano. Non tenere le distanze"
Disse, per poi far girare roger verso di lui con una mano, unire le loro labbra.
Roger si stacco, nel panico più totale.
"Roggie" Disse Brian, deluso.
Lui lo fissó con i suoi occhi azzurri e Brian capì: Roger era spaventato dall'idea che Brian lo facesse solo per farlo stare meglio.
"Brian, no. I-io n-non..."
"Shh. Shh" Con una mano gli accarezzó la guancia e fece in modo che l'amico posasse di nuovo la testa sul suo petto.
"Tranquillo, Roggie. Sono io. Ti farei mai del male?"
"Lo hai fatto"
"Non volevo. Non volevo, davvero, Roggie" Mormorò il chitarrista.
"Brian" Chiamó Roger.
"Dimmi"
"Che significava quel bacio?" Chiese. In quel momento, Roger era fragile, spoglio della sua solita corazza. Non era per niente il solito Roger spavaldo e sicuro di sé.
A Brian piaceva che l'amico si aprisse così a lui. Non lo aveva mai fatto del tutto, fino a quel momento.
"Roggie, certe volte sei davvero tanto stupido" Rise Brian, continuando ad accarezzargli i capelli.
"Mi hai dato dello stupido?" Si scaldó il biondo.
"Calmo, Riccioli d'oro era affettuoso" Disse Brian e sfioró la guancia di Roger.
"Brian" Chiamó ancora Roger, troppo debole per essere arrabbiato con l'amico.
"Dimmi, Riccioli d'oro"
"Se io... Se io ti chiedessi di... Di rifarlo...?"
"Vuoi che ti ribaci?"
"Se ti chiedessi di rifarlo, lo faresti?"
"Si"
"Perché?"
"Perché voglio farlo"
"E perché? Insomma, tu vuoi farlo solo per tirarmi su di morale?"
"No, Roggie. No. Voglio farlo perché, cavolo se voglio farlo. Voglio farlo perché è da un po' di tempo che mi sento... Attratto. Come se tu fossi un pianeta e io il tuo satellite. Semplicemente, non posso staccarmi dalla tua orbita" Disse il riccio.
"In parole povere?"
"In parole povere, mi piaci parecchio anche tu, idiota"
"Grazie dell'insulto"
"Ti ho detto che mi piaci e tu pensi a una sola parola. Sei pessimista"
"Parecchio"
Intanto, il chitarrista continuava ad accarezzare i capelli biondi di Roger, che si sentiva talmente felice che temeva che il cuore gli sfondasse il petto.
Brian gli aveva detto appena l'unica cosa che avrebbe mai pensato di non poter sentirsi dire da lui, e anche l'unica che voleva sentire.
Si chiamarono in contemporanea.
"Dimmi, Roggie" Disse il più grande.
"I-io... V-vorrei che..."
"Vuoi un bacio, vero?"
Roger annuì.
L'amico rise, intenerito dalla dolcezza del più piccolo e lo fece girare, per toccare le labbra morbide di Roger con le sue. Pian piano, il biondo se le lasció dischiudere. Sentì la lingua del castano che cercava la sua.
Il bacio in poco si fece appassionato. Roger sentiva solo i propri sospiri e quelli di Brian. Non faceva altro che sfiorare la lingua del castano con la sua, poi si separavano, si intrecciavano e questo andó avanti a lungo, finché Brian non staccò le labbra da quelle di Roger, che provó fino all'ultimo istante a lasciarle incollate. Ma l'amico sentiva il biondo stancarsi.
Gli rivolse un dolce sorriso e premette quelle labbra che per tanto erano state l'unico desiderio di Roger, sulla fronte del più piccolo.
"Vuoi fare colazione?"
"È mezzogiorno"
"Allora vediamo se hanno preparato il pranzo. Devi mangiare, perché dopo dobbiamo provare"
"Non ho fame"
"Non puoi restare digiuno" Il chitarrista accarezzó ancora amorevolmente i capelli del suo migliore amico.
"Brian, voglio restare qui con te tutto il giorno"
"Roggie, lo so"
"E allora restiamo qui" Lo imploró.
Brian sorrise al vuoto e l'amico si appoggió sulle mani, quasi stendendosi su di lui, ma tenendosi lontano, scaricando il peso sulle mani e sui piedi.
Poi lo bació di nuovo e sentì le mani di Brian sulla sua schiena, che lo avvicinavano a lui.

𝖡𝖾𝗌𝗍 𝖿𝗋𝗂𝖾𝗇𝖽𝗌? «𝗠𝗮𝘆𝗹𝗼𝗿»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora