𝟏𝟕

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Era passato molto tempo, ormai. Un mese. Un mese e ancora Roger si sentiva morire anche solo a vedere Brian.
Come aveva fatto tante volte, scese di casa, verso le sette, dopo aver fatto una doccia veloce, e si diresse in un bar che era lì vicino. Si sedette al bancone e ordinò.
"Il solito, grazie"
"Ovvio, Rog" Disse il barista, che era ormai un suo amico. Era da tempo che frequentava quel bar.
Poco dopo, gli arrivó il suo consueto bicchiere di vodka. Poi, ne ordinó un altro. Alla fine della serata, ne aveva ordinati cinque in totale.
"Wow, Rog. Il fatto che tu non sia ancora morto..."
"Me ne fai un altro?"
"Sei bicchieri di vodka!? Stai male, per caso? Non puoi berne ancora"
"Si. Io posso e lo farò. Non ho neanche l'auto. Abito a due passi, lo sai"
"Sei già abbastanza ubriaco" Disse il barista.
"Vuoi cacciare un cliente?" Chiese Roger con un faccino angelico e innocente.
Il barista sospiró.
"Dovresti andarci più piano" Disse, versando l'alcolico nel bicchiere
"Io ho bisogno di ubriacarmi. Dammi un altro bicchiere di vodka"
"Poi te ne vai" Disse il barista e gli diede il piccolo contenitore di vetro.
"Forse" Rispose il biondo.
"Ci vai troppo giù pesante"
"E allora?"
"Questo ti fa male"
"Chissene" Il batterista scrolló le spalle.
Il barista alla fine gli servì un altri due bicchieri. Poi Roger si alzó e se ne andó, dopo aver pagato.
Adesso sì che si sentiva ubriaco marcio. A lui piaceva. Anche se sapeva che tra poco più di mezz'ora sarebbe stato a vomitare per tutta la notte in bagno. Ma non pensava a Brian, per un po'. Quindi gli andava bene. Più che bene
Infatti, circa mezz'ora dopo, era in bagno a vomitare. La sensazione non era piacevole. A volte, aveva solo conati, che gli facevano male allo stomaco.
Sentì una mano sulla schiena, che lo fece rabbrividire. Non era abituato a gestire quella cosa in pubblico. E poi, non aveva sentito nessuno arrivare.
"Rog" Era Brian. Proprio l'ultima persona sulla faccia della terra che lui volesse vedere. Lo vedeva troppo. Lo vedeva tutti i giorni, quasi tutto il giorno.
"Tutto bene?"
"Secondo te?" Un altro conato di vomito e un'altra ondata di nausea.
"Roger, perché ti fai questo?"
"Secondo te?"
Gli accarezzó la schiena.
"Roger, smetti di farti del male da solo"
"Lasciami in pace, Brian. Lasciami in pace e basta. Non è che devo subire la tua presenza anche quando vomito. Vorrei un po' di tregua. Un momento senza la tua odiosa faccia in giro"
"La mia odiosa faccia" Ripeté.
"Si. La tua..." Un'altra ondata di nausea pervase il corpo del batterista.
"La tua odiosa faccia. Levati dalle palle, Brian. Voglio stare da solo"
Di tutta risposta, Brian infiló delicatamente le sue lunghe dita da chitarrista tra i morbidi capelli biondi di Roger.
"Vattene, Brian"
"Io non ti lascio solo"
"E sentiamo, perché siamo amici? Beh, queste cose rifilale a qualcun altro. Io non sono tuo amico, se non devo fingere davanti agli altri o al pubblico"
"Chi ha mai detto che siamo amici?" Sussurró Brian.
Inizió a scorrere con la mano sulla schiena di Roger, facendolo nuovamente rabbrividire.
"Brian, che cazzo fai?" Cercó di restare lucido, ma il solo tocco delle mani del chitarrista, gli annebbiava il cervello.
"Che cazzo stai..." Dovette vomitare ancora.
Intanto, sentì le mani di Brian sotto la maglia, che gli sfioravano direttamente la pelle.
Roger rabbrividì per una terza volta.
"Brian, smettila subito"
"Vuoi che smetta?"
Si sentì talmente indeciso. Doveva dire di sì e restare lucido o abbandonarsi alle mani del compagno di band? Lui lo voleva così tanto...
"N-no" Si forzo ad ammettere.
"Ecco, appunto, Roggie"
"Che cazzo vuoi da me?"
"Parlare. Solo parlare, Roger" Lui voleva solo parlare. Roger si sentì deluso, perché per un attimo ci aveva sperato e anche stupido per essersi illuso. Si sarebbe voluto dare un pugno in faccia da solo, per quanto era stupido.
"E di cosa?" Chiese, col tono più freddo che riuscì ad avere in quel momento.
"Di questo" Brian gli prese il volto con la mano libera e gli diede un bacio, solo all'angolo delle labbra.
"Mh?" Fece il biondo, confuso e il castano gli sussurrò all'orecchio: "Non so cosa tu voglia. Ma io ti voglio ancora"
"Tu mi hai lasciato. Perché ti eri scocciato" Gli ricordó Roger.
"Lo so" Disse il riccio, abbassando gli occhi.
"Lasciami in pace e basta"
"No, Roggie. Mi dispiace da morire per averti lasciato. Me ne pento, ok? Me ne pento tanto"
Per un attimo l'idea di mandarlo a fanculo sfioró il batterista. Ma lui voleva solo una cosa: stare tra le braccia di Brian.
Si giró di scatto e abbracció l'amico, forte, stringendolo più forte possibile a sé, facendo combaciare i loro corpi.
"Sei tornato?" Disse il biondo, diffidente.
"Sono qui. Se me lo permetterai, saró sempre qui, con te"
"Resta" Lo supplicó Roger. Stava piangendo di nuovo in compagnia di qualcuno. Fantastico.
«Ricomponiti, Roger!»
«No! Brian non vuole farti del male. Non lo farebbe apposta. Non è da lui. Lasciati andare. Lui ti vuole bene. Tu lo ami»
"Resto. Tranquillo. Va tutto bene. Resto qui con te, Riccioli d'oro"
"Questo vuol dire..."
"Si" Lo precedette l'amico e lo strinse a sé ancora più forte. Era debole a causa dell'ubriacatura, ma tutte le forze che aveva, le usó per avvicinarsi il più possibile a Brian. Anche se in quel momento, anche i vestiti erano un vincolo, che li separava.
"Stai meglio o hai bisogno di stare qui ancora?"
"S-sto bene. Credo"
"Ti porto dell'acqua?"
"N-no. Resta qui con me. Per favore"
"Ok. Tranquillo. Sono qui, Roggie. Sono qui"
"Mi puoi abbracciare più forte?"
"Così ti stritolo"
"Stritolami e basta"
"Ok" Disse lui, ridacchiando, intenerito dalla dolcezza del più piccolo. "Vieni qui"
"Brian" Lo chiamó.
"Dimmi" Disse lui, dolcemente.
"Ti prego lasciami un secondo"
"Eh?"
"Devo vomitare"
"Oh. Giusto" Brian lo liberò e Roger tornó a vomitare nel gabinetto.
"Ti prego, Riccioli d'oro, promettimi di non farti mai più questo. È brutto vederti così ridotto" Lo riabbracció il chitarrista.
"E tu promettimi di restare con me" Rispose il biondo, fragile come non mai. Ma quello era Brian. Con lui poteva essere fragile. Poteva fidarsi. Brian non avrebbe approfittato della sua fragilità.
"Te lo prometto, Roggie" Gli mormoró Brian all'orecchio, per poi dargli un leggero bacio amorevole sulla guancia.
Il più piccolo dei due rabbrividì tra le braccia del più grande.
"Devi riposare un po', Roggie. Dai, andiamo" Disse Brian.
Si alzarono e il castano accompagnó il biondo, sostenendolo per i fianchi, fino alla sua stanza da letto. Assieme, si stesero e poco dopo, crollarono entrambi dal sonno.

𝖡𝖾𝗌𝗍 𝖿𝗋𝗂𝖾𝗇𝖽𝗌? «𝗠𝗮𝘆𝗹𝗼𝗿»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora