30- wonho ♡

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𝖂𝖔𝖓𝖍𝖔

Mi hanno preso.
Ora sono qui in questa cella fredda e buia, ma non mi dispiace,
posso farmi tanti nuovi amici qui. Magari trovare qualcuno con una storia simile alla mia.
Jimin mi mancherà,
io l'ho amato lo amo e lo amerò sempre.
Mi sono fatto prendere,
anche se l'altro non era d'accordo.
L'altra parte di me,
quella cattiva,
quella che picchiava Jimin,
non voleva essere preso,
ma stavolta ho vinto io.
Stavolta ho trionfato io su di lui.
Due grandi occhiaie circondano i miei occhi,
ultimamente non ho dormito molto. Ma sinceramente  non ne sento nenache il bisogno.
Ultimamente mi sento più attivo del solito ,
il mio desiderio verso Jimin, e di farlo mio é aumentato nonostante tutto.
Voglio del latte.
Mi alzo e chiamo una guardia
"ehi tu, mi dai del latte?"
La guardia mi guarda strano "cosa credi che siamo in un albergo qui? non siamo a fare i tuoi comodi"
subito un ira improvvisa si impossessa di me e tramite le sbarre passo un braccio fino ad afferrare il colletto della camicia dell'uomo davanti a me.
"Tu ora mi porterai del latte hai capito?"
Glielo dico urlando, attirando cosi l'attenzione di altre due guardie che subito intervengono staccando il mio braccio da lui.
Mi torno a sedere,
mi perdo a fissare un punto in particolare del muro,
ha una macchia rosa pallido.
Jimin mi viene in mente lui,
mi viene sempre in mente lui.
Mi prendo la testa tra le mani,
sono così confuso,
tanti pensieri tutti
Insieme, 
troppi.
Cerco di concentrarmi su uno in particolare cosi da fermare l'orribile mal di testa che mi sta salendo.
Sento le guardie parlare fuori dalla stanza e cerco di concentrarmi su quello.
"Si, il prossimo é quel tipo,
un certo Wonho,
avrà il processo domani, "
L'altro uomo sulla cinquantina chiede "che ha?"
Mentre il primo cerca di ricodarsi, rispondo io per lui,
mettendo le braccia attraverso le sbarre e appoggiando la testa a una di esse
"bipolarismo maniacale"
le guardie si girano verso di me
"ce l'ho da quando sono nato, per ereditarietà da mio padre."
I due uomini mi guardano sorpresi.
A quel punto porto la mia attenzione su una mosca che gira per la cella indisturbata,
seguo tutti i suoi movimenti,
fino al più piccolo
finchè non si posa affianco alla mia mano e senza pensarci due volte la schiaccio.
Voglio jimin.
Ma non posso averlo.
Allora voglio il latte.
I miei pensieri non hanno un senso, talvolta passo da una cosa all'altra senza nenache pensarci.
Dovrei iniziare a fare boxe.
Cosi divento più forte.
Ciò che dico,
faccio
non ha un ordine logico.
Talvolta quando l'altro vince divento aggressivo e impulsivo.
Datemi il mio latte.
Jimin.
Questo pensiero invece rimane sempre fisso, li,
non se ne va mai.
Voglio farlo mio come ai vecchi tempi, Voglio tirargli un pugno per il gusto di farlo.
Poi accarezzarlo finchè il dolore non sparisce
"É un pazzo visto?"
Fa l'uomo di prima
"Gia ma mi fa un po' pena"
Ripsonde l'altro
"Non azzardatevi a provare pena per me".
Parlo io.
L'unico momento in cui sono sempre lo stesso per un lungo periodo é quando sto con il mio Chimchimie.
In quei momenti sono sempre l'altro e mai me.
Jimin, non ti lascerò andare così.
Ma devo,
ora sono rinchiuso qui e domani mi diranno la sentenza,
sopriranno tutto,
tutto quello che ho fatto,
Tutto quello che ti ho fatto.
D'un tratto realizzo il tutto e comincio a disperarmi 
"Non valgo niente
non vale la pena contiuare a vivere, voglio morire,
nessuno tiene a me"
sussurro tra me e me
Voglio il mio fottuto latte.
Mi rassegno,
devo stare qui nel bene e nel male, almeno avrò tanti nuovi amici con cui giocare.

Spazio autrice

In questo capitolo ho voluto un po' descrivere Wonho e come si sente, é affetto da disturbo bipolare maniacale.
Ovviamente prima di scrivere mi sono informata quindi le informazioni che ho riportato sono veri sintomi del bipolarismo maniacale.

Until The Day I Die •yoonmin• [IN REVISIONE] •#wattys2019•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora