꧁𖢻Secondo capitolo𖢻꧂

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Erano trascorsi anni da quel ricordo, non ero più una ragazzina e non ero più una principiante, ma una dominatrice, con abbastanza soldi per comprarmi una villetta tutta mia

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Erano trascorsi anni da quel ricordo, non ero più una ragazzina e non ero più una principiante, ma una dominatrice, con abbastanza soldi per comprarmi una villetta tutta mia.

Non ero una prostituta, non vendevo il mio corpo, ma i miei servigi, il mio talento. E per sei anni ero stata uno dei diamanti più preziosi del Diamond.

Avevo finito di lavorare e con me c'era la mia migliore amica, la mia splendida e folle Nyx.

«Continuo a dire che quel tipo era abbastanza scopabile» insisteva. Si stava togliendo il giubbotto e io non riuscivo ad impedirmi di guardarla. Non capivo se si muovesse sensualmente sempre per abitudine o per provocarmi.

«Per questo l'ho fatto scopare».

Stavamo parlando di uno dei nuovi clienti di Siria, Alex, un ragazzino figlio di genitori ricchi che aveva appena scoperto le bellezze che l'imprenditoria del mio capo offriva. Per i suoi diciotto anni aveva espressamente chiesto di venire sottomesso da entrambe e naturalmente noi ci eravamo divertite parecchio, facendolo gridare e piagnucolare.

Lo avevamo fatto scorrazzare per la stanza a quattro zampe, con una bella coda da cane infilata nel sedere grazie ad un dildo. Un dildo di medie dimesioni che però nel suo orefizio stretto ci era entrato a fatica. Era un verginello da lì, ma aveva chiesto i nostri servizi, sapeva che noi non provavamo molta pietà; E credo che fosse proprio quello che voleva. Lo avevamo costretto a ripulire con la lingua tutto ciò che avevo fatto colare sulle nostre gambe, che si trattasse di olio, di vino, di champagne. Lo avevamo fatto eccitare così tanto che ci aveva implorato di scoparlo, ed era quasi in lacrime. Probabilmente non aveva compreso che nelle sezioni di bondage non era previsto un rapporto completo, tuttavia era abbastanza carino e trasgredire le regole ne valeva la pena.

Nyx l'aveva afferrato per il cazzo e l'aveva trascinato verso il nostro divano. Mi aveva guardato un attimo, era il suo "che ne pensi? Lo accontentiamo?" ma io avevo altri piani. Era il suo compleanno certo, ma questo non rendeva certo me più morbida.

«Divertiamoci a guardare, cherie» e l'avevo baciata.

Feci entrare uno dei nostri colleghi. Andrè appena aveva visto il nuovo cliente mi aveva addirittura offerto dei soldi per poterlo fottere.

Soldi, duemila euro per fare parte del mio lavoro. Come poter rifiutare? Li avrei divisi con la mia amica, non se la sarebbe presa.

Presi la frusta in mano e gliela passai, Nyx la sapeva maneggiare egregiamente e vederla all'azione era eccitantissimo.

«Forza mia cara, fallo gridare mentre il suo bel culetto viene aperto davvero».

Alex alla vista di Andrè inizio a protestare, non era quello per cui aveva pagato. Ma io lo zittii immediatamente. «Tu hai pagato perché io e lei fossimo le tue padrone» gli sussurrai lasciva,inginocchiata alla sua altezza. Il suo pene tornò duro e io glielo accarezza dolcemente. «E finché resterai in questa stanza il tuo volere, la tua anima e il tuo corpo sono nostri. Il tuo piacere è devoluto solo a noi» gli afferrai il cazzo con decisione, strappandogli un sospiro. «Allora, ti lascerai aprire da Andrè per noi? »

«Sì...» i suoi occhi erano fagocitati dai miei, la sua voce un sussurro lodate. Ma io gli strinsi maggiormente la carne, non era la risposta completa.

«Sì,mia padrona».

«Perfetto...» lo lasciai andare facendolo mettere a quattro zampe. Andrè senza troppa premura gli sfilò il dildo dal culo e gli infilò il suo pene coperto da un preservativo.

Io osservai Nyx e Andrè distruggere quel ragazzino. E sorrisi.

Amavo il mio lavoro.

Quel mondo perverso apparteneva a Siria, ma eravamo noi diamanti a farlo davvero brillare. Diamanti come me e Nyx.

Giunte a casa mi era rimasta la voglia di sesso addosso. Non lasciai alla mia amica il tempo di spogliarsi, il suo corpo mi piaceva vederlo quasi nudo. Amavo i suoi seni, le sue cosce, il suo ventre. E mi piaceva vedere come dischiudeva la bocca quando la toccavo, quando le sussurravo all'orecchio.

Il nostro rapporto si basava sull'amore e sull'amicizia, cuori e corpi aperti. Aperti perché entrambe sapevamo che prima o poi avremmo trovato l'amore vero tra le braccia di qualcun altro. Lei sentiva il futuro, lo vedeva chiaramente.

Ma nel frattempo continuavo a farla mia ascoltando i suoi gemiti.

Siria diceva spesso che molti clienti sarebbero ricorsi agli strozzini anche solo per assistere a ciò che stavo facendo a Nyx in quel momento. Per poter scorgere anche solo per un istante le mie dita dentro di lei, la bocca sulla sua.

Ma a nessuno io avrei concesso quel privilegio.

Ma a nessuno io avrei concesso quel privilegio

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