꧁𖢻Terzo capitolo𖢻꧂

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Era già sera quando mi risvegliai

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Era già sera quando mi risvegliai. Nyx ancora dormiva profondamente e, conoscendola, sarebbe rimasta in coma ancora a lungo. Avrei spiegato a Siria che la mattina invece di dormire l'avevamo passata a fare altro. Avrebbe capito. E comunque il nostro orario di lavoro incominciava alle nove. Ed erano appena le sette e mezza.

Le baciai la fronte e le rimboccai bene le coperte, mi alzai per cercare il telefono, o meglio cercare la borsa e poi sperare che fosse ancora la dentro il mio telefono.

Fui fortunata.

«Pronto Demo? »

Demo era uno dei pochi amici fuori dal Diamond che conoscevo e che mi era rimasto vicino negli anni. Con il mio lavoro non del tutto pulito era difficile mantenere i contatti con tutti.

«Sì, dorme ancora» risposi alla sua domanda. «Portale il solito, così appena si alza, mangia e mi raggiunge al lavoro» lo sentii annuire e prima che potesse farmi la solita proposta sconcia lo ammonii: «Toccala mentre dorme e te lo stacco» la mia voce era abbastanza dura da spaventarlo davvero. «Trovi i soldi sul tavolo. Ciao! » e chiusi il telefono.
Demo aveva le chiavi di casa mia, mi fidavo di lui nonostante ogni volta dovessi ricordargli di non toccare la mia migliore amica.

Guidai fino al ristorante di lusso di Siria furiosa. Malgrado quella sera fossi piena di energie, la mia vicina di casa mi aveva fermata facendomi girare i coglioni.

«Non ne possiamo più degli schiamazzi a prima mattina! Mio marito deve poter dormire, lui lavora!»

Anche io lavoravo e parecchio. E finivo alle cinque di mattina nel migliore delle ipotesi. Mi tolsi gli occhiali da sole che portavo anche se a quell'ora il sole fosse poco luminoso le risposi: «Se vuole ho amici lì che per poche centinaia di euro le farebbero passare il malumore per un mese» le feci l'occhiolino e salii in macchina.

Mentre accesi il motore continuai a sentire le sue urla. Avrebbe chiamato un avvocato, quella storia doveva finire. Che lo facesse pure, tanto nel migliore delle ipotesi l'avvocato e il giudice erano clienti di Siria.

«La tua fidanzata non è con te? » mi fece notare uno dei gigolò di lusso, il mio preferito in determinati momenti della settimana, mettendomi un braccio attorno alla spalla.

«Io e Nyx non stiamo più insieme. Siamo solo molto amiche, Pier».

Pier era il ragazzo più ambito: fisico statuario maturato grazie ai soldi dell'azienda, denti perfetti su labbra sensuali, pelle appena abbronzata e occhi di un delicato azzurro. In determinate occasioni finivamo nello stesso letto, e il sesso con lui era fantastico. Non per niente le sue clienti sborsavano parecchie migliaia di euro per averlo. E lui offriva il pacchetto completo del suo corpo, come facevano le accompagnatrici.

Aveva intenzione di scortarmi fino alla mia suite, dove mi sarei preparata per la serata. Avevo ben quattro sessioni, avrei finito tardissimo. E ancora dovevo conoscere i nomi dei miei clienti, Siria me lo avrebbe detto di persona.

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