Capitolo 28

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Il mattino seguente

La sveglia suona alle sei e mezza, come al solito.
Apro gli occhi e scendo svogliatamente dal letto.
Il mio fidanzato mugola il mio nome ma lo ignoro e lo chiamo.
- Ale, muoviti! Io vado a farmi la doccia, dopodiché faccio colazione ed esco. Con o senza di te.-
Lui apre gli occhi e si trascina giù dal letto con una lentezza incredibile.
Io, intanto, prendo l'intimo, dei pantaloni della tuta non troppo larghi e una maglietta blu con le maniche a tre quarti.
Regolo la temperatura dell'acqua e poi mi infilo sotto il getto.
Dopo essermi fatta la doccia, mi vesto, asciugo i capelli e scendo per la colazione.
Alessandro è seduto su una sedia vicino al tavolo, con una tazza tra le mani.
- La tua tazza è lì.-
Afferma indicando il piano della cucina.
Prendo la tazza e bevo il latte accompagnato con un po' di cereali.
- Tra l'altro...-
Salta fuori Alessandro di punto in bianco.
- Non mi hai ancora baciato!-
Continua con un sorriso in faccia.
- Hai ragione.-
Lo assecondo. Poi mi sporgo verso di lui e gli poso un bacio sulle labbra.
- Ora sto molto meglio.-
Conclude.
- Dai va... Andiamo!-
Esclamo io lanciando un'occhiata all'orologio.
Annuisce e mi conduce nella sua macchina.
Arrivati a scuola, ci salutiamo con un bacio, e ognuno va nella propria aula.
Dopo tre lunghe ore ( le prime due di matematica e la terza di geografia ) finalmente arriva l'intervallo.
Cammino insieme alle mie migliori amiche.
Camminando in corridoio, per raggiungere le macchinette, passiamo davanti ad una classe da dove provengono delle voci famigliari.
Incoraggio Ginevra e Rebecca ad andare avanti, io invece mi fermo ad origliare la conversazione tra Alessandro e due ragazzi della squadra di basket.
- Ale, ma che ti succede?-
Chiede uno alto e con delle braccia che sono almeno il triplo delle mie.
- Niente. -
Risponde il mio fidanzato.
- A me non sembra! Da quando ti sei fidanzato con Federica Smith hai lasciato la squadra. Hai mollato tutto e tutti! Sarà da più di tre mesi che non facciamo una serata tra amici! -
Continua quello alto.
- Non so se ti ricordi, ma tra cinque mesi diventerò padre!-
Esclama Ale.
- Alessandro... Non ti riconosciamo più!
Britney ci ha detto che in gita l'hai mollata in camera da sola.
Dimmi la verità... Ma tu lo vuoi questo marmocchio?-
Come si è permesso di chiamare mio figlio/a??
A parlare in quel modo è stato un ragazzo alto e robusto con i capelli castani e gli occhi del medesimo colore.
- Lo faccio solo perché amo Federica!-
Sbraita il mio ragazzo.
- E dai Ale... Smettila di comportarti come uno che non sei! Tu non vuoi questo marmocchio e non ami la Smith... Lo fai per divertirti.
Smettila! -
Di nuovo quello castano... Gli piace tanto la parola " marmocchio"!!
- Ve l'ho detto... Io sono innamorato di Federica. E poi è colpa mia se è incinta! -
- Facciamo così... Lasciamo a te la scelta. O rientri in squadra e ti comporti da ragazzo rubacuori e menefreghista e lasci tutto... Oppure ti tieni la tua fidanzatina e il tuo marmocchio e ti perdi noi.-
Oddio... Ma come si permette questo di metterlo così alle strette?
Io so quanto la squadra sia importante per Ale.
- Io non voglio lasciare Federica... Ma non voglio lasciare neanche voi...-
Sono molto nervosa ... Cosa sceglierà?
- Deciditi, e pensa solo a te stesso.
Ciò che hai adesso potrebbe essere divertente fino ad un certo punto.-
Sghignazza quello con gli occhi e i capelli castani.
- Basta ragazzi. Okay... Cosa devo ammettere per farvi girare a largo?-
Ride Alessandro.
- Devi affermare una verità, a tua scelta, sul marmocchio-
Dichiara sempre quello alto a cui piace la parola " marmocchio".
- Okay.  È vero, quando ancora si poteva fare volevo convincere Federica ad abortire. Non sono entusiasta di diventare padre a diciotto anni!-
Continua Ale.
Sono senza parole... Era tutta una messinscena, la sua.
Le lacrime mi bagnano gli occhi e mi appannano la vista.
A quel punto apro di scatto la porta e mi precipito davanti al mio ragazzo.
- Picc-
Non lo lascio finire: gli tiro un ceffone sulla guancia.
- Niente " piccola". Sei uno stronzo!-
Ringhio io.
- Ho sentito tutto. Il bello è che tu hai ancora il coraggio di chiamarmi così... Dopo aver detto che non accetti nostro figlio/a.
La storia de " voi siete l'amore della mia vita" oppure la casa e le ecografie e la stanzetta e il " non vedo l'ora che nasca"... Tutte stronzate!-
Ecco le lacrime che mi rigano il viso.
- Devi accettar-
Inizia quello castano, ma lo zittisco.
- Tu prova a spiaccicare un'altra parola e arriva un ceffone anche a te!-
- Fede...-
Alessandro cerca di toccarmi un braccio, ma io lo scanso ed esclamo:
- Toccami ancora una volta e ti castro!-
I suoi amici iniziano a ridere.
- Fedeeee-
Sento urlare Rebecca.
- Sono qui.-
Dico con un filo di voce.
Improvvisamente mi sento svenire. Le gambe cedono e vado a terra. Per fortuna Alessandro mi ha presa prima che potessi sbattere da qualche parte.
- Oddio che ha fatto?-
Sento Ginevra lamentarsi.
- Nulla -
Si giustifica Ale.
Poi sento che i due ragazzi della squadra spiegano l'accaduto alle mie amiche.
- Brutto stronzo! E dopo quello che hai detto ti giustifichi ancora? Vergognati! E non ti permettere di toccarla!-
Dopo quelle parole... Il buio.

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