Quando apro gli occhi, mi ritrovo in una stanza con le pareti interamente bianche.
Vicino a me, c'è una poltrona su cui è seduta la mia ginecologa.
- Alice? Cosa faccio qui? Che è successo?-
- Oh Fede! Come ti senti? Mi hai fatta spaventare a morte!-
Esclama lei.
- Io sto bene. Ma che è successo?-
Chiedo nuovamente.
- È successo che tu e Alessandro avete litigato e che hai fatto troppi sforzi. Sei svenuta.-
Il mio viso sbianca immediatamente. Ricordo bene, adesso, cosa è successo. Alessandro non riconosce il bambino e voleva convincermi ad abortire. Ha scelto i suoi amici e ha lasciato me. Sono svenuta tra le sue braccia... E il bambino?
- Per fortuna il piccolo sta bene. Da ora fino a dopo il parto non devi assolutamente fare sforzi. Per questo ho parlato col tuo preside e starai a casa già da domani.-
Continua la dottoressa.
Annuisco debolmente.
- Ci sono delle ragazze qui fuori. Vi lascio. -
Mi saluta e poi esce.
Al suo posto, entrano le mie amiche.
- Oddio! Fede! -
- Ragazze! Sto bene. E anche il bimbo.-
Cerco di sorridere.
- Ma... Dov'è Alessandro?-
Chiedo. Sono triste... Non possiamo aver rotto. Era solo un sogno, o almeno lo spero.
- Non so. Ti abbiamo portata qui io e Gin. Lui voleva venire con noi ma glielo abbiamo impedito.
Penso sia andato con quei ragazzi che c'erano nell'aula quando sei svenuta.-
Afferma Rebecca.
- Che stronzo!-
Continua Ginevra.
No... Non era un sogno.
Le lacrime mi appannano la vista e iniziano a scendere.
- Oh Fede. Non sai quanto mi dispiace.-
Mi dice Reb con un debole sorriso.
- Potete andare via? Vorrei restare qui da sola -
Annuiscono, mi abbracciano e poi si allontanano.
Cerco di soffocare le lacrime sul cuscino che mi sono messa sulla faccia.
Mi accarezzo la pancia, senza guardarla.
Sono sdraiata con la testa sotto il cuscino.
Ad un certo punto, sento una mano, dalla presa forte, stringere la mia.
Non riesco a togliere il cuscino dalla faccia... Non voglio vedere chi è seduto di fianco a me.
Però, Alessandro, prende il cuscino e me lo sistema sotto la testa, in modo tale da stare più comoda.
Vorrei dirgli quanto è stronzo ma le parole mi muoiono in gola quando compie un gesto che non mi sarei mai aspettata.
Mi attira, piano, a sé e mi abbraccia.
Le lacrime scendono con più forza sul mio viso.
Non lo respingo, questo abbraccio, non sono perché, ma mi trasmette sicurezza e amore.
- Scusami. È vero, inizialmente non volevo il bambino/a ma adesso ho capito quanto ti amo e quanto voglio passare la vita con te. Io non rifiuto nostro figlio o figlia. Io voglio davvero diventare genitore con te, ma se lo dicevo a quei ragazzi avrebbero sputtanato te e me, e non volevo.
Sono stato una merda, perdonami.-
Mi spiega stando ancora abbracciato a me.
- Hai ragione, sei una merda... -
Gli dico allontanandomi e guardandolo negli occhi. Lui abbassa la testa, triste.
- Ma... Ti amo anche se sei uno stronzo di proporzioni cosmiche.-
Sorrido e lui si rallegra.
- Quindi mi perdoni?-
Chiede con una voce supplicante.
Non rispondo, ma lo bacio sulle labbra. Un bacio dolce e pacato.
Sorride con le labbra sulle mie, e io lo imito.
- Ti amo Federica Smith. Ti amo da impazzire!-
- Ti amo anch'io stupido!-
Sussurro con la voce che ancora trema per via del pianto.
- E amo veramente il nostro piccolo/a.-
Dice soffermandosi e marcando la parola " veramente ".
Sorrido e lui mi accarezza la pancia.
Ecco, adesso mi sento a casa. Mi sento amata, sicura e protetta.
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Lo sbaglio migliore della mia vita.
RandomFederica, una ragazza di 17 anni. Alta, bionda, magra. Molto timida e chiusa in sé stessa. Alessandro, un ragazzo di 19 anni. Atletico e bello. Vivace ed estroverso. I due ragazzi commetteranno lo sbaglio più bello della loro vita.