Capitolo 35

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Apro gli occhi, sentendo le labbra di Alessandro sulle mie.
- Buongiorno. -
Sussurra con le labbra ad un millimetro dalle mie.
Sorrido.
- Buongiorno.-
Mi bacia ancora una volta, poi ci alziamo.
Ci laviamo e poi cerco qualcosa da mettere per il pranzo da Miranda.
Dopo esserci vestiti, scendiamo al piano inferiore.
- Sono le undici e mezza. Che ne dici di andare?-
Annuisco, prendo le chiavi di casa e mi dirigo in macchina.
Arriviamo da Miranda, che ci accoglie con un radioso sorriso.
- Venite ragazzi! -
Entrando in casa, saluto anche i miei, Rose e Andrea, che sono comodi sul divano.
Nel giro di due minuti, il citofono suona nuovamente.
- Chi c'è mamma?-
Le chiede il mio ragazzo.
- Sorpresa!-
Urla una voce maschile, entrando in soggiorno.
- Chi è?-
Sussurro ad Ale.
Noto che il suo sguardo è a dir poco infuriato.
Il ragazzo che è entrato, avrà più o meno l'età del mio fidanzato.
Ha i capelli neri, corti e gli occhi castani. Dietro di lui fanno capolino due signori. La signora ha i capelli castani e sarà sulla cinquantina. Il signore avrà circa la stessa età della signora. Lui, però, ha i capelli tendenti al grigio ed è molto alto.
Ale mi strattona per un braccio e mi conduce in giardino.
- Che succede? Chi sono?-
- Lui era uno dei miei migliori amici. Un giorno l'ho sorpreso sotto le lenzuola con la mia fidanzata. Da lì in poi, non ci ho più parlato. Quei signori sono i suoi genitori.-
Fa una pausa.
- Mia madre è molto amica con sua madre. Tutte e due sperano in un riavvicinamento, ma non succederà mai.-
- Come si chiamano?-
- Il ragazzo è Samuel. I signori sono Marvin e Avanna Rowe. -
- Ale! E questo schianto che ti porti dietro chi è?-
Ecco, la voce di Samuel fa capolino in giardino.
- Lei è la mia fidanzata. -
Dice Alessandro con voce dura e sottolineando la parola " mia ".
- Hey bellezza, sono Samuel.-
Si rivolge a me porgendomi la mano.
Guardo il mio ragazzo che  ha la testa bassa.
Samuel, si avvicina a me fino a circondarmi il bacino con un braccio.
Mi irrigidisco e sussurro il nome del ragazzo con la testa bassa.
Ale alza la testa e nota che la mano di Samuel arriva a sfiorarmi la pancia.
- Non provare a toccarla, brutto stronzo!-
Urla Alessandro.
Il ragazzo che prima mi stringeva, si allontana e il mio ragazzo si scaglia su di lui.
Gli tira un pugno sul viso, che Samuel ricambia.
La situazione si capovolge, Samuel sta riempiendo di pugni Alessandro.
Quest'ultimo si difende a fatica, Samuel è molto robusto e forte.
Con le lacrime agli occhi, io inizio ad urlare di smetterla.
Nessuno mi ascolta, solo Rose mi vede piangere attraverso la finestra, così si precipita ad abbracciarmi.
I padri dei ragazzi li dividono con un po' di fatica.
Il corro a stringere Ale in un abbraccio.
Ha un labbro rotto, ed è tutto pieno di sangue.
- Toccala ancora una volta e sei morto!-
- Che è successo?-
Chiede Miranda.
Io spiego l'accaduto, continuando ad accarezzare la guancia del mio ragazzo, e Ale aggiunge:
- Si, stava toccando la mia ragazza e la mia principessa. Provaci ancora una volta e...-
- Ahi!-
Esclamo io, interrompendo il discorso di Alessandro.
- Che  c'è?-
Chiede alzando un sopracciglio.
- No, niente. Susan ha tirato un calcio.-
Il padre della mia bambina, mi sorride e mi accarezza teneramente la pancia.
- Aspetta... Tu sei incinta?-
Chiede Samuel, visibilmente scosso.
- Si, e tu devi provarci a guardarla ancora una volta e puoi iniziare a scavarti una fossa!-
Urla il mio ragazzo.
- Dai Ale, andiamo a casa.-
Dico. Poi mi rivolgo a Miranda.
- Scusa tanto. Noi andiamo, sarà per un'altra volta.-
Lei accenna un sorriso triste.
Abbraccio mia sorella, saluto tutti poi prendo Ale per mano e andiamo verso la sua auto.
Prima di salirci sopra mi blocca.
- Scusami, è stato l'istinto.-
- Ma che scusa! Avevi ragione. Lui non doveva toccarci!-
Mi avvicino a lui e ad un centimetro da lui sussurro:
- Baciami. Ora. -
Abbozza un sorriso e fa come gli ho praticamente ordinato.
È un bacio pacato e dolce. Le sue labbra hanno il sapore del sangue, ma non mi importa.
Le mie braccia volano dietro il suo collo e cerco di approfondire il bacio.
Susan tira un altro calcio, e Ale se ne accorge perché sussulto.
Ma non si stacca da me. Appoggia una mano sulla mia pancia e continua a baciarmi.
Lentamente mi allontano.
- Andiamo a casa. Ti medico e poi mangiamo pranzo.-
Annuisce e saliamo in macchina.
Giunti a casa, mi precipito in bagno a prendere l' acqua ossigenata e il cotone.
- Siediti.-
Gli ordino. Lui mi ascolta, accomodandosi sul divano.
Mi siedo sul piccolo tavolino che c'è di fronte al divano.
Verso un po' di acqua ossigenata su un pezzo di cotone e inizio a tamponarlo sulla guancia piena di sangue, del mio ragazzo.
Dopo aver medicato tutte le sue ferite, faccio per alzarmi, ma lui mi prende un braccio e mi fa sedere sulle sue ginocchia.
- Grazie piccola.-
Mi dice. Gli sorrido e gli poso un bacio sulla guancia. Poi mi alzo e vado in cucina per preparare il pranzo.
Mangiamo e poi ci rilassiamo sul divano.
Non c'è domenica migliore: io, Ale e Susan sul divano. Solo noi.
Bhe, Susan non è proprio presente al cento per cento, ma a me va bene così. Non potrei essere più felice di così.

Lo sbaglio migliore della mia vita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora