Capitolo 1

1.3K 79 111
                                    

Scesi di corsa le scale del condominio anonimo in cui vivevo da diciassette anni.
Ero in ritardo.

Ma si sa, la fretta produce sprechi e io non stavo facendo altro che mettere in pratica quel modo di dire, saltando l'ultimo gradino.

Inciampai e agitando le braccia nel vuoto mi ritrovai distesa sul pavimento dell'atrio.
Mi guardai intorno per capire se qualcuno mi avesse vista.
Chissà perché quando si cade ci si preoccupa di più della figura fatta che del trauma subito.
Mi ero fatta un male cane.

Mi alzai, tirai su le maniche della felpa e piegando le braccia notai che i gomiti erano spellati. Li avevo usati per ripararmi il viso dal colpo della caduta. E oltre ai graffi avevo anche una strisciata nera su tutta la parte sinistra della maglia. Ma non avevo tempo per tornare di sopra e cambiarmi. E sinceramente non mi importava.

Uscii e andai nel retro del condominio dove c'erano i garage.
Era una giornata di settembre scaldata da un sole tiepido. Aveva appena smesso di piovere. Tirai su la lampo della felpa e mi diressi verso il motorino parcheggiato sotto il balcone della vicina.

Pur essendo nel ventunesimo secolo possedevo ancora un Ciao.
Era un pezzo da museo, lasciatomi in eredità da mio fratello, con la vernice color amaranto grattata via qua e là, la ruggine sulle bacchette dei freni e via discorrendo. Per stare al passo con i tempi feci attaccare da Lando una targa piccola e quadrata e due specchietti nuovi. E ogni volta che andavo da lui tentava in tutti i modi di vendermi uno scooter, nuovo di pacca, al passo con i tempi.

Era il colmo!
Quella volpe di Lando voleva a tutti i costi piazzarmi sotto al culo un nuovo e dannato scooter, che nuovo ormai non lo era più, invece di ammettere che era la sua officina a dovere essere cambiata: vecchia, lercia e pure losca.

Mi ero persino messa in testa che nascondesse una seconda vita notturna, uno spaccio clandestino o chessoio.
Comunque, fintanto che il Ciao funzionava, usciva dall'officina con me sopra.

Lo ammetto, era vecchio e dava segni di cedimento. Per accenderlo dovevo pedalare molto, sembrava chiedere pietà sfinito com'era, ma quando si decideva ad accendersi emetteva uno scoppiettio da paura. Pareva ruggire.
Accesi il motorino e mi diressi all'appuntamento.

Spazio autrice:
Ehila, Wattpadiani!
Mi lasciate la vostra opinione?
Ve ne sarei grata.
Buona lettura.

ViolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora