Capitolo 37

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La porta sul retro del condominio si aprì e comparve Carlo. Mi vide seduta a terra e venne verso di me, correndo.

«Ciao, Viola. Che succede?» chiese preoccupato.
Io non risposi e non lo guardai nemmeno in faccia.

«Ok, non hai voglia di parlare e ti capisco» disse, mentre si sedeva al mio fianco.
«Però fammi dire una cosa: sono così mortificato» dichiarò Carlo. «Non sai quanto!»

Io rimasi ferma a fissare quel pezzo di campagna che si trovava di fronte a noi, e evitai di guardare in faccia il mio amico e provai a trattenere nuovamente le lacrime.
Avevo appena subito una violenza fisica, una minaccia, e non potevo dirlo a nessuno, nemmeno al mio migliore amico.

«Desidero farti sapere che non è stata una ripicca. Mi trovavo lì in piazza a bere una cosa con alcune persone e Federica si è avvicinata e voleva sapere come stavo. Abbiamo iniziato a parlare, e, credimi, ho scoperto un'altra persona. Era dispiaciuta per il comportamento di Moro, che si dissociava da quella violenza e che le piacerebbe frequentarmi.»

«Con tutte le persone che puoi frequentare, perché proprio lei?» chiesi, con rabbia, togliendomi dalla testa l'immagine di Moro che mi minacciava con un coltello.

«Non te lo so spiegare. So solo che mi sono trovato meravigliosamente bene» disse, con un tono che non gli avevo mai sentito usare.
Il mio migliore amico era già perso per quella ragazza.

«Te lo ricordi che ha sempre detto che sei un cesso, uno sfigato, che frequenti una squilibrata e di conseguenza anche tu lo sei?
Te lo ricordi o i tuoi ormoni ti hanno fatto venire un'amnesia?» chiesi con disprezzo.

Federica era una di quelle persone che mi faceva ribollire il sangue solo a nominarla.
Lei sarebbe stata la ragazza ideale di Moro, non del mio amico innocuo. Lo avrebbe fatto diventare il suo cagnolino, che a ogni sua richiesta avrebbe scodinzolato verso di lei e le avrebbe giurato fedeltà.

Non sopportavo l'idea che lui non se ne accorgesse.
«Me lo ricordo, ma...»
Carlo smise di parlare. Non voleva ammettere che era un controsenso.
«Te lo ricordi però vuoi continuare a frequentarla, dico bene?» chiesi, guardandolo negli occhi.

«Ma a te cosa succede? Perché hai quella faccia lì? Posso saperlo?»
«Non cambiare discorso» ribattei, evitando di dirgli la verità.
«Con tutte le ragazze che ci sono in giro, perché proprio lei?» insistetti.
«Non lo so, Viola. So solo che mi ha fatto piacere aver parlato con lei. Non è come si è sempre mostrata nei nostri confronti. È sempre stata solo una copertura per non essere emarginata a scuola. E poi, scusa se mi permetto, ma tu mi hai lasciato solo come un cane, appena hai avuto la possibilità di trovarti un ragazzo. Mi sbaglio?»

Non si sbagliava.
Aveva ragione.
Ma preferivo che si trovasse una ragazza migliore, onesta, e non un essere inutile come lei, complice del bulletto, che al pensiero di vederla insieme a Carlo, mano nella mano, in giro per la città e magari ad essere obbligata a fermarmi a parlare con loro, mi faceva gelare il sangue.

«Ti auguro il meglio» dissi, alzandomi da terra.
«Viola, mica significa che non possiamo più vederci. Sembra un addio, il tuo, più che un augurio» dichiarò Carlo, alzandosi anche lui da terra. «E poi, c'è sempre la scuola, i compiti che ti devo passare, e abitiamo nello stesso condominio. Mica ci si perde di vista. A meno che tu non voglia più vedermi» concluse.
Lo abbracciai forte e mandai giù le lacrime.

Volevo troppo bene a quel ragazzo e speravo che riuscisse a trovare la propria dimensione e che non soffrisse troppo stando dietro alla cretina. Da parte mia, non sapevo più se fosse così importante continuare a studiare.
In quel momento, avevo una questione più urgente da sbrigare. Entrare in un mondo a me sconosciuto, e, a dirla tutta, mi faceva anche un po' paura. Denuncia, carabinieri, avvocati, tribunale. Tutte cose viste solamente nei film o sentite al telegiornale.
«Ti voglio bene» mi sussurrò all'orecchio.
Io lo strinsi più forte e ricambiai quelle parole:
«Ti voglio bene, anch'io.»

Spazio autrice:
Ehilà, Wattpadiani, come state?
Prima della tempesta, Viola doveva avere il confronto con Carlo, ma adesso preparatevi, inizia un uragano.
E Viola non lo sa. 😩❤️

ViolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora