Vuoi parlare?

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Ero immersa tra mille pensieri, avrei voluto sfogarmi con qualcuno e quel qualcuno arrivò al momento giusto.
Vidi sul telefono un messaggio da parte di un numero sconosciuto
S "Ti va di prendere un caffè?"
"Tu saresti?"
S "Si in effetti hai ragione, sono Maria"
Le diedi il mio indirizzo, non mi andava di uscire.
Mi pentii immediatamente di quello che avevo fatto, ma orami era tardi.
Una ventina di minuti dopo suonò il campanello ed io andai ad aprire con un certo entusiasmo.
"Anche io sono contenta di vederti" disse Maria entrando.
"Scusa, sono un po' giù"
"Vuoi parlare?" chiese sincera
Iniziai a dirle che le cose tra me e Jade non andavano troppo bene ultimamente è che praticamente quando litigavamo si trasformava, la gelosia le faceva perdere la ragione.
Era bello sentirsi ascoltati, solo ascoltati, nessun giudizio ne commento.
Decisi di chiederle un consiglio, non avrebbe mai espresso un'opinione indesiderata.
"Sai dovresti concentrarti su ciò che ti rende felice, se lei è la tua felicità parlale e cerca di far andare bene le cose, se invece non lo è esplora cose nuove oppure rifai qualcosa che ti ha fatto essere felice in passato, se c'è stato".
Diciamo con Jade ero felice, vivevo la quotidianità con lei, ero abituata ad ogni suo gesto, ogni sua parola.
Così chiusi gli occhi e tentai di ricordare dei momenti felici.
Ricordai il primo bacio, la prima volta, la prima litigata ma il problema fu che quelle prime volte erano con Maria.
"Allora?" chiese lei accennando un sorriso, probabilmente stava insinuando che in quei ricordi ci fosse lei .
"Ok si ho pensato a te ma questo non vuol dire che ..." non riuscii a finire la frase, potete immaginare il perché.
Mi scostai delicatamente con la scusa di andare a preparare il caffè.
Stavo tremando, non riuscivo a mettere la cialda nella macchinetta, lei se ne accorse e accompagnò la mia mano tenendola nella sua.
"G-Grazie" balbettai, era sbagliato e stupido ma lei mi faceva lo stesso effetto di sempre con una sola differenza, che ora avevo più coraggio e sapevo esattamente cosa sarebbe successo.
La guardai dritta negli occhi e le diedi la tazzina di caffè accarezzandole la mano, lei la posò sul tavolo e mi prese la mano.
Mi morsi il labbro, ogni contatto con lei mi faceva eccitare, mi posò una mano sul fianco e si avvicinò a me.
Sentivo il suo respiro sul collo, sentivo le gambe cedere a ogni sua carezza,
"Non di nuovo ti supplico..." sussurrai
"... io la amo, non voglio tradirla"
"Ma non la stai tradendo"
"Non ancora, ma se continui potrei cedere"
"Ho uno proposta, ti va di stare un po' da me, solo per rilassarti, non faremo nulla, saremo come sue amiche che passano qualche giorno insieme.
Così tu ti togli dalla testa i problemi di cuore e io quelli del lavoro"
Non mi sembrava una cattiva idea, quindi decisi di andare.
Jade si sarebbe incazzata ma anche io avevo bisogno di un po' di tempo per me quindi le lasciai un biglietto e andai con Maria.

La prof Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora