La perfezione

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Arrivammo a casa di Maria, non era mai cambiata, propio come lei.
Prese un borsone e ci mise l'occorrente per qualche giorno fuori casa, così raggiungemmo in macchina una villetta ad un'ora di distanza da casa sua.
Mi raccontò che i suoi genitori la avevano costruita quando lei è sua sorella erano piccole con la speranza che una delle due ci andasse ad abitare ma purtroppo non fu così.
Era davvero graziosa all'interno, per non parlare del giardino con la piscina, sapevo che mi sarei rilassata ma così mi sentii in paradiso.
Sistemai le mie cose nella camera accanto alla sua, mi diedi una rinfrescata, mi cambiai e scesi in giardino da lei.
"Ciao tesoro, tutto bene ?"
"Si grazie, si può fare il bagno in piscina?"
"Puoi fare quello che vuoi, è casa tua"
Mi faceva sentire davvero a mio agio, stava leggendo qualcosa così mi avvicinai a lei e mi misi al suo fianco, cominciai a leggere qualche riga mentre Maria mi accarezzava i capelli.
"La signora delle camelie ?"
"Si, come hai fatto?" chiese stupita
"Ho letto questo libro decine di volte, è il mio preferito dopo Il ..." mi interruppe
"... ritratto di Dorian Grey" disse, aveva indovinato.
La guardai con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, come era possibile che sapesse il mio libro preferito.
"Come lo sai?" chiesi incuriosita
"Sai un giorno parlai con la tua professoressa di Italiano e mi disse durante le sue ore non la stavi ascoltando perché leggevi un libro e quando a ricreazione ti chiese perché stessi piangendo tu risposi che era morta Sibil, non potrò mai dimenticarlo, insomma poche persone si commuovono con i libri".
La abbracciai e posai la testa nell'incavo del collo dandole un bacio, lei rabbrividì, fu così che capii di essere nel posto perfetto.
"Veniamo a vivere qui" dissi in un momento di trasporto, non mi pentii di ciò che avevo detto, stavo bene.
Mi alzò la testa mettendo un dito sotto il mio mento, il mio viso era davanti al suo, mi misi a cavalcioni sulle sue gambe e mi appoggiai a lei.
Mi strinse tra le braccia e mi sentii al sicuro, iniziò a farmi i grattini sul collo, poi sulle spalle, mi tolsi là magliette così che potesse arrivare alla schiena e tornai nella posizione di prima.
Scese con le mani e mi fece i grattini sui fianchi, sarei potuta venire se avessi incrociato il suo sguardo.
Jade questo non me lo dava, la delicatezza non era una sua dote, lei non era un profumo delicato di rosa ma era un profumo pungente quasi fastidioso.
Mi addormentai tra le braccia della mia rosa profumata e mi svegliai guardando i suoi occhi.
Le chiesi che ora fosse e mi rispose ridendo che avevo dormito solo per mezz'ora.
"Fanculo, non ridere di me" dissi stropicciandomi gli occhi, lei mi aggiustò i capelli e mi passò la maglietta.
Dato che erano ancora le sei mi andai a mettere il costume e mi tuffai in piscina, non proprio delicatamente.
"Un po' di attenzione no?" disse con aria stizzita asciugandosi il braccio.
Uscì di corsa dalla piscina e mi buttai addosso a lei, che per vendetta si mise su di me e iniziò a farmi il solletico.
"Basta basta, mi arrendo" dissi ridendo, Maria si fermò e ci sdraiammo una accanto all'altra.
Mi guardava con un sorriso stampato sulla faccio, era diventata meno accorta negli anni, molto più espansiva e divertente, chissà magari se non ci fosse Jade...

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