II

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Quando arrivammo a casa mia lui mi aiutò a scendere dal cavallo e mi accompagnò dentro casa.
-Siediti qui, io vado a prendere delle cose- disse con una voce completamente diversa da quella che aveva usato prima nel parlare con l'anziano sopra il carro.
Dire che era attraente era poco, era perfetto in tutto il suo corpo, perfino le cicatrici gli davano un tocco di fascino in più.
Lui tornò con in mano alcune bende e una borraccia.
-Quanti anni hai? Sembri molto giovane per abitare da solo, non sei nemmeno sposato- disse, mi girai di scatto verso di lui, aveva già capito che fossi da solo? Solo entrando in casa mia?
-C-come...- dissi cercando di alzarmi, ma lui mi bloccò facendomi rimanere a terra.
-Rispondi e basta- parlò guardandomi dritto negli occhi a poca distanza da me, il suo sguardo era ipnotico, non potevo fare a meno di guardarlo, era bellissimo, forse l'uomo più bello che avessi mai visto in vita mia.
-Ho quasi ventidue anni- risposi dandogli le spalle.
-Tu?- chiesi piano, non sapevo niente di lui e viceversa, eppure mi stava aiutando.
Mi tolsi gli indumenti che mi coprivano la schiena ed il petto.
-Ventiquattro- rispose solo.
-Tieni questo tra i denti. Farà male- parlò porgendomi un panno che mi misi in bocca.
Lui iniziò a buttare un po' del contenuto della borraccia sulla mia ferita e io strinsi il panno con i denti per il dolore.
Battei un pugno a terra e lui mi afferrò una spalla spingendomi a terra quando provai ad alzarmi per il troppo dolore.
Una lacrima scese sulla mia guancia e le urla continuavano ad essere soffocate dal panno che avevo in bocca.
-Ho finito, adesso ti metto le bende- disse terminando le mie pene per poi passarmi delle bende tutt'intorno al petto.
-Qual è il tuo nome?- domandò con voce tranquilla, la sua presenza mi metteva sicurezza.
-Taeyong, Lee Taeyong- risposi girandomi verso di lui quando ebbe finito di sistemare le bende.
-Chi sei?- domandai scrutando il suo volto, lui sorrise facendo apparire due fossette sulle sue guance.
-Non sai niente, eh? Almeno sai che c'è stata una guerra tra Giappone e Corea fino a poco tempo fa?- chiese ed io annuii in risposta.
-So solo questo, mio padre è morto in quella guerra, durante il primo anno. Non mi presero tra i soldati perché sono troppo magro- risposi sorridendo tristemente.
-Io ho partecipato a quella guerra, ti basta sapere questo- rispose e persi un battito, sfiorò il mio naso alzandosi.
-Il tuo nome? "Mudai" vuol dire senza nome, ma avrai sicuramente un nome- chiesi alzandomi troppo velocemente e gemendo dal dolore.
-Chiamami Jaehyun, Jung Jaehyun, questo è il mio vero nome- rispose sorridendomi prima di uscire dalla porta di casa.
-Dove vai? Voglio come minimo offrirti qualcosa, mi hai salvato ed aiutato, non posso rimanere con le mani in mano dopo quello che hai fatto per me- dissi afferrandogli la manica della maglietta.
Lui si girò lentamente verso di me.
-Devo trovare un posto dove passare la notte, sono qui solo di passaggio, non posso rimanere- disse avvicinandosi al suo cavallo.
In un momento di follia mi avvicinai nuovamente a lui e lo feci girare verso di me.
-Rimani a dormire da me, tra poco il sole calerà- insistei.
-Ti prego, non voglio che tu te ne vada sapendo di non averti anche in minima parte ricambiato il favore- dissi, lui sembrava pronto a salire sul suo cavallo, ma poco dopo una fitta mi prese al petto e caddi a terra.
-Ohi! Tutto ok?- lui non appena toccò la mia pelle si bloccò sul posto e mi guardò negli occhi.
-Andiamo dentro, subito!- disse caricandomi in braccio e portandomi in camera da letto dopo aver sigillato la porta di casa.
-Sei freddissimo- disse togliendomi i vestiti di dosso.
-È la prima volta che ti succede?- chiese lasciandomi in intimo, non capivo perché mi stesse spogliando, ma non avevo forze nel mio corpo per ribellarmi.
-S-sì- riuscii solo a rispondere.
Il mio fiato era spezzato, il mio corpo tremava e non vedevo altro che gli occhi del maggiore.
Lui iniziò a togliersi la maglietta mettendo in bella vista i suoi muscoli scolpiti e ricoperti di cicatrici e poco dopo mi abbracciò forte, era caldissimo.
-Che s-stai... facendo?- parlai piano al suo orecchio.
-Ti scaldo, saresti già morto se non ti avessi abbracciato- rispose stringendomi di più a lui.
Il calore del suo corpo era la cosa più piacevole del mondo, nonostante fosse bollente, ma non mi diede fastidio la sua temperatura, l'unica cosa che pensai in quel momento fu a come potesse essere così calda una persona umana.
-C-come fai ad... esse-ere così... caldo?- domandai portando le mie braccia sulla sua schiena per tenermi più stretto a lui.
Allacciai le gambe intorno al suo bacino, sentivo il suo fiato caldo sulla mia pelle.
-Te lo dico dopo, ora stai zitto e vedi di scaldarti- disse portando la testa nell'incavo del mio collo.
Le sue labbra, quando toccarono la mia pelle, mi fecero venire la pelle d'oca, erano bollenti e il mio corpo in un attimo si scaldò.
Mi sdraiò sul letto e mi coprì con una coperta pesante.
Lui sbuffò guardandomi per poi sedersi accanto a me.
Alzò una mano ed una fiamma apparve sul suo palmo.
Rimasi a bocca aperta.
-C-cosa...- provai a parlare, ma dalla mia bocca lentamente non uscì più niente se non aria.
-Posso controllare il fuoco, crearlo o spegnerlo. Dopo la guerra misero sulla mia testa una taglia molto alta perché sono troppo pericoloso, ecco perché domani devo assolutamente andarmene da qui, staranno già andando ad avvertire le guardie per catturarmi, saresti in pericolo se rimanessi- disse rimettendosi la maglietta.
-Se ti dovesse succedere un'altra volta una cosa del genere ho accesso un fuoco nel camino che non può essere spento, non ti brucerà toccarlo, ti scalderà il necessario, ma ci metterà un po' di più rispetto al mio corpo- continuò alzandosi.
-Rimani, domani te ne andrai all'alba, ma questa notte rimani, ti prego- dissi per poi gemere di dolore a causa della schiena.
Lui sospirò per poi annuire.
-All'alba, non di più- disse uscendo dalla stanza lasciandomi da solo tra le coperte del mio letto.

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ᴡᴀɴᴛᴇᴅ | ᴊᴀᴇʏᴏɴɢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora