Capitolo 1.

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Sav annuì con forza, controllando poi l'orario. "La festa inizia alle nove, e sono ancora le sei. Se iniziamo a prepararci da adesso saremo pronte verso le otto, e ci passerà a prendere Cameron. Per te va bene?"

La guardai storto. Cameron era il migliore amico di Andrew, solito cattivo ragazzo della scuola. Quello che si vede nei libri, in pratica. Arrogante, sexy, con sguardo glaciale e tutte le ragazze intorno. Savannah aveva iniziato ad uscire con Cameron da un mese a questa parte, e diceva che fosse gentile, premuroso e rispettoso nei suoi confronti, ma non mi convinceva del tutto.

"Ester? Ci sei?" Sav sventolava una mano davanti al mio viso, facendomi tornare alla realtà. "Si, ci sono."

"Bene!" Disse lei. "Vai a farti una doccia, io scelgo cosa dovrai indossare." Mi spinse, letteralmente, verso il bagno.

Dopo aver finito di fare la doccia mi guardai allo specchio, e non mi piacevano per niente le mie condizioni. Avevo due borse nere sotto gli occhi, il mascara scolato per i pianti precedenti, e gli occhi erano leggermente arrossati.
Mi struccai, sciacquandomi poi il viso. Una volta vestita tornai in stanza, trovando il tubino nero, che avevo indossato solo al mio compleanno, sul mio letto, e delle scarpe alte del medesimo colore.

"Io non indosserò quei cosi." Puntai il dito sulle scarpe, muovendo la testa in senso di negazione. "E neanche quello!" Indicai poi il vestito.

"Lo hai detto tu." Mi puntò un dito contro. "Vuoi essere uno schianto, ed è quello che sarai stasera. Quello stronzo si pentirà di averti tradita."

Annuì impercettibilmente, sedendomi poi sul letto, accarezzando il vestito. "E tu come ti vesti?" Le domandai poi, alzando gli occhi su di lei. Non si era portata niente.

"Ho già pensato a tutto." Mi fece l'occhiolino, sorridendo. "Sta venendo mio fratello a portarmi il necessario."

"Cole?" Domandai, sorpresa. Non era mai stato gentile nei confronti della sorella, gli voleva bene, certo, ma le loro giornate erano riempite di litigi.

Lei annuì, sorridendo. "Infondo serve essere la sorella di uno popolare. L'ho ricattato dicendo che avrei detto alla mamma di tutte le feste che ha organizzato e, solo dopo avermi riempito di insulti, ha detto che sarebbe venuto."

Mi ritrovai a ridere, scuotendo la testa. Anche Cole era uno dei popolari, quello che cambiava sempre ragazze, che organizzava feste e che ti faceva scogliere con un solo sguardo. Da piccola avevo avuto una cotta per lui, che non era mai stata ricambiata.

"Bene tesoro." Esclamò Sav dopo poco. "Adesso ti faccio i capelli e ti trucco. Sei pronta a vedere la parte sexy di te?" Mi chiese, con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro.

Annuii incerta, non ero sicura di quello che stavo facendo.

"Bene!" Iniziò ad arricciare i miei capelli col ferro, facendomi ricadere sulle spalle morbidi boccoli. Dopo aver finito mi fermò i capelli ai lati con due forcine, passando al trucco. Le avevo detto di non andarci pesante, e lei mi aveva detto di fare silenzio, che lei sapeva cosa faceva. Dopo tre quarti d'ora circa, mi stavo domandando, mentre mi guardavo allo specchio, se quella fosse Ester, o una sorella gemella nascosta.
Mi accarezzavo i capelli continuando a guardarmi il viso dal riflesso dello specchio.
Savannah aveva lasciato gli occhi leggeri, mettendoci solo il mascara ed una linea sottile di elyener, mentre si era concentrata sulle labbra, colorandole di un rosso accesso.

"Allora? Cosa ne pensi?" Mi chiese divertita dalla mia faccia, sorridendo.

"È.." Mi bloccai, girandomi verso di lei. "È bellissimo." La abbracciai, stringendola a me.

Lei ricambiò l'abbraccio ridendo. "Non piangere, altrimenti rovinerai il trucco! Ed io rovinerò te, signorinella." Mi allontanò da lei, guardandomi torvo. Tirai su col naso. "Non piango." Mi difesi, sentendo suonare il campanello.

Scesi al piano di sotto, aprendo la porta, trovandomi di fronte gli occhi scuri di Bryan. Lo guardai sotto shock, chiudendogli poi la porta in faccia.
Salii correndo da Sav, informandola di quanto successo. Nel frattempo il campanello suonò nuovamente.

Savannah strinse gli occhi, scendendo come una furia le scale, mentre borbottava che nessuno feriva la sua migliore amica.

Il campanello suonò altre due volte, e Savannah aprì la porta con così tanta forza che per un attimo mi spaventai che la staccasse dalla sua posizione. Okay, forse stavo esagerando.

"Senti, caro mio." Iniziò Savannah, mentre io guardavo la scena da lontano. "Avresti anche potuto risparmiarti la fatica di venire fin qui, perché dopo lo schifo che hai fatto, non meriti neanche che io stia qui a parlarti. Ester non vuole vederti, l'hai fatta stare abbastanza male, e quella che ha visto le sue lacrime sono io, non tu." Gli punta un dito contro.

"Posso vederla?" Disse solamente, sporgendosi a guardarmi. Quando i suoi occhi vennero a contatto con i miei non sentii la sensazione che sentivo sempre, ma solo il voltastomaco, seguito da tanta rabbia repressa.

Mi avvicinai a lui, appoggiandomi allo stipite della porta con le braccia incrociate sotto al seno. "Mi vorresti vedere? E per dirmi cosa, esattamente?" Dissi calma, sorprendendo sia Bryan che Sav, e anche me stessa. "Non mi importa quello che hai da dirmi, ho finito di ascoltare le tue scuse. Spero che adesso tu sia felice di provarci con tutte, senza dover trattenere i tuoi istinti solo perché hai una ragazza." Feci per andarmene, ma mi bloccai. "No, aspetta. Non l'hai fatto neanche quando una ragazza, ce l'avevi." Gli chiusi nuovamente la porta alle spalle, traendo un respiro profondo e sentendo gli occhi bruciare. Di nuovo.

"Sei stata grande!" Mi disse Sav, strattonandomi da un braccio. "Si vedeva dal suo sguardo quanto fosse sorpreso, solo perché ti sei sempre dimostrata docile con tutti! Ma io sapevo che- Ester?"

Mi giro a guardarla negli occhi, cercando con tutte le forze di trattenere le lacrime. Sav mi guardò con aria dispiaciuta, prima di stringermi in un abbraccio. La strinsi a mia volta, mentre una lacrima solitaria mi accarezzava la guancia, seguita a ruota da tante, troppe lacrime calde. "Non avrebbe dovuto farlo." Sussurrai, tirando su col naso. "Sapeva quanto fossi fragile, ma ha preferito rompermi come se nulla fosse. Non immagini quante cose abbiamo fatto insieme.. io.." mi bloccai, non sapendo se continuare o meno.

Mi allontanai da Sav, che mi passò un dito sotto gli occhi, stando attenta al trucco. Mi trovai con gli occhi alzati, tirando nuovamente su col naso. "Tu?" Mi incitò Sav a continuare.

"Io.. ho fatto l'amore con lui." Dissi d'un fiato. "Non gli voglio rinfacciare niente, assolutamente, ma perderla con lui.. con una persona così sporca dentro, mi fa sentire uno schifo."

Sav prese un respiro profondo. "Non devi sentirti così. Tu eri sicura di quello che stavi facendo, altrimenti ti saresti tirata indietro. È lui che ha sbagliato. È lui che ha sbagliato in ogni cosa."

Annuii cercando di convincermi, mentre forzavo un sorriso. Suonarono nuovamente al campanello, e il pensiero che fosse ancora Bryan mi fece salire il sangue al cervello. "Ora lo sistemo io." Si portò avanti Savannah, che però bloccai. "Ci penso io." Le dissi.

Aprii la porta pronta ad urlargli contro, ma quando mi ritrovai davanti Cole le parole mi morirono in gola. Gli sorrisi, cercando di fare del mio meglio. Mi porse una borsone. "Queste sono le cose di Sav." Mi sorrise.

Li presi, annuendo. "Vuoi entrare?" Gli chiesi.

"Ti ringrazio, ma sono di fretta. Magari un'altra volta." Mi fece l'occhiolino, di cui non colsi il significato. Mi strinsi nella spalle, annuendo. "Ci si vede." Lo salutai, e lui mi sorrise.

Mi chiusi la porta alle spalle, portando il borsone al piano di sopra. Lo posai sul letto. Controllando allo specchio che il trucco non fosse sbavato. Con mio gran stupore, era tutto apposto.
Poco dopo, dal bagno di camera mia, ci uscì Sav, con un asciugamano in corpo. La guardai con un sopracciglio alzato, sorridendo.

"Che c'è?" Sorrise lei. "Dovevo pur sempre fare un doccia." Mi rivolse una linguaccia, prima di prendere il borsone e chiudersi nuovamente in bagno.

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