Il giorno dopo ero come uno zombie che girava per la scuola. La sera prima non avevo chiuso occhio, avevo passato la serata a piangere e insultarmi sola. Non avevo neanche avuto voglia di truccarmi per cercare di rendermi un po' presentabile. Avevo due occhiaie che toccavano terra, gli occhi rossi e gonfi e il viso pallido. Sembravo appena uscita da un film horror.
"Oh wow tesoro, questa sera qualcuno non ha chiuso occhio?" Chiudo l'armadietto, trovandomi davanti un viso lentigginoso. "Scusami Ilary, ma non sono dell'umore." "Sono qui in segno di pace." Si posa una mano sul cuore, mentre l'altra la alza in aria. Alzo gli occhi al cielo. "Sono seria. Non sono in vena di scherzi. Facciamo un'altra volta." Ironizzo per come mi esce meglio, sorpassandola.
"Oh no, no, no." Mi si para davanti, sorridendomi. "Non mi arrendo facilmente, Ester. Non voglio darti fastidio, solo conoscerti meglio." Si stringe nelle spalle, sorridendomi. Caspita, vista da questa prospettiva sembra un'altra persona. Dolce e solare. "Dov'è la fregatura?" Alzo un sopracciglio. "Nessuna fregatura." Alza le mani. "Non mi convince ancora." Sbuffo. Lei mi porge una mano. "Sono Ilary, piacere." La stringo confusa. "Ester.." "Bene, adesso possiamo ricominciare da capo. Tu non mi conosci, io non conosco te." Scompare poi in mezzo alle altre persone, lasciandomi interdetta. Il mondo aveva iniziato a girare al contrario.
Entro in aula con lo sguardo basso, andando dritta al mio banco. Mi siedo accanto ad Eleonor, cercando di non darle fastidio. "Stai bene?" Mi chiede con un cipiglio, poggiandomi una mano sulla spalla. La guardo confusa. "Ho sentito la discussione tra te e Andrew ieri.. e non hai una bella cera. Vi siete lasciati?"
No, aspetta. Devo elaborare la sua domanda. Io e Andrew avevamo dato l'impressione di essere fidanzati? Okay, ci eravamo baciati davanti a tutti, andavamo alle feste insieme, aveva detto davanti ai suoi amici che uscivamo insieme ma.. non eravamo fidanzati. Mi strinsi nelle spalle. "Non lo so." Biascico. "Mi spiace, in qualunque caso. Spero che le cose fra voi si possano risolvere presto." Mi sorride teneramente, e quella breve discussione viene interrotta dall'entrata del professore di matematica. Inizia a spiegare cose che non sono in grado di capire. Non oggi, almeno. Avevo sempre avuto una media discreta nella sua materia, ma oggi non riuscivo a concentrarmi. "Jones? Signorina Jones? Sta bene?" Alzo lo sguardo sul professore, che mi fissa preoccupato. Annuisco. "Non ha una bella cera. Vuole andare in infermeria?" "Potrei andare in bagno?" Chiedo quasi come una supplica. Lui annuisce, ed io mi alzo dal mio posto facendo strisciare la sedia contro il pavimento, producendo un rumore stridulo.
Raggiungo i bagni, appoggiandomi ad uno dei lavandini. Mi strofino gli occhi, cercando di tornare quella di sempre. Mi sciacquo poi il viso. Prendo un respiro profondo, uscendo dal bagno. Di fronte, dai bagni maschili, esce Andrew. Mi prendo qualche secondo per guardarlo, e anche lui evidentemente non aveva dormito. Aveva gli occhi stanchi e due profonde occhiaie. Senza pensarci troppo rientrai nel bagno, chiudendomi la porta alle spalle. Il cuore minacciava di uscirmi dal petto. Almeno qui non sarebbe potuto entrare. Mi allontano dalla porta, appoggiandomi al muro. Sento la porta aprirsi, e la figura di Andrew si materializza davanti ai miei occhi. Li strabuzzo, sorpresa.
"Tu.. tu non p-puoi entrare." Balbetto, sentendo una strana sensazione all'altezza del ventre. "Ester, dobbiamo parlare." Sospira. "Mi spiace per quanto successo ieri sera, ho probabilmente esagerato.. ma non ce l'ho fatta a vederti con Bryan. Mi sono sentito.. deluso." A quelle parole, il mio battito accelerò di molto. Sapevo che Andrew avesse agito d'istinto. Per quel poco che avevo capito è conosciuto di lui, potevo affermare con sicurezza che fosse una persona che agisse senza pensare, guidata dall'istinto. Ma sentirmi dire che si è sentito deluso dal mio comportamento adottato, ha fatto nascere una speranza in me che, almeno un po', ci tenesse. "Così ho pensato di aprirti gli occhi - anche se sapevo lo avessi già fatto sola -, ma l'ho fatto nel modo sbagliato."
Sentivo ancora il mio cuore battere all'impazzata, non sopportavo quella situazione. In quel momento avrei voluto avere il potere del teletrasporto, andando direttamente in classe evitando questa conversazione. "Ester?" Mi richiama lui. "Urla, insultami ma non restare in silenzio. Mi fai-" "va bene." Dico risoluta, interrompendo il suo discorso. "Capisco, entrambi abbiamo esagerato. Neanche io avrei dovuto dirti quello che ti ho detto.. è che mi sono sentita ferita. Lo avevo capito sola cosa Bryan avesse combinato in due anni, e sentirmelo rinfacciare mi ha dato fastidio." Sospiro, abbassando lo sguardo. "Quindi..?" Mi intima. "Quindi?" Ripeto, alzando un sopracciglio. "Potremmo metterci una pietra sopra e dimenticare quell'episodio?" Domanda, guardandomi con uno sguardo colmo di speranza. Istintivamente sorrido, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Potremmo.." resto vaga, ma quando le sue braccia mi stringono a sé rischio davvero di avere un attacco di cuore. Mi irrigidisco, ma ricambio poi impacciatamente. "Bene." Mi sorride staccandosi, tenendomi per le spalle. "Sono contento che le cose tra noi siano chiarite, e che quello che stavamo facendo non si sia concluso, non so come avrei potuto reagire." Ammette. "A proposito di quello.." mi mordo le labbra, abbassando lo sguardo. "Cosa? Ti vuoi tirare indietro? Dimmi che stai scherzando, Ester." Lo guardo esitante, mettendomi sulle punte e facendo sfiorare di poco le nostre labbra. Una scossa che parte da quel punto si irradia in tutto il mio corpo. Mi stacco, deglutendo. Dalla sua espressione non colgo nulla di positivo, ma quando mi bacia animatamente incastrandomi tra i muro e il suo corpo capisco di essermi sbagliata. Tiene una mano di lato la mia testa, una sul mio fianco. Le mie sono entrambe sul suo viso, ad accarezzare i suoi lineamenti definiti.
"Dio, Ester.." Sussurra senza fiato, facendo toccare le nostre fonti mentre entrambi cerchiamo di far tornare i nostri respiri regolari. "Mi farai uscire pazzo." Fa scontrare nuovamente le mie labbra alle sue, non orrendo una mano dietro la mia schiena avvicinandoci ulteriormente. Il suono di una macchinetta fotografica però, ci fa staccare, portando gli occhi su quella figura. "Questa finirà sul giornalino scolastico! Immagino già il titolo.. "Andrew Sullivan ed Ester Jason impegnati in una relazione. Sarà stato un colpo di fulmine o Ester ne starà approfittando per far ingelosire il suo ex moroso Bryan Senderson?"" Fa scorrere una mano sul suo viso, socchiudendo gli occhi. Guardo Andrew allarmata. "Ascolta, cosa vuoi per cancellare quella foto?" Biascica irritato. "Assolutamente nulla!" Urla. "Questa foto non verrà eliminata per nulla al mondo. Sarà lo scoop dell'anno, me lo sento." Ed è esattamente come è arrivata, sparisce.
"Ma chi diavolo era." Sbraita Andrew. "Ma-ma io che diavolo ne so!" Urlo, entrando nel panico. "Oddio, adesso tutti penseranno io usi le persone per scopi personali. Mio dio.." mi porto le mani ai capelli, guardandomi intorno. Andrew mi afferra il viso, facendo scontrare i nostri occhi. "Chi se ne frega di quello che pensano?" Sussurra, facendo scontrare le nostre fronti. "Noi stessi sappiamo chi siamo, non abbiamo bisogno di un giudizio esterno. Se conosci te stesso e ti accetti per come sei, hai vinto contro tutti." Sbatto le palpebre più volte. "Non ti facevo un tipo filosofico.." sussurro, facendolo ridere. "Se serve, non mi tiro indietro." Gli sorrido debolmente, guardando le sue labbra. Da quando le avevo baciate, non riuscivo a farne a meno. Lo vedo avvicinarsi, e sento il panico assalirmi. "A-A-Andrew.. non-non" "Goditi i momenti." Un altro scontro di labbra, un'altra sensazione di vita. Una vita vera.
STAI LEGGENDO
LOVERS BY CHOICE
RomanceUna rottura di fidanzamento, una festa, un cattivo ragazzo. Andrew Sullivan, che veniva soprannominato così dagli studenti presenti nella scuola, aveva in pugno il cuore di Ester. Poteva scegliere due strade: tenerlo con se è curarlo, o romperlo co...