Epilogo.

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QUATTRO ANNI DOPO.

Trascino la cerniera della mia valigia, chiudendola definitivamente.
La sposto dal letto, poggiandola a terra sotto lo sguardo curioso di Elizabhet.

"Così te ne torni a casa, eh?" Un sorriso malinconico alloggia sulle sue labbra, e non riesco a trattenermi dall'abbracciarla.

"Ci rivedremo, Liz." Sussurro contro i suoi capelli.

Durante quei quattro anni di college, erano cambiate tante cose.

Avevo conosciuto delle persone fantastiche alla UCLA, e anche Savannah la pensava come me. Era tutto praticamente perfetto in questo posto.

Io, Savannah, Andrew, Roy, Edward, Cameron, Kimberly, Annabelle, Paul e Ilary passavamo tutti i tre mesi estivi insieme, e cercavamo di vederci e tenerci in contatto il più possibile.

Edward e Kimberly erano diventati una coppia, ed erano andati a convincere dopo che Kimberly era rimasta incinta. Inizialmente Edward voleva buttare la spugna, ma dopo aver capito che si trattasse della ragazza che amava, con cui stava da più di tre anni e che quello sarebbe stato sangue del suo sangue, non ci aveva pensato due volte a cercare una casa.

Il piccolo Dustin adesso avrebbe dovuto compiere un anno a breve, ed era di una bellezza immensa. Aveva gli occhi grandi e chiari come quelli di Kimberly, i tratti del viso dolci e i capelli scuri come quelli di Edward, e delle guanciotte piene e morbide.

Annabelle e Roy avevano avuto alti e bassi per via della distanza dei loro college, ma le cose andavano sempre a risolversi fra loro. Roy era sempre più presa da lei, lo si poteva notare da come la guardasse.

Paul e mia sorella e Ilary, invece, erano andati a convivere dopo un anno e mezzo di relazione. Avevano preso un appartamento a New York, poco lontano da casa mia.
Paul non aveva iniziato il college, aiutava mia madre nell'azienda di famiglia, mentre Ilary aveva concluso gli studi un anno fa. Adesso stava lavorando sulla sua carriera di avvocato.

Savannah e Cameron si vedevano non appena vi si presentava l'occasione. Che fosse nel weekend o durante le vacanze invernali. Il fatto che Cameron avesse una macchina rendeva il tutto più facile.

Io e Andrew, invece, stavamo ancora insieme. Non ci vedevamo spesso, sia io che lui eravamo soprassalti dallo studio.
Ci sentivamo via Skype ma non era come averlo di fronte a me, mi mancava ogni cosa di lui, e i tre mesi estivi non servivano a colmare il senso di vuoto che provavo nei restanti nove.

Savannah ci degnò della sua presenza, uscendo dal bagno. "Scusate." Singhiozza, passandosi un fazzoletto sotto agli occhi. "È che mi mancherà questo posto." Si lamenta, e mi scappa una risata, che la fa tornare seria. Era stata sempre brava a fingere.

"Hai rovinato tutto." Mi ringhia contro, andando verso il suo letto.

"In realtà." Si intromette Liz. "Nessuno crede più alle tue recite." Ridiamo insieme, mentre Savannah ci rivolge uno sguardo cruciale.

Dieci minuti più tardi, io e Savannah camminavamo lungo i corridoi del dormitorio, trascinando con noi le nostre valigie e borsoni.

Faccio scattare la sicura alla mia 500 fiat bianca, sospirando a fondo. Mi sarebbero aspettate due giorni di guida. Avremmo fatto a cambio si, ma sarebbe stato lo stesso straziante.

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