Avvolta nella penombra della mia stanza, coperta fino al mento da una coperta grigia fino al mento, annegavo nelle mie lacrime. Oltretutto, si era messo anche a piovere, tanto per accompagnare il mio umore.
Avevo il cuore a pezzi, la mia mente non faceva altro che portare a galla ricordi che, al momento, dovevano restare sepolti. Il mio primo bacio con Andrew, la prima volta che sono andata a letto con lui, le risate, i sorrisi. Faceva tutto così tremendamente male.
Mi domandavo se anche mia madre, quando era venuta a conoscenza del tradimento di papà, si sentisse così. Solo adesso, trovandomi nei panni di un adolescente col cuore infranto da un ragazzo, mi accorgo che avrei dovuto stargli accanto. Farle capire che io per lei c'ero, che poteva contare su di me.
Invece, l'unica cosa che avevo fatto, era stato pensare a me stessa. Pensare al mio dolore, a tutte le promesse andate in fumo che mio padre mi aveva fatto.
Avevo pensato solo a me stessa, lasciando sola mia madre.Poi c'era stata Ilary. Si era fatta a pezzi per noi. Lavorava per non far crollare in fumo tutto quanto. Praticava tre lavori part-time, e continuava gli studi. Aiutava ma mamma a superare la cosa, e cercava di far risollevare il mio umore. Mi proteggeva se qualcuno mi insultava.
Poi era arrivato Bryan, la quiete dopo la tempesta. Mi aveva aiutata in tutto, e aveva aiutato mia madre. A Ilary non piaceva, e stanca dei miei capricci da bambina, se n'era andata dai nonni, in Canada.
Quel giorno, era scoppiato il caos tra noi due. Avevamo rotto molte cose in casa, ci eravamo urlate contro in modo pesante, facendo trasparire ogni emozione che, fino a quel momento, era rimasta sepolta. Portavamo, entrambe, tanta di quella rabbia repressa che, per una piccola cosa, era saltata fuori nei peggio dei modi.Quella specie di rancore reciproco era durato poco meno di una settimana. Per quanto potessero essere pesanti i nostri litigi, non riuscivamo a stare l'una senza l'altra. Era sempre stata al mio fianco, mi aveva sempre supportata, mi aveva resa la persona che ero adesso.
E poi, quando tutto sembrava andare per il meglio, dove io stavo bene, mi sentivo felice, era dovuto cadere tutto in macerie.
La mia mente, in questo momento, non faceva altro che pensare all'ultima volta tra me e Andrew. Evidentemente, tutte le cose che pensavo fossero successe durante quel giorno, erano solo una mia immaginazione. Probabilmente cercavo di aggrapparmi a qualcosa, nella speranza di non affondare. Probabilmente nel mio inconscio sapevo non sarebbe durata, che tutto sarebbe andato in frantumi, che avrebbe abbassato ogni mia singola difesa ed ogni mio singolo muro, riducendomi in briciole.
E mi odiavo per questo. Mi ero fatta abbattere, per la seconda volta, da un uomo.
Prima mio padre, adesso lui.Sbuffai stringendomi nella mia coperta, mentre il suono fastidioso del campanello riempiva la casa. Iniziò a suonare incessantemente, e notando l'orario pensai potesse essere mia madre che aveva dimenticato le chiavi di casa, come al solito. L'idea che però, potessero essere Andrew o Savannah, faceva aumentare le lacrime che continuavano a scendere incessanti lungo i miei zigomi, ormai, arrossati.
Mi avevano cercato, riempiendomi di chiamate e messaggi. Ero stata obbligata a chiuderlo per non essere tentata dall'instare entrambi.
E poi, Cameron. Mi aveva scritto un semplice messaggio, facendomi riflettere.
"Non meritavi questo, non volevo andasse a finire così. Volevo dirtelo, ma non volevo tradire il mio migliore amico. Cerca di capirmi.
Scusa ancora, e supera presto la cosa. Baci, Cam."
Citava il messaggio. Involontariamente la mia mente era andata a pensare a Savannah. Due migliori amiche, un'amicizia basata su 15 anni solidi, era appena andata in frantumi. Cameron non aveva tradito Andrew, ma Savannah lo aveva fatto con me. Aveva tradito la nostra amicizia, aveva tradito me. L'unica cosa che mi veniva da pensare era se anche lei avesse partecipato dal principio a questa cosa, portando ad Andrew a casa mia quel giorno.
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RomanceUna rottura di fidanzamento, una festa, un cattivo ragazzo. Andrew Sullivan, che veniva soprannominato così dagli studenti presenti nella scuola, aveva in pugno il cuore di Ester. Poteva scegliere due strade: tenerlo con se è curarlo, o romperlo co...