chapter 1

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23 Marzo, 2007.

Stringo forte il tigrotto di peluche che porto sempre con me mentre la mano di mia mamma afferra la mia, conducendomi lungo il vialetto della casa di fianco alla nostra, cambia solo il colore; questa è gialla pulcino, invece la mia è di un rosso coccinella.

Calpesto soltanto le pietre più scure che compongono il pavimento fino ad arrivare agli scalini in legno.

Ad accoglierci sull'uscio della porta c'è la signora Grace Holler affiancata da suo marito Will intento a sistemarsi la cravatta verde.

<<Bethney cara, come sei diventata bella!>> Spalanca le braccia e si piega in avanti pizzicandomi le guance, come un granchio.

<<Non saprò mai come sdebitarmi per l'immenso favore, davvero>> Sorride mamma stringendo tra le sue mani quelle di Grace sospirando, poi si inginocchia facendo scricchiolare le assi in legno arrivando così alla mia misera altezza; le altre bambine sono un po' più alte di me, ma mamma dice di non pensarci adesso perché crescerò quando sarò più grande.

È solo questione di tempo!

<<Sai che sarà un viaggio di breve durata, per mercoledì dovremmo essere di ritorno - mi sposta i capelli dietro l'orecchio, incastrandoli nel cerchietto azzurro - ci vediamo tra tre giorni amore mio>> Mi abbraccia lasciandomi tanti baci sulla testa riuscendo a farmi ridere nonostante stiano per partire senza di me.

Tornano a Washington per delle commissioni, papà mi aveva accennato che prima abitavano lì ma poi - non mi ha voluto dire il perché - hanno deciso di trasferirsi qui in Georgia e ora non vogliono portarmi con loro sostenendo che starebbero fuori casa tutto il giorno non riuscendo ad occuparsi anche di me.

Non sono molto bravi a mentire.

<<Mi raccomando, non fare la peste, intesi?>> Sussurra papà prendendomi da sotto le braccia sollevandomi in aria come se non pesassi niente.

Annuisco portando le mie esili braccia attorno al suo collo sfregando il mio naso contro il suo, molto più grande del mio.

Lui dice che sono stata molto fortunata ad aver ereditato il naso della mamma, si sarebbe sentito in colpa se avessi avuto l'unica parte del suo corpo che detesta: il nasone.

<<Ti vogliamo tanto bene piccolina>> Mi stringe un'ultima volta prima di posarmi a terra e di allontanarsi insieme alla mamma verso la macchina parcheggiata davanti alla cassetta della posta.

Sento le guance diventare bagnate per colpa delle lacrime che scivolano giù ma mi affretto ad asciugarle prima che Grace e Will le notino.

Poche volte ho visto piangere i miei genitori ed è stato molto brutto, non voglio che anche gli altri si rattristano non vedendomi felice e allegra.

<<No, tesoro non piangere, torneranno presto>> Allunga il braccio prendendomi la mano costringendomi ad entrare, come se non fossi abituata a vedere i miei genitori partire per un viaggio.
Vorrei ricordarle che non è la prima volta che hanno impegni fuori città, solo che invece di andare con loro chiamavano la babysitter.

Questa volta mi hanno lasciato sotto la custodia dei nostri vicini.

Grace e Will sono simpatici, sì, giocano con me, mi aiutano a dare da mangiare ai miei animaletti di peluche, mi preparano i miei piatti preferiti... però si comportano più come Ada, la babysitter, invece che da amici.
Spesso mi fanno sentire come se avessi ancora quattro anni, cioè, sono capace di allacciarmi le scarpe anche da sola, so abbottonarmi i vestiti senza il loro aiuto...

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