14 Beth.

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Inutile dire che quella codarda di Rebecca non era riuscita a tirar fuori l'argomento durante tutta la serata, né nei giorni avvenire. Nonostante la profonda delusione derivante dal comportamento della sorella, Daniel era comunque rimasto al suo fianco perché sapeva quanto Rebecca si stesse tormentando per quello che non era riuscita a dire né la sera la cinema, né durante le due settimane seguenti. 

E quella a rimetterci chi doveva essere, se non Beth? A causa dei problemi del suo alter ego ne stavano nuocendo le sue lezioni di danza scolastiche. Essendo ormai il diciannove ottobre, le mancavano solo due mesi al suo saggio di danza invernale scolastico e miss Leroux le stava mettendo più pressa del solito, richiamandola per ogni singolo errore e facendola sentire sempre più sbagliata nonostante la danza fosse l'unica cosa giusta della sua vita. Per quanto amasse danzare, i saggi scolastici di danza che faceva sia in inverno che a fine scuola le davano molta pressione. Non perché non le piacesse danzare davanti a tante persone, ma aveva paura che i suoi genitori avessero potuto scoprire della loro esistenza, presentarsi, riconoscerla e poi metterla in punizione per il resto della sua vita perché si stava mettendo in ridicolo fingendo di essere una persona che non era. 

Oltre a questo, il saggio scolastico era un momento magico. Da anni la scuola aveva conciliato la recita scolastica con il saggio di danza, per cui i tre club di teatro, disegno e danza collaboravano insieme oltre anche a quelli di canto e musica. I ragazzi di disegno preparavano le varie sceneggiature, i ragazzi dei corsi di musica e canto realizzavano le canzoni, miss Leroux le coreografie. I cinque professori dei vari corsi non erano mai tanto uniti quanto durante il periodo del saggio scolastico. Potevano anche odiarsi a morte l'uno con l'altro, ma il saggio non doveva risentirne. La risposta era pressoché una: durante il saggio invernale, i reclutatori dei college più importanti degli Stati Uniti arrivavano da molte parti degli States per ricercare veri talenti e artisti, per cui il saggio era una specie di trampolino di lancio per molti studenti desiderosi di ricevere una borsa di studio e frequentare una scuola celebre, che avrebbe dato loro l'opportunità di crearsi il futuro che avevano sempre sognato. 

Beth non lo avrebbe mai ammesso, ma sperava che un reclutatore della Juilliard l'avrebbe notata e le avrebbe offerto una borsa di studio. Quella era la sua occasione per dimostrare a tutti quanto la danza fosse importante per lei, quanto fosse intrinseca nella sua essenza e nel più profondo del suo animo. Magari con una borsa di studio suo padre avrebbe rinunciato a farla andare a Stanford. Magari, con una borsa di studio avrebbe avuto una marcia in più per raccontare ai suoi quali fossero davvero i suoi sogni. Magari.. magari.. magari..

Tanti magari che erano uguali a se e ma e si sa, con i se e con i ma la storia non si fa.

Il detto era chiaro, gli eventi sono determinati da scelte compiute, non da ciò che sarebbe potuto succede a seconda di una scelta o di un'altra. Beth voleva compiere la scelta giusta per lei stessa e frequentare la scuola che aveva sempre sognato, ma le sue azioni stavano dicendo tutt'altro di ciò che voleva o avrebbe voluto. Le sue azioni facevano credere ai suoi che Stanford fosse la scelta giusta, che lei accettava, perché lo voleva. In realtà, lei non voleva averci nulla a che fare.

A fine lezione miss Leroux spense lo stereo. «Ragazze, siete state fantastiche. Continuate ad esercitarvi su "Home This Christmas", e tu Lauren ricorda di non girare troppo veloce durante la parte finale. Dovete andare a tempo, non fare a gara a chi vomita prima. D'accordo?» Lauren ridacchiò e annuì, poi insieme a Bridget aspettarono Beth che doveva ancora prendere il suo zaino da terra. «Beth, tu potresti rimanere ancora un po'? Vorrei parlare con te prima che tu vada a casa»

Beth annuì e salutò le ragazze che le si erano avvicinate con un breve abbraccio. «Ci vediamo lunedì» disse loro, lasciandole andare a cambiarsi.  Dopodiché si sedette per terra mentre aspettava che l'aula si svuotasse. 

Resta ancora un po'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora