-Becky, Chris, so che siete lì dentro. Volete aprire questa dannata porta o devo buttarla giù?!- Rebecca si alzò di scatto, Christopher pure. Sentirono battere di nuovo alla porta, poi Daniel urlare: -Volete aprirmi sì o no?!-
-Sta zitto Dany, lasciaci dormire.- mormorò Rebecca tornando a stendersi a letto e arrotolandosi tra le coperte. Christopher sorrise e si stese accanto a lei abbracciandola, facendo sorridere lei questa volta.
-Dai Becky, apri la porta. La colazione è quasi pronta, sono le sette.- Rebecca sbadigliò ancora prima di sbuffare.
-Sei una pizza, Dany.- mormorò sul cuscino, facendo ridere Christopher al suo fianco. La ragazza decise quindi di alzarsi controvoglia per aprire la porta al fratello, ma quando si tolse le lenzuola di dosso ebbe improvvisamente freddo. Si guardò il corpo e quello di Chris imbarazzata e con le labbra schiuse. -Ma allora non l'ho sognato.- disse, girandosi verso Christopher. -Era tutto vero.-
Christopher annuì e la baciò piano. -Adesso apriamo.- aveva poi urlato lui dopo aver dato a Rebecca un altro bacio a stampo. -E sarà meglio farlo altrimenti l'amico di sotto non riuscirà a contenersi ancora per molto.- sussurrò Chris sulle sue labbra, divertito dalla situazione e decisamente di buon umore.
Rebecca rise e si alzò prendendo il suo pigiama da terra e lanciando a Chris il suo. In pochi secondi si rivestì e stette quasi per aprire la porta quando il ragazzo la bloccò e le indicò la maglia che era stata messa al rovescio. Dopo aver aggiustato la maglia, aprì la porta rivelando un Daniel decisamente impaziente e dallo sguardo di fuoco. -Si può sapere che diavolo vi è preso?- urlò entrando in stanza con la sua vestaglia blu in pile. -Sono lì fuori da dieci minuti! Vi ci voleva così tanto per svegliarvi e aprire?-
Rebecca scoppiò a ridere alla vista di suo fratello così fuori di sé. Si portò una mano sul viso e la lasciò lì mentre scuoteva la testa. -Dany, sono le sette. Sai che ora come ora è difficile per me svegliarmi la mattina.-
-Poi stavamo solo dormendo.- continuò Chris grattandosi la testa. -Non vedo cosa ci sia di male nel dormire e non aprirti la porta.-
-C'è di male che vi siete chiusi a chiave in camera insieme. Fino a ieri neanche vi parlavate e stamattina vi ritrovo a dormire nello stesso letto, con il sorriso già a prima mattina, come se lo spirito del Natale abbia agito su di voi in anticipo di un giorno!- sbracciò Daniel rendendosi ancora più ridicolo davanti agli occhi di sua sorella e il suo migliore amico.
-Non c'entra niente lo spirito del Natale, Dany.- rise Rebecca incrociando le braccia al petto. Erano anni che per lei il Natale in sé non aveva più importanza, da quando era morto Terrence quella festa, per lei, non aveva più un senso. Poi col tempo aveva anche scoperto che il Natale non era una festa cristiana; in realtà aveva origini pagane derivanti dai Celti che festeggiavano il dio del Sole e dai Romani che festeggiavano i Saturnali, dedicati all'insediamento del tempio di Saturno, il dio dell'agricoltura. Quindi perché mai festeggiare una festa del genere, che aveva origini pagane, spacciandola per festa cristiana? Nella Bibbia non c'era neanche scritto che Gesù era nato il 25 dicembre. Daniel sapeva ciò che lei pensava del Natale, quindi le parve strano che avesse attribuito il loro buon umore allo spirito del Natale.
Però evidentemente aveva sbagliato a contraddire suo fratello ad alta voce, perché Daniel cambiò espressione rendendola ancora più shoccata. -Chris, non ti sei scopato mia sorella, vero?- quasi sussurrò volgendo lo sguardo al suo migliore amico. -Vero?!- ripeté, alzando la voce.
Christopher schiuse le labbra non sapendo cosa dire e Daniel fece un passo avanti verso di lui. Rebecca si mise in mezzo giusto in tempo, salvando molto probabilmente Christopher dal ricevere un pugno in faccia. -Daniel, stop.- disse con voce autoritaria, come quando parlava con Eros per insegnargli i comandi principali come zampa o seduto.
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Resta ancora un po'
Chick-LitRebecca Lewis è una ragazza californiana di diciassette anni. Sogna di frequentare la Juilliard, la famosissima scuola di danza di New York, ma sa che il suo destino è un altro: ovvero diventare un avvocato, come vuole suo padre. Dopo un trauma avv...